Italian Baseball Series

In Italia è solo Fortitudo

La chiamano “bella” la partita decisiva. E bella lo è stata per davvero. Al termine di una garasette intensa, mai scontata, Bologna si riconferma campione d’Italia. Lo fa per il terzo anno consecutivo, impresa che proprio San Marino (e nessun altro) era riuscito a fare dal 2011  al 2013. Uno scudetto forse insperato prima di queste finali, cominciato a diventare un sogno non impossibile guardando i dettagli di queste sfide: gli infortuni ai pitcher di San Marino, la voglia della squadra di Frignani di non mollare mai nelle partite riservate ai lanciatori italiani (da 1-4 a 7-4 in garadue, da 0-8 a 11-8 nell’ormai famosa garacinque) e quel turno basso che ha ribaltato appunto la quinta sfida e ha dato il via stasera sul Titano.

Brolo incassa la valida di Celli, bravissimo e scaltro ad arrivare a casa base girando addirittura dalla seconda sul singolo interno di Angulo. Non capita spesso di vedere entrambi i partenti scendere al secondo inning. La finale scudetto 2020 ci ha “regalato” anche questo. Perchè mentre Brolo deve lasciare il monte per problemi fisici, Maestri scende con tre punti sul groppone, punito dal turno basso della Fortitudo, con i doppi di Grimaudo e Dreni la valida di Astorri.

Comincia un’altra partita: Bassani (alla fine mvp delle finali) contro Nico Garbella, compagni di squadra due anni fa a Rimini. Dal quinto inning in avanti comincia l’altalena. Al quinto San Marino si avvicina con i doppi di Monello e Pulzetti (2-3), la Fortitudo riallunga con il fuoricampo da due di Helder. Al sesto nuovo tentativo dei titani con il pesante errore di Didder, il doppio di Garbella e la valida di Monello (4-5) e il solito Helder tocca (su Kourtis) la valida del 6-4. E anche al settimo San Marino si avvicina con un fuoricampo chilometrico di Celli. Tocca a Crepaldi difendere lo scudetto: base ad Avagnina, Angulo out al volo, Reginato al piatto. Esplode la festa della “F”.

Carlo Ravegnani

Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.

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