MLB

World Series, la prima volta dei Texas Rangers

Che bella la prima volta. Lo possono dir forte i Rangers, che hanno stravinto le World Series battendo 4-1 i DBacks e conquistando il primo titolo della loro storia (cominciata come Washington Senators nel 1961 e proseguita dal 1972 in Texas). Un successo meritato e ricchissimo di record: il più clamoroso e imbattibile le 11 vittorie in trasferta consecutive, il massimo possibile con questa formula. Sì perchè i ribattezzati “Road Warriors” non hanno mai avuto il vantaggio del fattore campo, andando a vincere due partite su due a Tampa Bay, due su due a Baltimora, quattro su quattro a Houston e tre su tre in Arizona.

Programmazione doc

Mai come in questo caso un trionfo manageriale prima che sul campo: i Rangers, infatti, solo due stagioni fa chiudevano la regular season con 60 vittorie e ben 102 sconfitte. Dal disastro del 2021 al trionfo 2023 (solo due squadre ci erano riuscite nella storia, e va sottolineato che l’avrebbero fatto anche i Dbacks, addirittura 52-110 nel 2021) il passo invece è breve. Un manager che sa come si vince, Bruce Bochy (già campione nel 2010, 2012, 2014 con i Giants), acquisti doc sul monte di lancio (Eovaldi, Scherzer, l’infortunato De Grom, Heaney, Gray) e un line-up super competitivo (uno su tutti Corey Seager, ma ne parleremo).

In missione

Dopo la delusione di un titolo West perso all’ultima partita, Texas si è rimboccata le maniche e ha cominciato il suo cammino: 2-0 a Tampa Bay, 3-0 a Baltimora, 4-3 incredibile a Houston e 4-1 ad Arizona. Sedici partite consecutive con almeno un fuoricampo (grazie all’homer di Semien al 9° di gara5, guardacaso nel suo turno in battuta numero 834 della stagione, ennesimo record), un monte di lancio che ha surclassato tutti quelli avversari ma soprattutto la miglior difesa dell’American League (solo 57 errori in 162 partite) e seconda assoluta (per i 56 di indovinate un po’ di chi? Arizona…).

Le World Series

Il finale 4-1, comunque, non inganni. Perchè i Dbacks hanno avuto le loro chance, e non poche. Il turning point arriva proprio in gara1: 5-3 avanti al 9°, il closer Sewald “regala” quattro ball a Taveras (peggior battitore di Texas nella serie con 0/16!!!) e invece si gioca Seager, che gli piazza l’homer da due del pareggio. Ci pensa poi Garcia a vincerla all’11° con l’ennesimo walk-off. Arizona si riscatta e domina 9-1 garadue, ma da lì in poi tornano in campo i “Road Warriors”: 3-1 in gara3, 11-7 in gara4 e 5-0 in gara5. L’ultima partita la più eloquente, con Texas che non batte valido per 6 inning e Arizona che spreca l’impossibile. Poi, al 7°, alla prima occasione, ecco il vantaggio dei Rangers, che poi al 9°, sempre contro Sewald e grazie a un errore clamoroso di Thomas all’esterno, allungano e trionfano nel segno di Carter (30 volte in base da rookie nella posteason, solo Andruuw Jones fece meglio) e soprattutto Seager, che nella serie da solo batte gli stessi homer, 3, dell’intera squadra avversaria e vince per la seconda volta in carriera il titolo di Mvp in una World Series (2020 con i Dodgers) raggiungendo un club di campioni come Bob Gibson, Sandy Koufax e Reggie Jackson. Scusate se è poco.

Insomma, l’ennesima stagione Major avvincente, emozionante e imprevedibile (9 vincitori diversi negli ultimi 10 anni, solo Houston ha fatto il bis). Una buona notizia per Milwaukee, San Diego, Seattle, Colorado e Tampa Bay, le cinque squadre rimaste ancora senza titolo. C’è speranza per tutti, Texas Rangers, anzi “Road Warriors” docet.

Andrea Perari

Andrea Perari, 57 anni, è nato a Perugia ma vive a Rimini dal 1977. Sposato con Nicoletta e papà di Filippo, lavora come vice-capo servizio della redazione sportiva del "Corriere Romagna". Ha collaborato anche con "Superbasket", come corrispondente riminese per partite e interviste. La sua carriera nasce però dal batti e corri. Nel 1986, infatti, fresco di maturità scientifica, si occupa della pagina settimanale de "Il Fo" sull'allora Trevi Rimini. Nello stesso anno comincia l'avventura radiofonica, la sua vera passione, con trasmissioni settimanali sul baseball e soprattutto con le radiocronache delle partite interne ed esterne. Nel 1987 sbarca in Romagna la "Gazzetta di Rimini" e da collaboratore esterno per il baseball, Andrea finisce per essere assunto nel 1990 e diventare giornalista professionista nel maggio del 1992. Da allora ha sempre seguito in prima persona il baseball romagnolo per la Gazzetta (fino al fallimento del '93) e per il "Corriere di Rimini" dal 1993 ad oggi. Ha collaborato con "Tutto Baseball", "Baseball International", "Baseball & Softball", "Radio San Marino", "Radio Rimini" e nel 1999 con "Radio Icaro", riportando dopo tanti anni, con l'inseparabile collega e amico Carlo Ravegnani, le dirette radio dei Pirati in occasione della finali scudetto giocate a Nettuno dalla Semenzato. Super (a dir poco) appassionato di baseball americano, ama trascorrere le vacanze negli States o in Canada e ha già all'attivo una ventina di partite viste dal vivo a Toronto, Montreal, New York, Boston, Miami, Tampa Bay, Chicago, Los Angeles, San Diego, San Francisco e Oakland. Ha partecipato per anni al Fantasy Baseball della Cdm con ottimi risultati e...dollari guadagnati, e tra i sogni nel cassetto c'è quello di commentare su tv locali o nazionali le partite delle Major League.

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