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Malnate incontenibile. Terzo scudetto consecutivo per i Patrini

Inchiniamoci una volta di più allo strapotere tecnico dei Patrini Malnate. Applaudiano alla netta superiorità, certificata da numeri e risultati in diamante, della compagine varesina. I Patrini hanno conquistato domenica il terzo tricolore consecutivo, sbarazzandosi sul "Leoni" di Casteldebole della Roma All Blinds in semifinale (9-1) e poi superando la resistenza caparbia degli indomiti Lampi Milano, sconfitti 7-1 nel cinquantottesimo ed ultimo atto del 22esimo Campionato di Baseball per ciechi.
Sempre più complicato ormai trovare aggettivi o perifrasi originali che possano descrivere l'egemonia degli atleti guidati nel dug-out da Adriano Chiesa, Gottardi e Bonati: squadra letteralmente telecomandata in campo dal talento carismatico di Gaetano "Orecchio Bionico" Casale, oliata in ciascun ingranaggio da un'attenzione maniacale al minimo dettaglio in campo e fuori, unita ad una programmazione di sforzi e risorse in stagione efficace e massimale. Questi in sintesi solo alcuni degli elementi che hanno influito in egual misura alla nascita di questa macchina votata al successo chiamata Patrini, che da oltre 3 anni si nutre avidamente di affermazioni, aggiorna settimanalmente l'enciclopedia del baseball AIBXC ed alimenta la propria fame atavica di gloria.
L'assalto di Malnate al terzo titolo ha preso il via sabato pomeriggio, sotto un sole cocente che ha incorniciato un "Leoni" come sempre tirato a lucido, gremito da un folto pubblico, tra cui spiccavano numerose facce di skipper, capitani, veterani, rookie ed ex-grandi stelle del nostro sport. Avversari dei prealpini la Roma All Blinds, pericolosamente scivolata al quarto posto nella griglia playoff dopo l'inattesa sconfitta patita nell'ultimo turno di regular-season contro la sorprendente Leonessa Brescia, un passo falso che regalava ai gardesani un terzo posto prestigioso, dietro ai Lampi Milano, costringendo gli All Blinds di manager Corazza ad affrontare i primi della classe in semifinale. Partita comunque ricca di spunti tecnici, dal pronostico incerto, riedizione dell'elettrizzante Finale Tricolore 2017 in cui la Roma ha sfiorato l'impresa storica prima di subire la rimonta dei Patrini che si sono imposti al fotofinish. All Blinds determinati perciò a cancellare lacrime e beffe in una semifinale dal forte sapore di riscatto, che tuttavia, dopo le prime fasi di studio, prendeva decisamente la strada delle prealpi lombarde. I capitolini infatti, orfani di Abidi, non approfittavano di un avvio insolitamente balbettante dei varesini, segnavano un solo punto nella parte alta della prima ripresa, prima di incassarne due nello stesso inning, complice una difesa abulica e poco reattiva anche nei guantoni laziali solitamente più affidabili (Napoli, Bassani, Somma). I problemi difensivi degli All Blinds si acuivano nella parte centrale del match, accompagnati da polveri stranamente bagnate anche in attacco. Malnate cavalcava subito l'inerzia del match, realizzando un terzo innning da 5 punti, seguito da due segnature nel quarto che fissavano il punteggio su un impietoso 9-1 per Corazza e compagni. Parafrasando il linguaggio tennistico, "game & set & match", per Malnate dopo sole quattro riprese. Terza finale conquistata senza dissipare troppe energie in diamante, partita chiusa dopo circa due ore dall'arbitro capo Ricci all'ottavo inning per impossibilità di rimonta.
Sempre ingiusto stilare una scala di valori tra gli atleti di manager Chiesa, compatti in difesa, guidati sabato da un Casale in versione monstre (4 su 6, 1 punto battuto a casa, 14 assistenze), sostenuto da Virgili e Burgio, all'interno di un attacco che non vanta fuoricampisti comprovati, ma che conosce meglio di ogni altra squadra le debolezze degli avversari e per questo si dimostra incisivo nel martellare costantemente l'outfield rivale mixando battute profonde a velenose efficaci che mandano spesso in confusione anche i difensori più agguerriti. Per gli All Blinds, menzione speciale per Alfonso "Core de Capitano" Somma (2 su 6, 1 assistenza), spalleggiato ad intermittenza dal giovane terza base Giorgio Napoli. Insufficienti le prove dei frombolieri capitolini Bassani e Checchi, in giornata no, emblemi di una stagione partita con grandi ambizioni all'ombra dei sette colli, miseramente ed inspiegabilmente naufragata per gli All Blinds sotto lo striscione dell'ultimo chilometro. Malnate in finale quindi, in attesa di conoscere l'avversaria dal derby lombardo tra Lampi Milano e Leonessa Brescia che si sono dati battaglia senza esclusione di colpi nella seconda semifinale del sabato bolognese.
