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Al Mondiale di Viera ha vinto anche l'Italia grazie ad Alessia Cicconi

VIERA, Florida Alessia Cicconi, l'unico arbitro donna (120 invece gli uomini) in Italia, ha avuto l'onore anche nell'ottava edizione del Mondiale di baseball femminile che si sta svolgendo in Florida, di essere una delle "giacchette nere" più richieste ad apprezzate, una superstar nel suo ruolo.
La professoressa di Ascoli Piceno (insegna scienze al Liceo classico e linguistico, con una laurea in biologia marina) si è vista assegnare dal responsabile WBSC Gustavo Rodriguez ben quattro gare a casa base, comprese Cina Taipei-Usa e Taipei-Canada, le due gare più importanti per designare l'avversaria del Giappone nella finalissima di venerdì. Due gare che dimostrano la stima e la fiducia che ha saputo guadagnarsi in un mondo tutto maschile.
Due anni fa in Sud Corea la nostra rappresentante fu addirittura l'arbitro capo della finale tra Giappone e Canada.
«Una soddisfazione immensa – racconta Alessia Cicconi con un sorriso smagliante – Il massimo che uno può chiedere. Un motivo d'orgoglio non solo per me ma per tutti gli arbitri italiani che, come nel softball, sono stati designati in questi anni per le più importanti manifestazioni internazionali. E questo è sicuramente dovuto al grande lavoro che è stato fatto dal Comitato nazionale arbitri».
«Per la finalissima tutta asiatica – prosegue – ci sarà un'altra umpire a casa base, la venezuelana Silva. E' giusto così, tra i sedici rappresentanti di Viera (dodici internazionali e quattro locali) ce ne sono alcuni di veramente bravi. Io d'altra parte il mio Oscar l'ho ricevuto nel 2016». Alessia sarà comunque in campo per il match che assegna il titolo iridato, in seconda base. Un altro bel riconoscimento al suo grande lavoro.
UN DIAMANTE E' PER SEMPRE – Alessia si è innamorata di questo sport ormai più di vent'anni fa e l'ingresso nel mondo arbitrale è avvenuta quasi per caso. «Giocavo a softball nella squadra della mia città, il Picchio Rosso – racconta – il mio coach Francesco Certelli mi convinse a frequentare un corso per classificatore che per quell'anno era collegato ad uno per direttore di gara. Una volta ottenuto il brevetto iniziai a classificare una gara di cadette ma la mia esperienza finì lì, non ci capivo niente e allora mi buttai sull'arbitraggio di baseball e softball».
Da quel giorno è passata tanta acqua sotto i ponti, ma la passione è sempre quella di un tempo. «Un diamante è per sempre – sorride Alessia – Anche se comincio a sentire qualche piccolo acciacco mi diverto ancora tanto ed esperienze come questa di Viera non fanno che darmi nuovi stimoli, nuova voglia di continuare. Adesso mi piacerebbe fare anche i playoff di serie A1, dove ho debuttato tanti anni fa in una terna con Giachi e Cappuccini, Sarebbe un bel finale di carriera, anche se arbitrare una finale Mondiale è stato il massimo».
UN SOGNO ESSERE QUA – "Come si fa a non essere romantici con il baseball?", diceva Billy Bean in Moneyball. E quanto a romanticismo l'umpire marchigiana ne ha da vendere. «Cosa posso volere di più? Il baseball è il mio sport preferito, la grande passione della vita e adesso sono qua nel tempio del baseball, gli Stati Uniti, dove un anno ho arbitrato anche a livello di high school. Il Mondiale femminile è stato un grande spettacolo e sono contento che alle donne sia stata data questa opportunità di disputarlo. Su cosa si puà migliorare? I battitori e i difensori sono al top.Ci sono giocatrici straordinarie. Qualche lanciatrice in più non guasterebbe. Ci sono nazionali che ne hanno troppo poche di livello per essere competitive».
Si arbitra meglio una gara femminile o una maschile? «Per la velocità è sicuramente più facile gestire le chiamate, poi la gara è più veloce».
Come si può aiutare il baseball ad essere praticato maggiormente dalle donne? «Basterebbe innanzitutto togliere la regola che dopo gli under 12 le bambine devono andare a giocare a softball. Bisogna metterle a scelta anche se mi rendono conto che in Italia la coperta è corta e alla fine se prendi da una parte togli dall'altra».
LA NOVITA' CHALLENGE – Nel Mondiale di Viera Alessia Cicconi ha fatto anche i conti con alcune novità: i dodici secondi per effettuare un lancio, i 90 secondi per cambiare campo e soprattutto l'instant replay, il challenge.
«Può essere una bella cosa – sottolinea – ma deve essere migliorato. Purtroppo la chiamata a casa base tra Taipei-Stati Uniti non era chiara, non avevo i mezzi, le telecamere per giudicarla al meglio. Occorrerà aumentare i punti di osservazione».
«E' stato bello condividere anche queste nuove regole – prosegue – con tutti gli arbitri arrivati da tutte le nazioni partecipanti e parlarne anche con il nostro "boss" Gustavo Rodriguez, sempre pronto a darci una pacca sulla spalla e il consiglio giusto per migliorare. Sono felice dell'esperienza che ho fatto. Tornerò al mio lavoro a scuola contenta e con qualcosa di bello da raccontare ai miei studenti».

 

 

Maurizio Caldarelli

Giornalista del quotidiano "Il Tirreno" di Grosseto, collabora anche con la Gazzetta dello Sport.

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