Serie A1

San Marino bissa al Borghese (8 a 5) e ora “vede” la finale

Con un copione quasi identico alla sera precedente, il San Marino fa sua anche garadue delle semifinali scudetto allo Steno Borghese (8 a 5) e si porta sul 2 a 0 nella serie, con il match point disponibile già da martedì a Serravalle.
Partenza sprint della formazione di Chiarini avanti sino all’8 a 0, poi si assisteva al disperato tentativo di rimonta del Nettuno Baseball City che però non si concretizzava. Per la squadra di Villalobos decisive in negativo alcune ingenuità difensive, che si sono aggiunte alla pesante assenza del partente Paolo Taschini.

Di fronte a circa 600 spettatori, al secondo San Marino si portava avanti: singolo di Flores, battuta in diamante di Celli sulla quale la difesa nettunese non riusciva a chiudere il doppio gioco, e sul conto di tre ball e uno strike l’ex Reginato spediva la pallina oltre la recinzione di sinistra per il 2 a 0. Andreozzi accusava il colpo e subiva un altro singolo di Epifano, quindi un’innocua volata di un altro ex, Mario Trinci, cadeva in diamante tra ricevitore e terza base, a sottolineare anche la gran confusione difensiva in casa City.

Alessandro Maestri, lanciatore vincente di garadue

Seguivano la base a Pulzetti, una volata di sacrificio al centro di Giordani e il texas di Rondon che valevano il 4 a 0 ospite. La partita di un Andreozzi uscito dal campo estremamente contrariato terminava lì, era il turno di Nicola Garbella che esordiva colpendo Romero e dunque caricando le basi, quindi concedeva quattro ball a Flores per il 5 a 0 prima di chiudere una ripresa sanguinosa relegando Celli ad una volata a destra.
Altri tre punti ospiti al terzo attacco, con due out arrivavano due basi ball, quindi il doppio di Giordani e un’altra battuta a superare il diamante di Rondon per l’8 a 0.

Sembrava finita, invece da quel momento in poi Nicola Garbella non subiva più punti, uscendo indenne da situazioni di due corridori in base. Mentre il City lentamente rialzava la testa. Era Giovanni Garbella con un doppio al quarto a portare i suoi sull’8 a 1, attacco che avrebbe avuto ben altra “coda” se Maestri non lasciava al piatto Sparagna e Noguera in una situazione di due corridori in posizione punto.
Al sesto ancora Giovanni spediva fuori dal campo al centro la palla dell’8 a 2 sul Cherubini, che intanto era subentrato a Maestri (5 rl, 5 bv, 2 b, 8 k, 1 pgl), e tanto per non rimanere con le mani in mano al sesto entrava in rilievo del fratello, mettendo a segno tra sesto e ottavo nove eliminazioni di fila.

Giovanni Garbella nel box di battuta

L’inerzia della partita era cambiata, e al settimo con Coveri in pedana per il San Marino si caricavano subito le basi. Colpito Angulo, singoli di Mazzanti, Nicola Garbella e Vasquez (con eliminazione a casa di Nicola Garbella) più un lancio pazzo per l’8 a 5.
Match totalmente riaperto e Chiarini era costretto ad effettuare il quarto cambio in pedana chiamando Mazzocchi, per tentare di portare a casa una partita che al terzo sembrava ormai in ghiaccio e che invece vedeva il punto del pareggio del City nel box di battuta.
E il suo lanciatore svolgeva il compito alla perfezione, chiudendo la contesa senza subire più valide. Per il San Marino è la vittoria del 2 a 0 ed una finale scudetto sempre più vicina, mentre al City ora serve veramente un miracolo.

This post was published on 4 Agosto 2019 00:33

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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