NCAA

Bentornate “College World Series”!

Al via sabato sul diamante del TD Ameritrade Park (per l’occasione aperto al 100% della capacità) ad Omaha, nel Nebraska, le College World Series 2021, attese con tanta trepidazione da pubblico ed addetti ai lavori soprattutto dopo la mancata disputa lo scorso anno causa Covid-19.

I due turni di qualificazione negli ultimi fine settimana sono stati caratterizzati, oltre che da grandi emozioni e giocate difensive, da un’autentica pioggia di fuoricampo (oltre 300), un record per il baseball NCAA. E come tradizione vuole non sono mancate le sorprese, come l‘eliminazione di Florida, una delle favorite pre-stagionali ad opera dei “vicini” di South Florida, ma soprattutto quella di Arkansas, dominatrice della regular season e principale candidata alla vittoria finale che è stata sconfitta sorprendentemente a livello di Super Regional da North Carolina State di ritorno alle College World Series per la prima volta dal 2013.

Il ruolo di favorite spetta ora di diritto alla coppia formata da Vanderbilt (che cercherà di bissare il successo del 2019) e Texas. Alle loro spalle, pronte ed agguerrite come non mai, troviamo in primis Arizona e Tennessee trascinate dalle potenti battute dei loro lineup capaci di infliggere pesanti sconfitte nelle partite decisive a due avversarie di tutto riguardo come Ole Miss e Lsu. Da non sottovalutare anche Mississippi State che potrebbe essere la grande sorpresa di queste College World Series.

Fra le magnifiche 8 c’è da segnalare anche la presenza di Virginia, campione nazionale nel 2015 ma in difficoltà in questo 2021 almeno fino all’inizio del torneo NCAA quando è stata varie volte sull’orlo dell’eliminazione: comunque è sempre riuscita a conquistare le vittorie decisive prima con Old Dominion e quindi con la sorprendente Dallas Baptist, grazie anche alla profondità del suo monte di lancio con in evidenza il partente mancino Andrew Abbott, sicuramente uno dei migliori  lanciatori a livello NCAA con una fastball stabilmente oltre le 90 miglia e una delle più letali palle curve d’America. Sugli scudi anche il closer Stephen Schoch, Mike Vasil e Matt Wyatt, vincente della gara decisiva contro Dallas Baptist.

Le 8 partecipanti, che si affronteranno col tradizionale sistema della doppia eliminazione (nessuna esclusione diretta ma solo alla seconda sconfitta) sono state divise in 2 raggruppamenti da 4 squadre ciascuno: le vincenti si scontreranno poi nella finale vera e propria al meglio dei 3 incontri fra il 28 ed il 30 giugno prossimi per aggiudicarsi il titolo nazionale.

Analizzando in dettaglio gli accoppiamenti, su un lato del tabellone la sfida sicuramente più interessante fra Vanderbilt, con il suo monte di lancio ricco di talento guidato dalle stelle e certe prime scelte nel prossimo draft MLB Kuman Rocker e Jack Leiter, ed Arizona con il suo potentissimo line-up guidato dal giovanissimo Jacob Berry (.359 di media battuta con 17 fuoricampo e ben 70 punti battuti a casa). Altra sfida molto equilibrata quella fra Stanford, dell’esterno centro Brock Jones protagonista dei decisivi successi su Texas Tech, e la sorpresa North Carolina State.

Dall’altra parte si inizierà con lo scontro fra Tennessee e Virginia che certamente sta giocando il miglior baseball in questo momento decisivo della stagione ed ha saputo stringere i denti nella serie vinta in gara-3 contro Dallas Baptist grazie al grande slam dell’esterno destro Kyle Teel al settimo inning, dopo essere stata in svantaggio per gran parte della partita. A chiudere la sfida fra Mississippi State e Texas che presentano due pitching staff di grande livello con da una parte Will Bednar, Christian MacLeod ed il formidabile closer Landon Sims, opposti a Ty Madden e Tristan Stevens.

In chiusura, ci sbilanciamo in un pronostico e andiamo contro corrente prevedendo una finalissima Arizona vs Mississippi State con successo finale dei Wildcats di Arizona.

 

Andrea Palmia

Andrea Palmia è nato a Bologna il 4 aprile 1968 e vive nel capoluogo emiliano con la moglie Aurora e la figlia Lucia di due anni. Laureato in Pedagogia con una tesi sperimentale sui gruppi ultras, lavora dal 1995 come educatore professionale con utenti disabili mentali e fisici. Appassionato di sport in genere ed in particolare di quelli americani, ha sempre avuto come sogno nel cassetto quello di fare il giornalista sportivo. Dal baseball giocato nel cortile del condominio con una mazza scolorita alle partite allo stadio Gianni Falchi con i fuoricampo di Roberto Bianchi e Pete Rovezzi, il passo è stato breve. Fortitudino nel DNA, nutre una passione irrazionale per i "perdenti" o meglio per le storie sportive "tormentate" fatte di pochi alti e di molti bassi.

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