World Baseball Classic

Il Giappone non perdona l’Italia e vola in semifinale

Lo stesso numero di valide, praticamente gli stessi uomini lasciati al piatto, ma dopo la grande paura è il Giappone padrone di casa a volare in semifinale al World Baseball Classic. La partita contro l’Italia finisce 9 a 3 ma il risultato non inganni, perché gli azzurri hanno messo in difficoltà il “mostro” Ohtani – arrivato a lanciare a 102 miglia l’ora – caricando le basi al quinto inning e accorciando le distanze dopo aver preso quattro punti nel turno d’attacco dei nipponici al terzo su Lasorsa. Come? Grazie alla prima segnatura arrivata su una battuta interna, con uomini agli angoli,  dopo  una base e   un bunt valido dello stesso Ohtani, e al fuoricampo (il primo per il Giappone al Classic) da tre punti di Kazuma Okamoto.

Sotto 4 a 0 l’Italia non demorde: con un out De Luzio è colpito, Dominic Fletcher batte un singolo, la corta volata al centro di Frelick non consente il sacrificio ma viene colpito anche Lopez e a basi piene il singolo di David Fletcher vale due segnature. Scende il lanciatore partente – per andare a fare il battitore designato –  e un pop out salva il Giappone che però si rifà subito nel suo attacco: una base, un colpito, Nittoli che entra per Pallante, ma anche due doppi consecutivi che consegnano 3 punti ai nipponici.

L’Italia prova a reagire ma i lanciatori di casa non danno scampo al sesto e al settimo, anzi il Giappone segna ancora due punti con il solo homer di Yoshida e un doppio dopo la concessione di una base. E’ un fuoricampo di Dominic Fletcher a far segnare all’Italia il terzo punto, ma i nipponici sono ormai irraggiungibili. La differenza? Le basi concesse dai lanciatori azzurri che sono ben 8, contro l’unica degli avversari. Il lanciatore vincente è Othani, il perdente Lasorsa, nel box per l’Italia da segnalare il 3 su 4 di Dominic Fletcher con un fuoricampo, mentre per il Giappone il 2 su 2 di Okamoto con l’homer che ha piegato le gambe agli azzurri e il 2 su 3 di Urakami.
L’Italia torna a casa con la consapevolezza che battere i primi del ranking mondiale sarebbe stata un’impresa e con una qualificazione ai quarti che sembrava impossibile dopo le sconfitte contro Panama e Taiwan, ma anche con un po’ di amaro in bocca per come oggi avrebbe potuto “girare” la partita. Contro uno squadrone come quello incitato dai 50.000 sostenitori di casa nel “tempio” del baseball giapponese occorreva essere perfetti.
Cosa resterà di questa Nazionale per gli eventi della stagione è tutto da vedere, il Classic è un torneo a sé ma certamente chi ha indossato la maglia azzurra l’ha onorata fino in fondo.

 

Gianni 23

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