MLB

Riparte la stagione di Major league, finalmente il play ball

Sembra passato un secolo da quel 2 novembre nel quale gli Atlanta Braves hanno sollevato il trofeo delle World Series e chiuso una stagione di MLB che in questo lungo inverno, per i tanti motivi che ben conosciamo ha rischiato di non ripartire. Ed invece  quando in Italia saranno circa le 19 del 7 aprile, la regular season 2022 prenderà finalmente vita, e lo farà nella sua interezza e solo con qualche giorno di ritardo rispetto alla vecchia data prevista (31 marzo). Il ritardo nell’avvio degli Spring Training ha portato ovviamente a ridurre i tempi di preparazione precampionato, e per questo la MLB ha introdotto la novità del roster a 28 giocatori nel mese di aprile, per poi tornare successivamente al canonico 26. Fermo restando le 162 partite della prima fase del campionato, sono diverse le novità del campionato che stiamo andando ad affrontare.

Il battitore designato verrà esteso, stavolta sembra definitivamente, anche alla National League. Se una squadra rinuncia volontariamente al DH in modo che il suo lanciatore possa essere nell’ordine di battuta, quel lanciatore può rimanere in gioco come battitore designato anche dopo aver terminato il suo turno di lancio. Questa regola è stata chiamata colloquialmente “Ohtani rule” (“regola Othani”) in onore del giocatore degli Angels capace di coprire in egual misura i due ruoli: Shohei Ohtani.

Un’altra novità, che in realtà è più un ritorno al passato, riguarda le doppie partite meglio note come “doubleheader” che torneranno ad essere disputate su 9 inning e non più a 7 come per le stagioni 2020 e 2021. Resta invariata invece la regola che prevedeva un corridore in seconda base per iniziare ogni extra-inning nelle partite di stagione regolare, che era precedentemente abrogata il 10 marzo, per poi essere ripristinata.

Per la prossima stagione non esisteranno più gare “tie-brek”, pertanto se al termine del campionato due squadre dovessero finire con lo stesso record non si ricorrerà più ad uno spareggio, ma verranno considerate altre statistiche come la miglior percentuale di vittorie negli scontri diretti. Se anche questo non fosse sufficiente si passerà a guardare il miglior record negli scontri all’interno della Division di appartenenza, poi quello delle gare di Interleague.

Ma la novità più ghiotta per i fan è senza dubbio la nuova formula delle post-season che aumenta la platea dei partecipanti a 12 squadre. Restano ovviamente qualificate le vincitrici di ogni Division, ma le due con il record migliore andranno direttamente alle Division Series mentre la terza verrà coinvolta in un turno preliminare con le prime tre qualificate della Wild Card. Questo turno si giocherà a casa al meglio delle tre partite da disputare tutte in casa della squadra con il miglio record e vedrà la vincente della Division rimasta ospitare la numero 3 della Wild Card, e la numero 1 della Wild Card affrontare in casa la numero 2. Le due vincenti andranno così a comporre il quadro delle Division Series insieme alle altre due vincitrici delle Division, ed il resto dei play-off resterà invariato.

Infine una novità già annunciata alla fine della scorsa stagione riguarda la franchigia di Clevaland che cambierà nickname in Guardians, dopo aver portato il nome di Indians per 106 anni, tra il 1915 ed il 2021.

Sono quattro le franchigie che hanno cambiato guida tecnica. I New York Mets lo scorso 4 ottobre ha salutato Luis Rojas che chiude la sua avventura da manager con un record di 103 vittorie e 119 sconfitte (.464) nelle sue due stagioni con la squadra. Al suo posto il 18 dicembre ha chiamato un veterano come Buck Showalter che ha alle spalle 20 stagioni come manager. Un cambio di passo netto rispetto alla vecchia gestione visto che Rojas era un esordiente assoluto in quel ruolo mentre l’ex manager di Yankees (1992–1995), Diamondbacks (1998–2000), Rangers (2003–2006) ed Orioles (2010–2018), ha messo insieme in quel ruolo un record di 1551–1517 (. 506), conquistato due titoli di Division, e cinque presenze ai playoff (con un record di playoff di 9–14) che gli sono valsi tre “Manager of the Year” di AL (1994, 2004 e 2014).

Un’altra squadra che si è mossa con largo anticipo è stata quella di San Diego che lo scorso 6 ottobre, ha dato il benservito a Tingler che aveva ancora un anno rimanente di contratto e che aveva guidato i Padres alla post-season nella stagione 2020 (quella del Covid per intendr. Tingler è stato assunto nel 2020 e ha portato i Padres a un’apparizione post-stagione durante la stagione ridotta della pandemia. Non sono stati sufficienti le 116 vittorie contro le 106 sconfitte (.523) nelle sue due stagioni con la squadra per evitare l’esonero sul quale pesa, forse, anche la sensazione di non riuscire a tenere completamente sotto controllo il suo roster. A sostituirlo l’ex manager degli Athletics Bob Melvin, che è stato assunto il 1° novembre, dopo ovviamente aver chiesto l’autorizzazione ad Oakland a contattarlo. In precedenza Melvin ha guidato i Seattle Mariners (2003–2004), gli Arizona Diamondbacks (2005–2009) ed appunto gli Oakland Athletics (2011–2021), con un record complessivo di 1346–1272 (. 514), e sette presenze nei playoff (10–17) (.370) che gli sono valsi tre titoli di “Manager of the Year” di AL (2007, 2012, 2018). Da segnalare per Melvine una World Series vinta da coach nel 2001 con i DBacks.

Per sostituire il loro manager trasferitosi a San Diego ad Oakland è stato chiamato l’ex esterno Mark Kotsay, già coach di terza base della franchigia dal 2016, al suo primo incarico da manager.

Infine, a seguito di “divergenze filosofiche” come le ha definite il presidente della squadra John Mozeliak, St.Louis lo scorso 14 ottobre ha licenziato Mike Shildt che vantava un record di 252–199 (.559) nelle sue oltre tre stagioni ai Cardinals. Oltre ad aver riportato la squadra alle post-season Shildt venne votato “Manager of the Year” di NL nella stagione 2019. Al suo posto il “rookie” ed ex bench coach della squadra Oliver Marmol, che con i suoi 35 anni diventa il più giovane allenatore attualmente presente nelle Major League.

Andrea Tolla

Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.

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