Due cose emergono nettamente dopo la decisione di San Marino di non iscriversi al campionato 2023. La prima è che il baseball italiano non vedrà nessuna squadra in serie A con lo scudetto sulle casacche e la seconda, ben più importante, è che nel giro di quattro anni questo sport ha perso, per motivi differenti si intende, due pilastri a livello totale come Rino Zangheri e Alberto Antolini, cioè i due personaggi che reggevano le sorti di Rimini e San Marino.
“Finiti i soldi, finito tutto”. Siamo stati costretti a leggere pure questo oggi tra i numerosi commenti improvvidi sui social. Niente di tutto questo: è semplicemente finita la pazienza. Quella del patron sammarinese Alberto Antolini che all’indomani dello scudetto conquistato nella favolosa finale contro Parma, ha percorso due strade parallele. La prima, quella che ha seguito per una vita dirigenziale, cioè costruire assieme a Mauro Mazzotti la squadra per il prossimo campionato e l’altra, decisamente più complicata, quella di farsi ascoltare nelle stanze dei bottoni, italiana ed europea.
In quest’ultimo caso non ha neppure perso la pazienza, quando ha capito che le promesse dei dirigenti internazionali sul format della Coppa Campioni 2023 andavano disattese, ha deciso di ritirare San Marino dalla manifestazione che si terrà in Olanda. Poi si è concentrato sul nostro batti e corri. Ha inteso il malcontento che serpeggiava tra le società di serie A quando è stata riproposta la formula del campionato 2022 e ha organizzato una serie di riunioni, con la presenza della Fibs sia chiaro, per arrivare a una soluzione che potesse accontentare quasi tutti.
Ma quando tutto sembrava risolto, sono cambiate nuovamente le carte in tavola ed è stato deciso di non toccare formula e circolare agonistica. La corda era sempre più spezzettata, alla scadenza delle iscrizioni erano arrivate appena 11 domande, le altre società si sono nuovamente incontrate: dapprima con unità di intenti, poi una alla volta hanno presentato domanda, le ultime in ordine di tempo Parma e Brescia.
San Marino è rimasto fedele alla sua linea: senza l’auspicato tavolo di confronto società-federazione, la società del Titano non si sarebbe iscritta. Niente tavolo, niente sedie, addio ai campioni d’Italia. E non ci saranno ripensamenti. Il paradosso è che a fine dicembre non si conoscono ancora i gironi del campionato, ma si sa già che tra nove mesi la finale scudetto sarà Parma-Bologna. Scommettiamo?
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