Verso il PlayBall

In riva al Tirreno sale la febbre per il Nettuno Baseball City

Solamente l’estate scorsa il Nettuno Baseball City aveva terminato la regular season non tra una, non tra due, ma tra mille difficoltà. Pensare che si sarebbe ripresentato ai nastri del campionato 2019 poteva essere considerata quasi un’utopia. Che lo farà addirittura ricoprendo il ruolo di una delle favorite per la vittoria finale, beh, alzi la mano chi ci avrebbe scommesso un centesimo.
Invece durante l’autunno e la prima parte dell’inverno ne sono successe manco a dirlo di tutti i colori, un elenco di avvenimenti che una volta tanto vogliamo risparmiarvi, ma che ancora una volta la dice lunga su quanto siano vivaci le offseason in riva al Tirreno. Tra un fallimento e un ritiro, l’arrivo di Pillisio e le cose che concretamente prendevano forma, anche i più scettici si sono convinti che ora i verdazzurri possono seriamente competere per il titolo, per riportarlo a Nettuno dopo 18 stagioni di attesa.

Le ultime difficoltà affrontate sono state quelle relative allo Steno Borghese. Ripreso come sempre da condizioni disastrose nel quale era stato lasciato, con palestra e spogliatoi in stato di abbandono, alcune attrezzature sparite o addirittura distrutte, con il manto erboso da rimettere in sesto come punta di un iceberg di un impianto che ormai, come triste abitudine, esce dall’inverno in forma pietosa. L’ultima opera in ordine di tempo è stato il restauro del tabellone segnapunti (foto qui accanto).
Ma rimboccatesi le maniche, lo staff del Nettuno Baseball City ha affrontato anche questa ennesima difficoltà. E ora, con l’arrivo di ieri di Vasquez si è completato il roster, una rosa fortissima che non nasconde le proprie ambizioni. Il primo a non farlo è proprio il manager, Carlo Morville, riconfermato quando ancora le cose erano in alto mare.
La squadra è forte, inutile girarci intorno, abbiamo un lineup micidiale che può mettere in difficoltà chiunque. La difficoltà attuale è che ci conosciamo poco tutti insieme, anche se il gruppo di Rimini lo scorso anno ha fatto parte della stessa squadra e questo ci viene a vantaggio – dice – occorre sicuramente unità d’intenti perché si deve partire subito col piede giusto. La stagione purtroppo è corta, appena 24 partite di regular season per arrivare ai play off che considero l’obiettivo minimo, poi il resto si vedrà. Per vincere serve che si concatenino una serie di fattori, non ultimo la fortuna, che non guasta mai”.
Certo, è una prima fase talmente corta che si fa fatica a crederci. A1 a sette squadre, due match per fine settimana, e come ci ricorda Morville, “a baseball si prende il ritmo giusto se si gioca tutti i giorni”. Come dargli torto?
Per ora le certezze sono poche, a parte qualche punto fermo stabilito già in sede di mercato. “Il partente per venerdì è Ruiz, mentre per la seconda dobbiamo ancora decidere. Abbiamo Taschini, Richetti, Andreozzi, Morellini che per ora sta effettuando quasi solo lavoro fisico perché ha un problema alla spalla. Non abbiamo avuto nemmeno la possibilità di giocare partite amichevoli, troveremo la forma giusta strada facendo e cercherò di tenere tutti sulla corda, senza considerare almeno per ora una formazione tipo”.

Altro non c’è da aggiungere a tre giorni dal primo playball stagionale, sempre pensando a quello che si è vissuto negli ultimi anni a Nettuno. La società si sta facendo letteralmente in quattro per riportare la gente allo stadio come negli anni d’oro, anche facendo scegliere agli stessi tifosi la grafica della casacca. Tanto coinvolgimento operato per via di una campagna abbonamenti molto “social” e, ovviamente, una squadra forte che sta prendendo forma. Cose che insieme hanno riacceso l’entusiasmo in città e venerdì sera c’è da aspettarsi un discreto pubblico al Borghese, condizioni meteo permettendo.
Ad aprire la serata, nell’opening day contro il Castenaso, alle 20,15 un’esibizione di hip hop della Scuola Modulo e poi, alle 20,25, il primo lancio della partita che sarà effettuato dal direttore creativo della Maison Valentino, lo stilista Pierpaolo Piccioli, nettunese doc (foto a sinistra). Il quale lo scorso dicembre è stato insignito del premio Designer Of The Year all’evento del British Fashion Council che si tiene ogni anno alla Royal Albert Hall di Londra, succedendo al vincitore dello scorso anno, Raf Simons per Calvin Klein. Piccioli, una delle glorie di Nettuno, città che adesso dopo tanto penare in acque agitate non vuole altro che godersi il “suo” gioco in santa pace.

Il roster

NC Specifica NOME COGNOME Data di nascita Batte Lancia
ASI NON ASI
13 SI Milvio Andreozzi 01/04/1993 D D
21 SI Giovanni Vito Sathya Garbella 19/01/1996 D D
5 SI Nicola Luciano Sathya Garbella 11/12/1992 D D
25 SI Renato Imperiali 23/05/1988 D D
18 SI Fabrizio Ludovisi 10/05/1970 D D
27 SI Giuseppe Mazzanti 05/04/1983 D D
33 SI Yuri Morellini 14/03/1993 D D
10 SI Gabriele Orefice 10/05/1997 D D
36 SI Carlos Manuel Richetti 23/08/1983 D D
31 SI Vinicio Sparagna 24/06/1987 D D
50 SI Paolo Taschini 20/02/1994 D D
52 SI Carlos Enrrique Teran 18/03/1990 D D
69 SI Luis Honorio Alvarez Bello 28/02/1990 D D
9 SI Oscar David Angulo Gamez 01/02/1984 D D
94 SI Ricardo Jose Hernandez Sanchez 23/01/1988 S S
43 SI Freddy Miguel Noguera 10/01/1991 D D
8 SI Leomartires Rodriguez Reyes 11/12/1991 D D
57 SI Raul Jose Ruiz Seco 04/12/1990 D D
7 SI Jesus Alberto Ustariz Luis 26/04/1993 D D
2 SI Andy William Vasquez 08/10/1987 S/D D
Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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