Con un giorno di ritardo rispetto all’American League, scatta stanotte la post-season anche della National League. Per il “Senior Circuit” i Dodgers ospiteranno a Los Angeles i Milwaukee Brewers, la vincente affronterà chi avrà la meglio nella sfida di San Diego tra Padres e Cardinals. Nella parte bassa del tabellone, a Chicago, i Cubs ospiteranno i Miami Marlins, chi la spunterà dovrà vedersela con la franchigia vincente nella sfida tra Atlanta Braves e Cincinnati Reds. Ecco l’analisi di Baseball.it di queste serie.
Los Angeles Dodgers (43-17) – Milwaukee Brewers (29-31)
Una partita che sembra segnata prima di iniziare. La franchigia dei record, i Dodgers, che mai come quest’anno sembrano pronti per afferrare quel titolo che manca dal 1988, contro la squadra che non è mai stata sopra i .500 in questa stagione, quella che ha visto precipitare le rese di tutti i suoi giocatori migliori. Eppure le post-season, soprattutto nella gare da 3, sempre le più imprevedibili, ci hanno sempre consegnato sorprese. Da una parte lo squadrone invincibile, che quest’anno con l’innesto di Mookie Betts sembra aver toccato la perfezione, dall’altra un roster che si aggrappa al trio di partenti Brandon Woodruff, che sicuramente inizierà in una delle prime due partite della serie, e le macchine strike-out Devin Williams e Josh Hader. Los Angeles in casa è 21-9, Milwaukee in trasferta è 14-16.
San Diego Padres (37-23) – St. Louis Cardinals (30-28)
Una sfida dal fascino particolare tra una delle sorprese di questa stagione, i Padres, contro una delle franchigie con più partecipazioni alle post-season (30). San Diego arriva con grande entusiasmo a questo appuntamento, con due giocatori candidati all’MVP, cioè gli interni Manny Machado e Fernando Tatis Jr. (che ambisce anche al Rookie of the Year), mentre St. Louis ci arriva dopo una stagione pesantemente condizionata dall’alto numero di postitivi al test del Covid-19, tanto da iniziare il campionato in grande ritardo (alla fine chiusa con due partite in meno) e con una qualificazione raggiunta sul filo di lana. Va detto che i Cards alle post-season sono una vera macchina da guerra capaci di vincere 9 delle ultime 10 partite delle Divisione Series della NL e cercherà la sua quarta vittoria su San Diego su altrettanti tentativi in gare di play-off. Ma per riuscire nell’impresa di fermare questa armata, vista l’incostanza della fase offensiva, St. Louis dovrà puntare tutto su una rotazione composta da Jack Flaherty, Adam Wainwright e Kwang Hyun Kim e sostenuta da un bullpen che ha una combinazione sinistra-destra in Génesis Cabrera e Alex Reyes, e un veterano mancino in Andrew Miller. Di contro i Padres sperano di recuperare gli infortunati partenti Dinelson Lamet e Mike Clevinger (probabile il loro utilizzo in gara-1 e 3) e si affidano ad un gruppo di interni che oltre ai già citati Machado e Tatis Jr., può contare su Eric Hosmer e Jake Cronenworth. Al Petco Park i Padres hanno un record di 20-10, mentre i Cardinals in trasferta sono 15-13.
Chicago Cubs (34-26) – Miami Marlins (31-29)
Qualunque tifoso dei Cubs avrà sentito un brivido scorrere lungo la schiena e ripensato a quel famoso ottobre del 2003, quando la franchigia era ancora chiamata Florida Marlins. Si giocava gara-6 delle NLCS, con i Cubs avanti per 3-0 nella partita e avanti g3-2 nella serie da 7. A soli 5 out dalla vittoria della prima Championship Series dal 1945, una battuta in capo esterno stava finendo docile nel guanto dell’esterno di Chicago, ma un tifoso dei Cubs improvvidamente si allungò a toccare la palla e venne concessa interferenza. Dopo quel lancio i Marlins ottennero una serie di valide che portò Florida a vincere 8–3 quella partita portando la serie a gara-7, poi vinta dalla squadra di Miami. I Cubs attesero fino al 2016 per partecipare e vincere le World Series. Protagonista fu buona parte del roster attuale, compreso l’attuale manager David Ross, allora catcher della squadra. Kris Bryant, Anthony Rizzo, Javier Baez e Kyle Schwarber, quattro protagonisti delle World Series del 2016, hanno faticato molto nella regular season, quindi è stata soprattutto la rotazione, e in particolare Yu Darvish e Kyle Hendricks, a far arrivare fin qui la franchigia. La rotazione dei partenti è il piatto forte anche di questi Marlins. I debuttanti Sixto Sánchez e Sandy Alcantara, in particolare, sono tra i lanciatori più difficili da affrontare. Secondo “Statcast”, tra i lanciatori partenti, Sánchez è il terzo lanciatore con la velocità media più alta di fastball (97,6 miglia), seguito al 17esimo posto dai 96,4 mph di Alcantara. Pablo López è stato il titolare più stabile per tutta la stagione e la sua velocità media è di 93,3 mph, mentre il rookie mancino Trevor Rogers ha una media di 93,4 mph. Una curiosità: i Marlins sono la squadra con meno partecipazioni alle post-season, questa è la loro terza presenza, la prima dal 2003, ma con la più alta percentuale di vittorie in gare di play-off. Difficilmente arriva, ma quando lo fa va fino in fondo. I Cubs al Wrigley Field sono 17-13 mentre i Marlins lontano dalla Florida sono 16-14.
Atlanta Braves (35-25) – Cincinnati Reds (31-29)
Anche questa sfida è tra due franchigie che sono completamente in antitesi. Cincinnati, che non partecipa alle post-season dalle wild card del 2013, ha impostato le sue attuali fortune su una rotazione dei partenti eccezionale guidata dall’aspirante NL CY Young Award Trevor Bauer, leader nel ranking della media PGL. A completare la rotazione Luis Castillo e Sonny Gray regalano aspettative forti ai tifosi di Cincinnati in attesa di vincere una serie di post-season dal 1995. Atlanta dal canto suo è la seconda miglior produttrice di fuoricampo della NL dietro i Dodgers, grazie a slugger del calibro di Marcell Ozuna, Freddie Freeman e Ronald Acuña Jr., spesso arriva alle post-season ma difficilmente arriva in fondo tanto da avere una delle peggiori strisce di sconfitte consecutive nelle NLCS (10). Atlanta è 19-11 al Truist Park, mentre i Reds lontani da Cincinnati sono 15-15.
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