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Gualtiero Carli ha raggiunto il “Pres”

Se anche nel baseball italiano, alla fine di un campo da baseball, ci fosse la piantagione di mais stile “The field of dreams”, beh comincerebbe a essere parecchio popolata. Il batti e corri riminese ha perso questa mattina uno dei personaggi più conosciuti, uno di quelli più longevi. Si è spento infatti Gualtiero Carli, classe 1927, uno dei pionieri del baseball a Rimini, uno di quei ragazzi del professor Pagnini, insegnante del Liceo Classico, che disputò le Olimpiadi di Los Angeles nel 1932 nel pentathlon moderno e rimase affascinato dal gioco del baseball. Quando tornò lo propose ai suoi studenti, tra cui Gualtiero Carli, che decise di creare una società e formare una squadra. Era il 1949, i ruoli erano quasi tutti coperti, mancava il catcher, lo fece Gualtiero, che pochi anni dopo a Bologna formò una batteria di tutto rispetto con Lachi. Nel box aveva una particolarità, rarissima per i ricevitori, era un mago del bunt. Il baseball a Rimini riprese piede a fine anni Sessanta e logicamente c’era Carli a guidare un manipolo di bravi ragazzi, questa volta dal dug-out nel ruolo di manager. Poi ricambia ancora e diventa dirigente quando a capo dei Pirati arriva Rino Zangheri. Quella di Gualtiero è una scalata a livello dirigenziale, fa parte del consiglio federale con Beneck presidente, gira il mondo, resta sempre fedele al “Pres” col quale condivide gioie e dolori sul diamante, mangiate, risate, relax nella residenza estiva Zangheri a Ibiza. A Rimini era facile trovarlo: per qualche anno ha mandato avanti l’Universal, storico negozio interamente dedicato al baseball, altrimenti il suo triangolo era casa-campo-Taverna degli Artisti. Il ristorante storico di Marina Centro degli amici Sergio e Nadi dove sostavano spesso e volentieri i fenomeni del Rimini Baseball vinci-tutto, da Romano a Orrizzi, da Long a Spica. Allo Stadio dei Pirati, Carli aveva il suo posto fisso durante le partite. Si piazzava esattamente in linea dietro il box di battuta, da buon catcher, sia per godersi i lanci, sia per controllare le chiamate arbitrali. Un giudice severo (uso un eufemismo) per gli arbitri di casa base ai quali non ha mai perdonato niente: “era fuori di mezzo metro” una delle sue frasi classiche se la chiamata danneggiava un battitore dei Pirati. Magari il lancio era sul filo, ma guai a contraddirti caro Gualtiero.

Carlo Ravegnani

Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.

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