La mattina del 29 ottobre 2012, a Milano, se ne andava Fabrizio Masini, un grande uomo del nostro baseball. Un gentleman, amico vero, e stimato collega. Con un legame indissolubile con il baseball, sua grande e infinita passione. Lo ricordiamo con il suo taccuino, su tutti i diamanti di baseball, sempre disponibile e pronto a raccogliere informazioni e interviste, a stringere mani, a regalare un sorriso e a fare due chiacchiere. Sempre con stile ineguagliabile, educazione e rispetto.
Con Baseball.it aveva un rapporto speciale, così come con tutti noi che raccontiamo online il nostro meraviglioso sport dal lontano 1998. Fabrizio ha collaborato per molti anni con Baseball.it, dedicava tempo alla nostra testata per informare i lettori con articoli e commenti, interviste e resoconti, che potete rileggere a questo link.
Quello che segue è l’articolo che suo figlio Federico, anche lui nostro collaboratore in passato, ha voluto scrivere proprio la mattina di quel triste lunedì di fine ottobre di dieci anni fa.
“Ciao babbo… hai lottato più dei Boston Red Sox, che rimontarono da 0-3… Tu ne ha rimontate quattro di operazioni, la quinta è stata più forte di te, ma hai giocato alla grande.
Fabrizio Masini è stato, oltre che un padre straordinario, un grande uomo del baseball italiano. Su questo non ho dubbi. Ha fatto il massimo per aiutare questo sport a crescere, ha dato la sua mano sempre spinto dalla passione, senza mai chiedere un soldo per dare il suo contributo. È stato una delle anime del Grosseto, l’ha sempre seguito, in casa e in trasferta, nonostante da oltre 30 anni non abitasse più in Maremma. Ha raccontato storie, personaggi, sempre con lealtà. Sfido a trovare un giocatore o un allenatore del nostro baseball che ne parli male.
Mio padre forse non era un esperto così tecnico, lui non sfoderava chissà quali termini, ma era uno vero. Era un rompi coglioni, ma nessuno, anche criticato aspramente, potrà mai dire che non fosse sincero, che non dicesse le cose in faccia. E soprattutto le poteva dire perchè lui era sempre presente, non giudicava dai tabellini… Mio padre – e qui si arrabbierà perchè non voleva mettere in giro la voce – ha aiutato il baseball italiano e soprattutto il Grosseto. Talmente tifoso da pagare di tasca propria alcune cure di Jairo Ramos o Kelly Ramos, perchè la società non ce la faceva. Fino a qualche anno fa faceva due abbonamenti, uno per mio nonno e l’altro per lui, anche se ovviamente non lo utilizzava. Mio padre era il Grosseto, era sempre al tavolo con i giocatori nel post-partita a commentare, ad ascoltare, non pontificare.
Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma ora le dita non ce la fanno più. Mi mancherai, ma mancherai a tutti, con la pistola misura lanci che faceva invidia a tutti. Se avessi avuto una casacca, andrebbe ritirata. Ciao babbo, da lassù il binocolo ti servirà ancora di più”.
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