I lanciatori non saranno tutto, ma senza di strada non ne fai molta. La situazione del Parma, attualmente finalista a sorpresa del campionato, apre la porta a una serie di considerazioni.
Guido Poma, per un motivo o per l'altro – Santana mandato a Collecchio, addio (o arrivederci) di Lugo, cacciata di Pirvu – è arrivato ai playoff con cinque lanciatori di ruolo. Così, volutamente prima, con il Rimini, e come scelta obbligata ieri sera con l'Unipolsai, si è trovato a "non giocare" determinate partite. In semifinale gli è andata più che bene, e lui il titolo di manager dell'anno se l'è già guadagnato. Però, allargando il discorso al generale, e portandolo all'eccesso, alcune considerazioni vengono spontanee. Partendo da un Parma che ieri sera in gara uno di finale ha perso 1 a 14, con – di fronte a Jorge Martinez, Antonio Noguera e Filippo Crepaldi – una sola valida in meno rispetto al Bologna, attacco più prolifico della stagione. Di una squadra che con la mazza c'è, anche se in regular season ha fatto registrare una media inferiore al Padova e in semifinale ha vinto battendo meno. Di una formazione in cui Erly Casanova, con tutto quel che ha fatto contro il Rimini e le sue 8 vinte e 2 perse in regular season, non è stato il miglior pitcher dell'A1 con un pgl nella prima parte del campionato inferiore a quelli di Perez, Ruiz, Hernandez, Richmond e dell'ex compagno Pirvu.
Ora mettiamo che, in via di pura ipotesi, con l'attuale formula un team trovi il modo e la maniera di mettere le mani su un elemento per il monte un palmo sopra e in grado di tenere la completa. Negli ultimi anni, tolto il 2016, è bastata la media del 500 in classifica per passare alla seconda fase. Con le due partite settimanali e i playoff strutturati come adesso, potrebbe bastare un solo lanciatore per vincere lo scudetto (con corollario di "manifeste inferiorità", che dovessero restare così le cose sarebbe il caso di mettere anche nei playoff!Perché credete che abbia fatto bene al baseball la diretta di ieri sera?). Un buon motivo, che si aggiunge peraltro ai molti altri, per tornare alle tre partite subito, dal 2019. Perché è il massimo campionato, non la serie A2.
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