Gijang (Corea del Sud) Era la partita da dentro o fuori per i padroni di casa della Corea che la vincono al tie break (5-4 ) alla fine di un incontro spettacolare e riaprono i giochi nel super round. Gara molto sentita, pubblico delle grandi occasioni – presente anche il presidente della Wbsc, Riccardo Fraccari – partita ricca di spunti.
I manager affidano la pallina a So Hyeongjun (Corea), fin qui 6 inning lanciati con altrettanti K e all’attesissimo Roki Sasaki, accreditato di quasi 100 miglia e tenuto finora a riposo anche – dicono i colleghi giapponesi – per problemi con una vescica.
Al primo inning subito una valida per i nipponici e subito il bunt chiamato da Nagada, con uomo in seconda un out in diamante e K. Out in diamante anche per la Corea, poi base per ball, una volata all’esterno e la visita del manager, la rubata e poi un K ma in 19 lanci il gioiellino ha tirato 12 ball e la partita finisce qui. Al secondo prende il suo posto Junya Nishi, inizialmente schierato esterno destro e quinto nel line-up
La partita fila veloce, valida interna del Giappone, doppio gioco e K; strike out anche il battitore coreano, poi una valida, palla mancata, ancora un K e un out in diamante. Il lanciatore coreano imbriglia il line up giapponese, costringe a battere in diamante, concede un doppio al quarto ma poi arriva il quinto K. L’attacco coreano si apre con un singolo, il bunt chiamato è al volo ma Nishi lo lascia cadere volontariamente (e poco sportivamente) comunque battitore out e successivo doppio gioco difensivo.
Al quinto la grande occasione della Corea: singolo, due out al volo, ancora singolo e con uomini in prima e seconda Kim batte all’esterno destro, il coach fa correre a casa ma un tiro millimetrico di Endo brucia il corridore. Tre out di fila al sesto per entrambe le squadre.
Al settimo la svolta, valida giapponese, volata a destra e ottavo K, poi ancora valida: per la prima volta i nipponici hanno due uomini in base. Il manager fa visita sul monte ma è inutile, perché sulla battuta all’esterno destro il Giappone segna l’1 a 0 e sulla volata corta non raggiunta dall’esterno centro è 2-0. Scende il lanciatore partente, tocca a Lee Juyepop che con uomini agli angoli carica le basi. Una volata a destra tiene viva la Corea.
Sul monte per il Giappone sale Hiroya Miyagi, fino a quel momento esterno sinistro, due out di fila poi una valida a destra, un pinch hitter va nel box ma viene eliminato al volo.
All’ottavo sale sul monte il mancino Lee Seunghyun per la Corea, dopo un out concede una valida e una base e la sua partita finisce qui, tocca a Choi Junyong che riempie le basi ma la ripresa termina con uno spettacolare doppio casa-prima.
Un’azione che gasa i padroni di casa che nel loro attacco pareggiano: prima battono un singolo, poi con una “invenzione” del piccolo e velocissimo Kim trovano un bunt che scavalca al volo il lanciatore e diventa valido. Visita sul mound, la battuta corta in diamante porta i corridori in seconda e terza, con il battitore eliminato in prima. Arriva un K, poi sulla battuta in terza – non facile – il tiro in prima supera il difensore ed è 2 a 2. La battuta sul prima base chiude l’inning.
Il nono si apre con un out nel quale fa tutto da solo il prima base dopo una bella presa e si chiude con due K. “Dae han min kuk” grida il pubblico coreano, diciamo un “Let’s go” in salsa asiatica, quando si presentano i padroni di casa per l’ultimo attacco: battuta spostata sull’interbase che raccoglie e assiste alla perfezione, un out. La valida di Kang, appena 83 di media finora, porta in prima il punto della vittoria. Non c’è gioco d’attacco, inspiegabilmente, e arriva un K, poi un colpito e con uomini in prima e seconda Kim batte una valida a sinistra, corsa a casa base e ancora out sul tiro di Nishi, richiesta di “review” che conferma la decisione dell’arbitro. Si va al tie break, il bunt giapponese porta uomini in seconda e terza, sale sul monte il mancino Yundong, la lunga valida a destra di Sakashita vale il 4-2 ma viene eliminato nel tentativo di arrivare in terza, poi una linea chiude la fase d’attacco.
Sul monte per il Giappone va il mancino Hayashi: stavolta non solo il bunt riesce ma il tiro in prima supera il difensore e si va 4-3 con uomini in seconda e terza, il pitcher concede 4 ball e le basi ora sono piene: lo sostituisce Ikeda che ottiene un K, poi la base che vale il 4-4, poi la volata di sacrificio della vittoria. Stavolta l’esterno centro non fa il “miracolo” e pure la “review” chiesta dai giapponesi – sulla partenza anticipata del corridore in seconda che sarebbe stato il terzo out – conferma tutto.
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