Manifestazioni Internazionali

La “Settimana di Haarlem” celebra la 30esima edizione. L’Italia c’è

Ci sarà anche l’Italia alla trentesima edizione della Haarlem Week. E’ stato il Presidente della Federbaseball Andrea Marcon venerdì scorso a confermare la partecipazione degli azzurri al tradizionale torneo internazionale nato ufficialmente nel 1961. Cinque anni prima a Roma gli olandesi, al debutto assoluto in un campionato europeo, avevano centrato il loro primo titolo continentale. Nel 1958 avevano ospitato gli europei ad Amsterdam, ma Haarlem era già la capitale del baseball olandese con ben 5 società cittadine. Haarlem lanciò per la prima volta nel ’61 questo grande torneo all’americana, con in prima linea il manager della Nazionale Ron Fraser che decise di invitare squadre militare statunitensi provenienti dalla Germania (Wiesbaden Flyers, Mannheim Knights), dalla Francia (Chateauroux Sabres) e dall’Inghilterra (Alconbury Spartans, London All Stars). E furono proprio gli Spartans a vincere la prima Settimana di Haarlem. Il successo sportivo e pubblicitario diede una forte spinta alla costruzione dello stadio Pim Mulier che ospitò la seconda edizione del 1963, sempre a Haarlem.

La prima squadra nazionale campione ad Haarlem fu quella di Cuba nel 1972 e 1974, seguita dal Giappone nel 1978. La prima volta degli azzurri alla Settimana di Haarlem risale al 1972, le altre partecipazioni sono del 1998, 2000, 2004 e 2018. Il primo titolo assoluto vinto dai padroni di casa arrivò solo nel 2004, quando l’Olanda superò Cuba in finale. Finora 15 titoli sono stati conquistati da diverse squadre americane, 5 da Cuba, 4 dal Giappone e dall’Olanda e 1 dal Canada. Attuale campione in carica è il Giappone, aggiudicatosi l’edizione 2018 e pronto a difendere lo scettro nel luglio prossimo. Per il presidente del torneo, Guus van Dee, e il direttore Leon Ravestein (esordiente), lo schieramento di squadre partecipanti è da sogno con Italia, Cuba, USA, Cina Taipei, Giappone e Olanda. Il torneo si svolge in una settimana ogni due anni, ma la preparazione è un impegno permanente. E la pandemia Covid19 ha causato soprattutto tanto lavoro a livello locale.

L’accordo preliminare tra Haarlem Week e la FIBS era stato raggiunto durante il torneo di softball pre-olimpico nel 2019 ad Utrecht, dove le azzurre avevano conquistato il ticket per Tokyo 2020. Davanti alla stampa internazionale nel complesso Paperclip, i due presidenti Andrea Marcon e Guus van Dee avevano comunicato la loro intenzione di rivedersi nello stadio Pim Mulier l’anno successivo, ma saltò tutto perché sia le Olimpiadi che Haarlem Week furono rinviate. Oggi i due presidenti sono contentissimi di ritrovarsi dopo 2 anni di crisi pandemica.

Gli azzurri con l’ex-major Mike Piazza come manager e gli arancioni guidati dall’ex-triplo A Evert-Jan ‘t Hoen si incontrano nuovamente ad Haarlem dopo una mancata finale all’Europeo di Torino nel 2021. Piazza già conosce lo stadio di Haarlem da quando era assistente del manager Marco Mazzieri e studiava la nazionale olandese. Giovani tifosi olandesi lo avevano riconoscevano e correvano verso la tribuna stampa, dove il simpatico Hall of Famer ha regalato numerosi autografi ai ragazzi.

E’ stato il nuovo Direttore del torneo, il 49enne Leon Ravestein, proprietario della societa Chericoni Lighting B.V. a 10 chilometri dallo stadio di Haarlem, a raccontare a Baseball.it di sé e dell’Haarlem Week: “Sono un autentico Haarlemmer, nato e cresciuto nella città. A 10 anni ho iniziato giocare a baseball nella società Onze Gezellen (i nostri compagni, ndr). Sono stato anche coach e arbitro di softball fino al livello delle Holland Series. Il presidente Guus van Dee mi ha richiesto nel 2017 di sostituire Roderick Balk come direttore dell’Honkbal Week Haarlem. Nell’edizione 2018 già collaboravo come direttore interno, mentre Bart Volkerijk si occupava delle funzioni esterne. Dal 2020 sono l’unico direttore e gestisco tutti i contatti esterni. Ho sempre dialogato con 10 potenziali squadre per formare un gruppo composto da 2 paesi europei, 2 asiatici e 2 americani. Adesso siamo arrivati al punto soddisfacente del line-up ideale con 6 squadre sognate. Ho compreso dalle Federazioni straniere che l’Haarlem Week è rispettato anche all’estero come monumento storico da mezzo secolo. Ciò mi ha dato energia per questa maratona di circostanze estremamente variabili durante gli anni Covid19!”

Leon Ravestein

“Adesso la pandemia è sotto controllo”, continua Ravestein. “Il torneo sembra sicuro, ma con la nuova guerra in Europa ci rendiamo conto che anche il baseball, il nostro caro past time, è sotto attacco. Preghiamo per il ritorno della pace tra due paesi membri della nostra WBSC Europa. Ancora in fase di recupero dalla crisi finanziaria dopo il coronavirus, voglio esprimere la nostra vicinanza alla popolazione dell’Ucraina durante questa pagina nera. Cerchiamo la luce alle fine del tunnel il più presto possibile. Abbiamo fiducia nella realizzazione del nostro evento positivo a partire dall’8 Luglio. Il baseball ha bisogno di guardare a occhi aperti verso il futuro della prossima generazione. Verso giovani che abbiano un nuovo modo di vivere la gara, il pre e anche il dopogara. Accanto alla qualità del miglior baseball su 7 riprese con eventuale tie-break, stiamo migliorando anche il nostro approccio sociale con l’introduzione del live streaming per ogni gara. La nostra settimana di 10 o 11 giorni sarà ridotta a 8 giorni, però conservando il numero di 20 partite e riposo di un giorno voluto da ogni squadra. L’Ibis Styles è pronto ad ospitarle ed è lo stesso del 2018, per i tifosi abbiamo un camping a disposizione accanto allo stadio. Un benvenuto a tutti!”

 

Pim Van Nes

E' corrispondente dall'Olanda per Baseball.it e per Mister-Baseball.com. ma segue le vicende del baseball e softball italiano anche per i siti olandesi Honkbalsite.com e Softbalsite.com. In passato, Pim Van Nes ha collaborato con la testata "Tuttobaseball" e con le riviste olandesi "Inside" e "Honkbal en Softbal Nieuws". Nel biennio 1984-1985 ha contribuito all'Enciclopedia del Baseball di Giorgio Gandolfi e Enzo Di Gesù realizzando uno speciale di 5 pagine sulla storia del baseball in Olanda. Tra il 1982 e il 2005, ha svolto la sua attività professionale presso le Ambasciate olandesi di Parigi, Kuwait City, Cairo, Algeri, Rabat, Ankara e Dubai.  

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