All’inizio della stagione il San Marino si era posto l’obiettivo di andare fino in fondo – sono le parole del presidente Mauro Fiorini – Ma dopo aver centrato l’ottava finale nella storia i ragazzi di Mario Chiarini sembrano avere anche le carte in regola per giocarsela con Bologna.
In questi playoff è saltato sette volte su nove il fattore campo e i Titani, con un line-up in ottima condizione, che ha chiuso a 255 contro Nettuno (333 Reginato) ed un monte di lancio (3.14 nella regular season contro il 3.13 del Bologna) ben assortito e lungo, possono davvero presentarsi nel weekend al “Gianni Falchi” per divertirsi e divertire e sopratutto per allungare il numero delle vittorie in trasferta.
San Marino, risultati alla mano, è una delle squadre più titolate degli ultimi quindici anni, con quattro scudetti (2008, 2011, 2012 e 2013), tre coppe dei Campioni (2006, 2011 e 2014) e una serie di finali in Italia (due perse proprio con la Fortitudo Bologna nel 2005 e 2009) e in Europa. Dopo cinque anni di assenza i sammarinesi tornano a giocare per il titolo con un manager debuttante nelle Italian Series: «Sono felice di essere in finale al mio secondo anno da tecnico – dice Mario Chiarini – La soddisfazione è tanta soprattutto per il lavoro svolto: abbiamo giocato quattro ottime gare di semifinale. Bologna è la squadra da battere. Contro Parma ha dimostrato di avere grandi qualità. Sia noi che loro siamo comunque attrezzati per questa finale. Sarà una bella finale, alla quale arriviamo in ottima condizione. Dovremo giocare out per out e tirare le somme solo a fine partita».
Probabilmente, con tre matricole al via del campionato, i playoff erano quasi d’obbligo, dopo una stagione 2018 sotto le aspettative, ma non era così scontato per una squadra rivoluzionata compiere l’impresa di portare via due partite al Nettuno City allo Steno Borghese e di centrare la finale in quattro incontri.
L’addio di Imperiali. San Marino venerdì sera riparte da qui, con la voglia di provare a mettere in bacheca numero cinque, magari da dedicare a Francesco Imperiali, che dopo tredici stagioni a San Marino ha deciso di appendere il guantone al chiodo, non prima di aver dato una mano alla squadra «in una finale dove può succedere di tutto».
«Il 2020 lo prenderò per me, per la mia famiglia – ha detto pubblicamente la bandiera del San Marino, arrivata nel 2007 da Anzio – Poi chissà, non si può escludere nulla. Il baseball è come una malattia, non ti molla».
L’addio di Imperiali sarà un motivo in più per cercare di essere protagonisti. In regular season il bilancio è stato di tre vittorie ad una per i felsinei di Lele Frignani, sconfitti nel girone di ritorno in garadue al “Serravalle”. I playoff sono da sempre una lotteria e anche nelle semifinali si è avuta la conferma: Carlos Quevedo e Ale Maestri (7 vittorie a testa nella stagione), i lanciatori partenti scelti da Chiarini per le prime due partite, sembrano in grado di fermare le mazze dei campioni d’Italia e d’Europa.
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