La stagione 2019 della MLB prende il via domani – in maniera inusuale – con l’anticipo al Tokyo Dome della miniserie da due tra Seattle Mariners e Oakland Athletics. “E’ il campo più lento che abbia mai visto” ha dichiarato un non felicissimo Scott Servais, GM di Seattle, dopo il primo allenamento sul campo di gioco in erba sintetica dello stadio da 45mila posti dei Yomiuri Giants.
Anche Mitch Haniger, l’esterno di Seattle che aveva giocato al Tokyo Dome lo scorso novembre in occasione delle gare di esibizione delle Japan All-Star Series, si è lamentato. Da allora anche se è stato rifatto il manto erboso e le lame di erba sono molto più alte, “devi essere davvero aggressivo caricando la palla. Rimbalza come se fosse sull’erba ma solo molto più lentamente”.
Il vantaggio invece sarà per gli slugger che si trovano lati esterni, sia destro che sinistro, molto corti. Durante la gara di esibizione contro i padroni di casa Yomiuri Giants, Haniger, Bruce e Gordon hanno sbattuto la palla fuori dal diamante. Tanta attesa per vedere Ichiro Suzuki, 45enne storico giocatore di Seattle, che dopo queste due gare a Tokyo potrebbe ritirarsi.
Lato Oakland, Bob Melvin si coccola il suo roster e sembra badare meno alle condizioni del manto erboso. C’è molto entusiasmo per questa esperienza in Giappone. Le prime due gare di esibizione hanno visto sugli scudi il seconda base Matt Chapman che è andato 5 su 5 con 3 basi ball conquistate su 8 apparizioni al piatto, dopo che, durante gli spring-training in Arizona, non era andato oltre il .261 di media battuta. Anche il battitore designato Khris Davis e l’esterno destro Stephen Piscotty stanno prendendo le misure con il diamante, un fuoricampo a testa, e complessivamente gli A’s sembrano molto più confidenti degli M’s con l’ambiente circostante.
L’Opening Day è fissato per domani quando in Italia saranno le 10.30, stesso orario della seconda partita fissata per giovedì. Le due franchigie poi rientreranno in USA e riprenderanno il campionato con l’avvio della regular-season assieme a tutte le altre franchigie il 28 marzo. Entrambe esordiranno in casa, Seattle contro Boston ed Oakland contro gli Angels. La stagione regolare terminerà il 30 settembre, le post-season prenderanno il via il 1 ottobre mentre le World Series si terranno dal 22 al 30 ottobre, data della eventuale gara-7. Pausa per la 90esima All-Star Game, in programma al Progressive Field di Cleveland il 9 luglio, dall’8 al 10 luglio.
Come nel 2013 le squadre dovranno giocare 19 serie contro squadre della stessa Division per un totale di 76 partite, mentre dovranno disputare 6 o 7 serie contro franchigie della stessa Lega per un totale di 66 incontri. Per l’Interlegue incroceranno mazze e guantoni la AL East contro la NL West, la AL Central contro NL East e AL West contro la NL Central.
Le trasferte della MLB all’estero non si esauriranno con la miniserie in Giappone. Nello Estadio de Béisbol Monterry, in Messico, verranno giocate due miniserie il 13-14 aprile tra St. Louis Cardinals e Cincinnati Reds e il 4-5 maggio tra Houston Astros e Los Angeles Angels. In Europa la Major arriverà a Londra, al London Stadium tra il 29 ed il 30 giugno, e vedrà coinvolti Boston Red Sox e i New York Yankees.
Infine per valorizzare le College World Series e le finali di Little League, i Kansas City Royals affronteranno Detroit Tigers al TD Ameritrade Park il 13 giugno, mentre i Pittsburgh Pirates affronteranno i Chicago Cubs al BB&T Ballpark di Williamsport, Pennsylvania, il prossimo 18 agosto in coincidenza dei rispettivi eventi.
Sono 6 i nuovi manager di questa stagione. Il più atteso sarà sicuramente Brad Ausmus, ex-allenatore dei Tigers dal 2014 al 2017, che avrà il difficile compito di sostituire Mike Scioscia (1.650 vittorie e 1.428 sconfitte in 19 anni) agli Angels.
Prima esperienza da manager per David Bell, che ai Cincinnati Reds avrà il compito di sostituire Bryan Price (279–387 in quattro anni), dopo l’interim di Jim Riggleman (64-80 nel 2018), e per Chris Woodward, che ai Texas Rangers dovrà sostituire Jeff Bannister (325–313 in quattro anni, con due pennant di West Division conquistati nelle prime due stagioni), dopo l’interim di Don Wakamatsu (3-7 nelle ultime 10 partite del 2018), tornato ad essere bench-coach.
Anche il rookie Charlie Montoyo, neo-manager dei Blue Jays che prende il posto di John Gibbons, non ha un compito semplice. Gibbons è una celebrità a Toronto dove ha guidato la franchigia dal 2004 al 2008 e poi dal 2013 al 2018, tanto che il sindaco ha proclamato il 26 settembre, giorno in cui ufficialmente il manager ha dichiarato che non allenerà più, il “John Gibbons Day”. Il suo trascorso a Toronto parla di 793 vittorie e 789 sconfitte in regular season e 10 vittorie ed altrettante sconfitte alle post-season.
Esordio da manager anche per Rocco Baldelli, che sostituisce Paul Molitor al Twins (305–343 in quattro anni, tra i quali spicca una qualificazione ai ply-off nel 2017, anno nel quale venne nominato AL Manager of the Year), e per Brandon Hyde, che sostituisce un’altra pietra miliare, stavolta a Baltimore dove rileva Buck Showalter che in nove anni (669–684), ha guidato gli Orioles a 3 post-season, fino ad arrivare alle Championship di American League nel 2014.
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