MLB

Major League, la lunga attesa è finita. Si ricomincia

Manca ormai pochissimo all’Opening Game della Major League e non potevamo fare a meno della nostra tradizionale chiacchierata con il Vice Caporedattore di Sky Sport 24 Danilo Freri, che come al solito ha dedicato un po’ del suo tempo per illustrare ai lettori di Baseball.it, con una chiacchierata a 360°, tutto quello che c’è da sapere sul campionato di baseball a stelle e strisce che regala sempre emozioni.

Eccoci, di nuovo 162 partite di stagione regolare, la National League senza battitore designato. E poi il roster a 26 giocatori e il via ai play-off allargati. Finalmente si torna in campo…

Sono felicissimo perché ci lasciamo alle spalle la parte più dura della stagione del Covid, ma sono deluso dalla mancata modifica delle post-season. Se fai una stagione di 162 partite e poi consenti solo alle tre vincitrici di Division più la wild-card di giocarsi le post-season, secondo me rischi il calo d’interesse del campionato e di perdere troppo presto delle possibili protagoniste. Ci sono delle Division, come ad esempio la West di National League, dove una tra Padres e Dodgers potrebbe restare fuori, visto che la partita secca delle wild-card è un rischio. Più complesso il discorso del battitore designato. Come spettatore, in tutti questi anni, mi sono divertito tantissimo con il lanciatore in battuta. Anche perché l’emozione che offre quando magari riesce a realizzare un punto vincente, oppure quando addirittura fa un fuoricampo, è particolare. E poi è bello vedere la tattica che si crea dietro questo turno di battuta. I bunt, le volate di sacrificio, le sostituzioni al momento giusto. Però va riconosciuto che nella stragrande maggioranza dei casi è un turno di battuta buttato, e credo che in questo momento la direzione che sta prendendo il movimento sia un’altra.

Dallo scorso anno erediteremo la regola relativa alla doppia sfida giornaliera, il doubleheader, sui 7 inning, ed il corridore che parte dalla seconda base all’inizio degli extra-inning. Sei favorevole?

Giusto non prolungare le partite, anche perché il Covid non è ancora sconfitto e giocare più a lungo espone a maggiori rischi di contagio. Ma Covid a parte, questa potrebbe essere la strada da percorrere anche per il futuro in relazione alla spettacolarizzazione di questo sport. Visto che non si riesce ad accorciare il numero delle partite di stagione regolare, magari riducono la durata per renderlo più “veloce” e fruibile, anche in ottica dei diritti TV.

L’attuale contratto collettivo è in scadenza il prossimo dicembre. Secondo fonti più o meno ufficiali, non c’è molta fiducia sul raggiungimento dell’accordo tra MLB e Sindacato dei giocatori. Le modifiche alle regole come il battitore designato “universale” e una riforma dei playoff che ne preveda l’espansione rimangono argomenti molto caldi da mettere sul tavolo delle trattative.

Non sarà semplice, e sicuramente anche questo ha influito sulla “marcia indietro” rispetto alle nuove regole. Ma state certi che sia il battitore designato che una nuova espansione delle post-season sono temi che presto torneranno di attualità e che verranno affrontati in ottica rinnovo.

Quella del 2021 sarà l’ultima stagione per Cleveland come Indians. Dopo 106 anni, la proprietà della squadra dell’Ohio pone fine ad infinite polemiche e annuncerà presto nuovo nickname, nuovo logo e nuove casacche. Che ne pensi?

Che è un bel dilemma. E’ una situazione figlia dei tempi, si può avere l’impressione che sia un tantino esagerato perché è difficile che i tifosi diano a questi nickname il significato di identificazione di una razza, o peggio ancora una connotazione razzista. D’altro canto, da quello che leggo dai diretti interessati e da chi si sta battendo per i diritti dei nativi americani, l’aspetto non è di poco conto. Forse è stato troppo sottovalutato negli anni precedenti ed ora ne paghiamo lo scotto. Più che sui “nickname” il problema potrebbe essere stato più evidente sui loghi. La caricatura dell’indiano potrebbe essere vista in modo più sgradevole che non il nome “Indians”, ad esempio. Personalmente non li ho mai visti come riferimenti dispregiativi, però va detto che io non sono un nativo americano, e non ho la sensibilità che hanno i diretti interessati. Bisogna ricordare di avere sempre rispetto per le sensibilità altrui e quindi non mi permetto di esprimermi in un argomento tanto delicato.