Confronto suggestivo e piccante tra i meneghini di manager Claudio "Molly" Molon, attesi dallo spirito di rivalsa dei Leoni bresciani, guidati nel dug-out proprio da quel Fabio "Mago Giurlì" Giurleo, protagonista dell'Eldorado milanese che ha portato in bacheca Lampi 5 titoli, di cui due scudetti consecutivi tra 2013 e 2014. Tra le diverse chiavi di lettura alla gara, spiccava il possibile Homerun Derby tra i frombolieri Ghulam, sponda gardesana, opposto al senegalese Dieng, dalle prestazioni ancora piuttosto altalenanti in stagione per i milanesi. Al playball, un super Dieng accendeva il match con un fuoricampo da due punti nella parte bassa del primo inning, replicato da un robusto grande slam in chiusura di ripresa che fissava il punteggio sul 7-0 Lampi e scompigliava il game-plan a skipper Giurleo. Leonessa tramortita dalla partenza sprint dei Molon Boys, ma che aveva il merito di non disunirsi nella parte centrale del match. Aggrappati alle prodezze difensive di Asghar (10 assistenze per l'istrionico barbuto pakistano), sospinti in attacco dalle legnate di Ghulam (4 su 8 nel box, 1 homerun, 3 punti battuti a casa e 6 assistenze) e di Toigo (4 su 7, 1 homerun), gli indomiti Leoni riuscivano a limare progressivamente lo svantaggio, riaprendo definitivamente la gara nella parte alta del sesto inning sul 4-7. Manager Molon decideva a quel punto di suonare la carica, mentre Allegretta, Comi, Dieng e Vasquez serravano le maglie in difesa, incrementando il fatturato anche nel box. Il diamante felsineo veniva così incendiato dalla terza e quarta legnata di Dieng che suggellava il proprio capolavoro di giornata con due HR che propiziavano l'allungo definitivo Lampi sul 13-6 dopo 6 riprese, strappo decisivo che tagliava definitivamente le gambe ai gardesani. Da registrare a fine gara il singolare atteggiamento di skipper Giurleo che, evidentemente irretito dall'andamento del match, non concedeva il successo prima del limite ai Lampi per impossibilità di rimonta, costringendo di fatto le due squadre a prodursi in un paio di inning superflui e del tutto inutili in un'atmosfera tra il surreale e lo sconcertante. Episodio puntualmente stigmatizzato anche da Commissioner Malaguti a fine gara, di cui dobbiamo dare amaramente conto. Scorrendo il box score Lampi, un Bara Mbacke Dieng superlativo chiude con 5 su 7 nel box, 4 homerun, 8 punti battuti a casa e 4 assistenze, ottimamente spalleggiato da Allegretta e Vasquez, scintillanti anche al piatto.
La finale metteva così di fronte le due migliori difese del Torneo. I Lampi, galvanizzati dalla prova maiuscola su entrambi i lati del campo della propria linea verde (Comi, Allegretta), ispirati dalla creatività istrionica di Vasquez, accesi da un Dieng stellare, chiamati a scalare il monolite Patrini, combinazione di concentrazione, accortezza, talento, regolarità e flirt empatico con la vittoria. Melissa Milani, Presidentessa CIP Regionale Emilia Romagna, ha consegnato la prima pallina del match al lead-off dei Patrini, Marco Case. Gara avvincente, appassionante, giocata su margini d'errore minimi, scivolata in due ore circa sul filo del rasoio. Rispettato il caro vecchio adagio del baseball secondo cui le difese vincono i campionati mentre gli attacchi vendono biglietti: mazze tenute a bada da difese asfissianti e puntuali, eccezion fatta per la saracinesca Lampi che ha concesso qualcosa di troppo al playball permettendo a Malnate di scappare sul 3-0 dopo due riprese, sospinta dalla parte bassa del line-up. Tre punti incassati proprio al primo inning possono sembrare un peccato veniale e rimediabile in molte situazioni di gioco, che diventa però imperdonabile contro Malnate. Trama del match chiarissima perciò sin dalla terza ripresa: Malnate avanti, Lampi alla ricerca disperata di valide che tuttavia si infrangevano inesorabilmente sulla diga avversaria. Con il passare delle riprese, anche i Lampi serravano le maglie difensive, riuscendo ad accorciare le distanze nella parte bassa del quarto con il punto del 3-1 battuto dal DH Scarso, segnato da Comi. I Patrini naturalmente non si scomponevano: Casale saliva di colpi in difesa (saranno ben 22 le sue assistenze a fine match), mentre l'attacco proseguiva a martellare chirurgicamente gli angoli realizzando tre punti nella parte centrale del match. Nella parte alta del nono, settimo punto a segno per i varesini, a cui seguiva un'ultima impennata d'orgoglio Lampi che riempivano le basi nella parte bassa della stessa ripresa. Il guantone di "Orecchio Bionico" Casale era tuttavia implacabile: triplo su Claudio Levantini e via libera alla festa Malnate nei pressi del monte. Terzo titolo meritatissimo per questi Patrini, esemplari in finali, protagonisti di un percorso netto stagionale tutt'ora in corso. Scorrendo il box score della gara, dietro al formidabile Casale (4 su 8, 2 punti battuti a casa, 22 assistenze) da segnalare tra i Campioni d'Italia le prove scintillanti di Marco Case (3 su 9) e Armando Virgili (2 su 8, 2 punti battuti a casa). Per i milanesi, su tutti ancora Dieng (5 su 7 nel box, 2 assistenze), mentre in difesa si sono distinti Vasquez, 8 assistenze, seguito da Comi e Allegretta con 4 assistenze.
Lampi che salutano questo campionato con grande orgoglio, consapevoli di aver compiuto un grosso passo avanti tecnico-tattico: secondo posto al termine della regular-season, finale meritata, per quanto da molti inattesa, primi tra gli "umani" dietro ai marziani Patrini.

