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“Viaggio tra i diamanti italiani”: il Serravalle Stadium di San Marino

Il campo di Serravalle, che sei mesi fa ha visto l’ultimo atto della stagione 2021, ha radici abbastanza recenti se si paragona ad altri impianti, anche storici, del baseball italiano. Il batti e corri a San Marino ci ha messo del tempo per farsi largo nel panorama sportivo del Titano, tant’è che la squadra inizialmente giocava nei campi da calcio di Domagnano e Fiorentino. Pian piano è cominciata la scalata, fino a raggiungere la serie B nel 1980 e la massima serie cinque anni più tardi. Esattamente nel mezzo di queste due date è stato inaugurato lo stadio di Serravalle, diciamo prima versione. E fu un evento internazionale a tenerlo a battesimo, il campionato Europeo Cadetti. La cosa curiosa è che il montaggio dei due dug-out fu iniziato poco prima della partita e ultimato al termine dell’incontro. Beh, in realtà ci fu un altro tipo di inaugurazione, perchè sul campo atterrò anche l’elicottero che portò papa Giovanni Paolo II a San Marino.

Tornando a questioni meramente sportive, le tribune erano in tubolare e l’impianto di illuminazione comparve sullo stadio di Serravalle nell’anno del primo campionato di serie A. Con il passare del tempo e con alterne fortune in campo (chi non ricorda lo squadrone che costruì San Marino nel 1988), la struttura viene migliorata nel 1992, nell’occasione della Coppa Campioni Pool B vinta proprio dai titani. Quindi vengono costruiti veri e propri spogliatoi, nasce un’area ristoro, viene completato il locale per i classificatori e qualche altro piccolo “lavoretto”.

Ed è un’altra edizione della Coppa Campioni, quella del 2007, quella “vera” per intenderci che vede l’impianto di Serravalle nella sua definitiva versione, o quasi. La società strutturata, la squadra reduce dal primo trionfo europeo e da lì a poco protagonista di un lungo ciclo di vittorie e anche lo stadio riceve un restyling “vincente” con la costruzione delle attuali tribune in cemento, uffici e nuovi spogliatoi. Nel settembre del 2009 San Marino ospita alcune gare dei Mondiali, ma è nel 2011 che lo stadio di Serravalle tocca il picco di tifosi, un quasi “sold-out” in occasioni delle finali scudetto contro Nettuno. Un pienone indimenticabile dove ai tifosi sammarinesi e laziali si mischiavano gli appassionati saliti dalla vicina Rimini. E qualcuno si era pure “appollaiato” anche sul prato della collinetta stile Wimbledon.

Un colpo d’occhio favoloso, replicato nei tre anni successivi quando sono andate in scena sfide “senza domani” contro Rimini: due finali scudetto e una di Coppa Campioni, tutte a favore di San Marino. Masticava amaro quegli anni Rino Zangheri, ma San Marino gli ha voluto rendere omaggio nel migliore dei modi. A due mesi dalla scomparsa, infatti, il patron Antolini e tutta la società sammarinese decisero di ricordarlo con la partita inaugurale della stagione 2019 tra i titani e la Fortitudo. Era il 19 aprile San Marino giocò con le maglie storiche del Rimini Baseball alla presenza di tutta la famiglia del “Pres” invitata nel nuovissimo e funzionale Sky Box. E i giocatori i entrambe le squadre furono accompagnati in campo dai ragazzi dei vari settori giovanili della zona. Ora al campo si entra passando dentro una vecchia cabina della funivia. Perché tutto fa…. Titano.

 

Carlo Ravegnani

Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.

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