Baseball Ciechi

“Mole’s Cup” 2019, nuovo trionfo italiano

Cambia a rotazione la sede della “Mole’s Cup” del baseball ciechi – tra Italia, Francia e Germania – ma non cambia di una virgola il responso del campo: anche nell’edizione più partecipata di sempre, andata in scena lo scorso week-end sul campo dell’Acqua Acetosa di Roma, il baseball ciechi Italian Style ha prevalso, sia pure al fotofinish, sulla concorrenza, rappresentata principalmente dalla fortissima ed agguerrita compagine cubana, sconfitta dai nostri ragazzi per 3-1 in una gara dimostrativa sabato sera, risultato bissato dall’1-0 della finale di domenica in coda ad un match tanto nervoso quanto spettacolare e incerto risolto dagli azzurri nelle battute finali.

A testimonianza della diffusione ed espansione planetaria del nostro sport, sono state invitate, oltre alle fondatrici del Torneo (Italia, Francia e Germania), anche Cuba, Gran Bretagna e USA (NY Rockers). La LIBCI avrebbe voluto accogliere anche le realtà emergenti di Panama e Pakistan che già seguono un programma nei rispettivi Paesi, sogno ambizioso solo temporaneamente procrastinato a causa di inconvenienti burocratici e di budget. Presente all’evento il giovane e dinamico presidente della Federazione Baseball argentina, Martin Mondino, che ha espresso la volontà di adottare quanto prima il batti e corri “Italian Style”, volontà sposata pienamente dall’Associazione che, con il sostegno della WBSC, invierà materiale e tecnici a Buenos Aires a novembre per attivare concretamente il programma in Sud America.

Tornando alla Mole’s Cup, si è confermato in modo lampante e inequivocabile il gap ancora profondo, tecnico ed organizzativo, esistente tra Italia, Cuba e le altre partecipanti: azzurri e caraibici apppaion attualmente nettamente superiori, in grado di surclassare europei e statunitensi in scioltezza. Dietro Italia e Cuba, NY Rockers e UK Blind Baseball già su buoni livelli, trainati da un entusiasmo endemico e contagioso che ha permesso a questi atleti, di fatto alla prima esperienza internazionale, di giocarsela sino in fondo con i colleghi europei più esperti.

Il Torneo, ideato da Franz Fischer nel 2010, ha seguito la formula vincente già sperimentata nelle 8 precedenti edizioni: gironi di qualificazione all’italiana sabato con gare sulla distanza dei 5 inning o dei 60 minuti di gioco, domenica dedicata alle finali e alle cerimonie di premiazione, di squadra e individuali. Cornice di pubblico e addetti ai lavori già piuttosto folta al playball delle 9 di sabato, invogliata dal clima fresco e gradevole, incuriosita dalla presenza di Inghilterra e USA. Particolarmente toccante l’ingresso in campo dei Rockers con gli “US Ambassadors” (il sottoscritto e Briglia e Ada Nardin sull’orlo delle lacrime all’esecuzione del “The Star-Spangled Banner”, sopraffatti dall’emozione per un sogno che si materializzava, finalmente, dopo 5 anni di duro lavoro.

Nessuna sorpresa nella fase di round-robin con Italia e Cuba a menare le danze nei due gironi, pareggio salomonico tra Germania e Gran Bretagna e successo di misura transalpino sugli USA. Al termine delle gare pomeridiane, l’Assessore allo sport del Comune di Roma, Frongia, accompagnato dal Presidente della Commissione Sport, Angelo Diario, si è intrattenuto con le squadre, portando il saluto della sindaca Raggi e di Roma Capitale agli oltre 100 atleti presenti. In chiusura di giornata, sotto i riflettori, è andata in scena la gara dimostrativa tra Italia e Cuba, antipasto sfizioso alla finale di domenica, prima partita giocata interamente in notturna. Confronto entusiasmante, attacchi potenti, ottimamente imbrigliati da difese di altissimo livello, trascinate dalle prestazioni monstre del cubano Merino a cui ha ribattuto colpo su colpo il solito Gaetano Casale. L’ha spuntata l’Italia per 3-1, più precisa e chirurgica al piatto (12 valide contro le 5 caraibiche) ancorata alla diga impenetrabile degli interni Casale-Ghulam.