Credi che alla fine toccherà anche ai Braves adeguarsi a questa politica?

Loro non hanno in cantiere cambiamenti nell’immediato, ma se questo è il clima credo che, scadenze a parte, si porranno il problema anche loro.

Tornando al campionato, c’è molta attesa per vedere all’opera i tre nuovi manager. I Red Sox dopo la separazione da Roenicke ripartono da Alex Cora che, scontata la sospensione imposta dalla MLB per il suo ruolo nello scandalo dei “segni rubati” degli Houston Astros, è pronto a riprendere il discorso interrotto prima della sua squalifica. Credi fosse tutto già organizzato?

Forse si, e probabilmente hanno fatto bene. Cora ha dimostrato di essere un ottimo allenatore e quindi va bene così. Come tutti quelli coinvolti nello scandalo ha pagato il debito con la squalifica e quindi ha tutto il diritto di tornare. Boston sicuramene trarrà giovamento dal suo rientro. Dovrebbe fare un campionato migliore rispetto a quello dello scorso anno, anche perché fare peggio è difficile. Il monte di lancio si è impreziosito della presenza di Garret Richards e diversi lanciatori sono tornati a disposizione. Ma nella East Division di American League, Toronto e New York sono di un altro livello, e Tampa Bay, seppur indebolita dalle partenze, soprattutto sul monte, può stupire ancora. I Rays ci hanno abituato a grandi stagioni anche quando il mercato sembrava condannarli, ci hanno insegnato che hanno sempre la capacità di stupire.

Nella Central Division di AL, i Detroit Tigers, dopo il ritiro di Gardenhire, si sono affidati ad un manager di esperienza come A.J. Hinch. Ma l’attesa più grande è per i White Sox che hanno scelto il 76enne Tony LaRussa. L’Hall of Fame 2014, aveva già guidato Chicago tra il 1979 e il 1986: una scommessa o una certezza considerato che dal 2011 si era ritirato dai diamanti?

Partiamo dalla vera “bomba” di questa stagione. Sul personaggio nulla da dire. Un vincente, già nella Hall of Fame, una vera e propria icona di questo sport. Che si troverà a gestire una squadra farcita di giovani talenti, alcuni anche molto importanti. Il tema è capire come saprà rapportarsi con questa generazione. Tutti sono molto curiosi di capire cosa accadrà. La Russa ha fama di essere molto duro nei rapporti, e bisognerà capire che impatto avrà questo modo di porsi nel roster. E’ chiaro che è stato preso perché vogliono vincere subito e secondo me con l’acquisto di Lance Lynn sul monte di lancio questa squadra di giovani fenomeni ha tutto quello che serve per vincere. Sono senza dubbio l’unica franchigia della Central Division in grado di impensierire i Minnesota Twins.

Il blockbuster che ha portato l’interbase Francisco Lindor e il partente Carlos Carrasco dagli Indians ai Mets, può essere considerato la migliore trattativa?

I Mets di quest’anno sono veramente capaci di tutto. Un pò di talento lo avevano già con i vari Jacob DeGrom, Pete Alonzo, Brandon Nimmo e Michael Conforto e gli innesti di Lindor e Carrasco li può portare molto in alto. Sarà molto duro lo scontro nella East Division con gli Atlanta Braves anche loro molto forti. Sarà un gran bel duello anche questo. Devo dire che qualitativamente la National League quest’anno sembra avanti rispetto alla American League.

Oltre ai Mets, secondo te chi ha fatto il miglior mercato di queste offseason?

Mi è piaciuto molto come si sono mossi i Toronto Blue Jays nel mondo free-agent con gli acquisti di Marcus Semien e George Springer. L’esterno era quello che mancava a Toronto per salire di categoria. L’esterno è un giocatore di altissimo livello, una superstar per i Blue Jays, e anche l’interbase in questo roster può dare molto. Se avesse anche una rotazione profonda potrebbe competere per il titolo, invece dietro Hyun-jin Ryu vedo poca affidabilità.