 

Matteo Briglia

Matteo Briglia è nato a Milano nel 1968 e lavora come Analista Programmatore Senior presso la Engineering SPA - Ingegneria informatica. Diplomatosi nel 1992 come traduttore simultaneo, due anni più tardi consegue la Laurea in lingue presso lo IULM di Milano (inglese, francese). Da sempre appassionato di sport, in particolare quelli americani, segue sin dall'adolescenza il football e il basket di cui ha iniziato a scrivere nel 1993 pubblicando brevi articoli su riviste online riguardanti la postseason NFL e i playoffs NBA. Ha poi cominciato ad interessarsi anche alla Major League Baseball intorno al 1994, nella stagione dominata dai Toronto Blue Jays, formazione di cui si è immediatamente innamorato una volta comprese a fondo le regole del gioco e migliorato l'inglese tecnico (per poter seguire via radio le cronache direttamente dai diamanti a stelle e strisce). Dal 1998 circa scrive appassionati resoconti sulla Major League, con approfondimenti su New York Yankees e Atlanta Braves, squadra del cuore ormai da un ventennio. Matteo segue in diretta in particolare la postseason della MLB, con testi cariche di emotività, colore e pathos emozionale che hanno sempre caratterizzato le sue cronache di non vedente rendendole più vicine alle narrazioni Blog. Da tre anni circa, ha scoperto il baseball per non vedenti, entrando in contatto con l'AIBXC (Associazione Italiana Baseball giocato da ciechi). L'esperienza lo ha talmente elettrizzato tanto che dopo una prova iniziale ha deciso di proseguire a giocare con i Lampi Milano. Dal maggio 2011 collabora con Baseball.it seguendo da vicino tutto quello che succede nel movimento del baseball per ciechi.

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