La domenica romana si è aperta con la finale che ha assegnato le ultime due piazze in cui, a sorpresa, i ragazzi inglesi hanno regolato 1-0 i NY Rockers, trascinati dai giovani Afridi e Korosi, mentre la Francia ha avuto la meglio sugli amici bavaresi con identico punteggio, grazie al 2 su 3 di Torres con punto battuto a casa. Intorno a mezzogiorno, dopo uno scambio di gagliardetti tra il Presidente AIBXC Mazzanti ed Eugenio Ficorilli, Lions Club Roma, scattava l’attesissima finale che, sin dalle prime battute, si trasformava in un duello entusiasmante tra legnate poderose e difese ermetiche in grado di arginarle. Non sono mancati momenti di tensione e nervosismo tra due squadre che da sempre non si amano e non contemplano nel proprio DNA sportivo il sapore della sconfitta. Cuba smaniosa di vendicare lo smacco subito qualche ora prima, sia pur in amichevole; Italia risoluta a riaffermare la propria egemonia totale e cancellare l’incidente di percorso di Montpellier 2017 in cui gli amici del Caribe riuscirono nell’impresa di sgambettare gli azzurri. Nella parte bassa del quarto inning, dopo aver scampato un paio di pericoli grazie al pronto intervento di Casale (due doppi giochi fondamentali innescati tra secondo e terzo inning), la Nazionale italiana metteva a referto il punticino della vittoria, segnato da Ghulam, battuto da Oliveri. Nella quinta ripresa, ancora Casale in cattedra (saranno 14 le assistenze a fine gara), coadiuvato da uno splendido Giuseppe Tocco, autore di un out miracoloso su legnata destinata al fuoricampo di Rodriguez. L’ultima eliminazione di Casale su Perez scatenava la festa tricolore nei pressi del monte: Italia ancora regina della Mole’s Cup, meglio anche nel box con 6 valide contro le 4 di Cuba. Difficile stilare una graduatoria di meriti e valori tra gli atleti in diamante: detto della prova fantasmagorica di Casale, segnaliamo le ottime prestazioni di Oliveri tra gli azzurri (2 su 4, punto battuto a casa) e il 2 su 3 di Ghulam e Tocco, mentre tra i cubani splendidi Rodriguez in difesa (6 assistenze) mentre nel box si è distinto Merino (3 su 3).

Particolarmente ricca e colorita la cerimonia di premiazione aperta dalle parole del Consigliere BXC per lo sviluppo e promozione all’estero Lorenzo De Regny che ha elogiato intervenuti, organizzatori, manager, tecnici e atleti, protagonisti di questa splendida festa riuscita alla perfezione in cui non ci sono stati sostanzialmente intoppi o infortuni. Il Presidente Mazzanti ha successivamente consegnato la Coppa a Barbara Menoni in rappresentanza della selezione italiana, eletta anche miglior battitore donna, mentre il Segretario Generale FIBS Gianpiero Curti ha premiato Maikel Merino, secondo classificato con la squadra cubana, eletto anche MVP del Torneo. Gaetano “Orecchio Bionico” Casale si è aggiudicato il riconoscimento di miglior difensore.

Cuba si consola anche con il premio al miglior battitore assegnato a Yubis Zapata Rodriguez, mentre l’inglese Freya Gavin ha vinto il premio di giocatrice più giovane della manifestazione. Coppa per il terzo posto consegnato dal Presidente della Federazione argentina Mondino alla giocatrice francese Bouzerda, lasciando al Segretario dell’Ambasciata cubana di Roma Mauricio Martinez il compito di premiare i tedeschi. A chiudere, gli UK Blind Baseball, premiati da Tom Nagel, Presidente della Commissione Paralimpica WBSC, mentre Sandra e Tom De Rosa dei NY Rockers sono stati premiati dal Segretario Generale LIBCI Malaguti. E dopo questa scorpacciata di emozioni, abbracci e gesti tecnici di altissimo livello, si pensa già all’undicesima edizione della Mole’s Cup, probabilmente ancora in Germania.

Il baseball per ciechi torna in diamante il prossimo week-end con il tradizionale Torneo di fine stagione, ovvero la festa di congedo all’attività agonistica 2019, intitolato quest’anno alla memoria di Claudio Levantini, ex-Presidente dei Lampi Milano scomparso undici mesi fa.

 

Matteo Briglia

Matteo Briglia è nato a Milano nel 1968 e lavora come Analista Programmatore Senior presso la Engineering SPA - Ingegneria informatica. Diplomatosi nel 1992 come traduttore simultaneo, due anni più tardi consegue la Laurea in lingue presso lo IULM di Milano (inglese, francese). Da sempre appassionato di sport, in particolare quelli americani, segue sin dall'adolescenza il football e il basket di cui ha iniziato a scrivere nel 1993 pubblicando brevi articoli su riviste online riguardanti la postseason NFL e i playoffs NBA. Ha poi cominciato ad interessarsi anche alla Major League Baseball intorno al 1994, nella stagione dominata dai Toronto Blue Jays, formazione di cui si è immediatamente innamorato una volta comprese a fondo le regole del gioco e migliorato l'inglese tecnico (per poter seguire via radio le cronache direttamente dai diamanti a stelle e strisce). Dal 1998 circa scrive appassionati resoconti sulla Major League, con approfondimenti su New York Yankees e Atlanta Braves, squadra del cuore ormai da un ventennio. Matteo segue in diretta in particolare la postseason della MLB, con testi cariche di emotività, colore e pathos emozionale che hanno sempre caratterizzato le sue cronache di non vedente rendendole più vicine alle narrazioni Blog. Da tre anni circa, ha scoperto il baseball per non vedenti, entrando in contatto con l'AIBXC (Associazione Italiana Baseball giocato da ciechi). L'esperienza lo ha talmente elettrizzato tanto che dopo una prova iniziale ha deciso di proseguire a giocare con i Lampi Milano. Dal maggio 2011 collabora con Baseball.it seguendo da vicino tutto quello che succede nel movimento del baseball per ciechi.

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