Al di là dei Dodgers, che ancora oggi sono la squadra da battere, si guarda con molta attenzione alla West Division di National League, dove si registra l’interessante crescita dei Padres…

E qui torniamo al discorso delle post-season che sono un limite per questo sport. I Padres possono dare fastidio, e molto a Los Angeles, ma c’è il rischio che una delle due non partecipi ai prossimi play-off perché sono nello stesso girone. In fase offensiva San Diego regge molto bene il confronto. Lo scorso anno avevano un monte di lancio sensibilmente più debole ma si sono rinforzati molto in quel reparto. Blake Snell, Jo Musgrove e Yu Darvish che se trova la stagione buona può fare la differenza, sono acquisti azzeccatissimi. Per me sono i principali avversari dei Dodgers per la conquista dell’anello e non solo per la conquista della West Division. Purtroppo per loro però i Dodgers si sono rinforzati ancora. Hanno una rotazione di partenti micidiale, bisogna entrare nella storia per trovarne una migliore. Hanno due o tre rilievi che farebbero i lanciatori partenti in quasi tutte le altre squadre di MLB. L’unica debolezza potrebbe essere l’aspetto emotivo. Se si accontentano di aver vinto una volta sprecano l’opportunità di aprire un ciclo importante e duraturo. E’ già successo in passato, guardate i Cubs dopo il 2016, tanto per fare un esempio. Ma se manterranno alta la fame di vittorie, assisteremo all’inizio di una magnifica striscia vincente.

Con il reparto degli esterni che si è impreziosito delle presenza di Dexter Fowler, secondo te gli Angels sono riusciti a colmare il gap con gli Astros nella West Division di AL?

Se parliamo di un confronto con gli Astros potrebbe anche essere, ma a me non convincono del tutto ancora. Hanno Trout, ma secondo me per l’ennesimo anno gli manca ancora qualcosa. Potenza offensiva ok, ma nell’insieme il roster è ancora carente per competere. Houston nella West di American League è ancora una spanna avanti a tutti.

La Central Division di National League vedrà ancora una lotta a tre con Chicago, St. Louis e Milwaukee?

Dipende. I Cubs stanno ricostruendo e le voci su Bryant sono talmente tante che ad oggi non scommetterei sul fatto che termini la stagione a Chicago. D’altro canto se i Cubs vogliono monetizzare per investire sul futuro devono venderlo adesso. Se la Central Division manterrà il suo equilibrio sarà un livellamento verso il basso, ma secondo me i Cardinals partono con un vantaggio notevole. Si sono rinforzati e l’arrivo del terza base Nolan Arenado sposta l’equilibrio del girone verso St. Louis.

Facciamo il solito giochino. Chi parteciperà alle prossime World Series?

Come diciamo sempre, il baseball è uno sport stupendo perché ad oggi tutti hanno almeno un motivo per sognare. E le sorprese in questo sport sono all’ordine del giorno. Ma se dovessi buttare un centesimo per la vincente del pennant di National Legaue direi che uscirà dalla lotta a tre tra Dodgers, Braves e Padres, ma se vuoi un nome solo direi Dodgers. Per la American League vedo favoriti gli Yankees. Diciamo che volessimo una finale “storica”, di quelle che mancano da decenni punterei su quella tra Yankees e Dodgers, se invece vogliamo la novità e l’esaltazione dei nuovi campioni dico White Sox contro Braves o Padres. E’ bello mettersi davanti la tv sapendo che ci sono di giovani sfrontati che stanno lì e ti fanno divertire. Questa generazione di giovani talenti porta tante emozioni.

Come sarà la programmazione di Sky per il 2021?

Partiamo giovedì sera, 1 aprile, con 2 partite, Yankees contro Blue Jays alle 19 e Rockies contro Dodgers alle 22, entrambe trasmesse in italiano. In regular season avremo almeno due partite a settimana, la prossima settimana saranno già tre. Eventualmente aggiungeremo altre partite in notturna in lingua originale. La squadra è sempre quella con Pietro Nicolodi, Roberto Gotta e Michele Gallerani, squadra ormai consolidata da anni di collaborazione. Vedremo cosa riusciremo a fare con Liddi che tornerà a giocare in Messico e quindi non sappiamo se riusciremo a contattarlo spesso. Seguiremo gli Europei sia di baseball che di softball, uno a giugno e l’altro a settembre, ed ospiteremo gli highlights del campionato italiano quando inizieremo a giocare anche in Italia.

 

Andrea Tolla

Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.

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