Anche Marco Sforza, 58 anni, romano, ex-giocatore in serie A dal 1985 al 2004 e oggi imprenditore di successo, scende in campo annunciando la sua candidatura a Presidente FIBS in vista delle prossime elezioni.
“Ho deciso di candidarmi garantendo un upgrade al baseball e al softball. Ormai siamo in caduta libera da anni, abbiamo provato in tutti i modi ad invertire il trend in ribasso del nostro movimento, ma dopo oltre 20 anni, bisogna avere la consapevolezza di lasciare da parte promesse elettorali che si basano sull’umiliante scambio di favori, con l’assegnazione di un incarico federale o del raduno di qualche Nazionale. Offendendo quella che si chiama meritocrazia. Questi non possono essere argomenti per negoziare il futuro del movimento – ha detto Sforza a Baseball.it – se dobbiamo davvero svenderci facciamolo per qualcosa di più importante, altrimenti non dobbiamo più criticare in quanto la nostra negoziazione resta finalizzata solo all’accettazione di un vantaggio personale. E nulla possiamo avere da pretendere di più di quello che ci è stato promesso ed è stato concesso. La Federazione deve appartenere a tutti. Questa cosa non può essere dimenticata. La Fibs non deve essere vissuta come un antagonista, tutti abbiamo diritto di poterne far parte attivamente e tutti dobbiamo concorrere per il rilancio del movimento, fondato su un nuovo entusiasmo e una nuova programmazione”.
Marco Sforza ha esordito nel massimo campionato di baseball nel 1985 con la Roma, poi ha girato diverse squadre italiane dalla Fiorentina al Caserta, dal Nettuno al Paternò, fino a Rimini, e ancora Roma, sempre nel ruolo di ricevitore. Sono state 781 le partite giocate, 2.971 le presenze alla battuta, 686 valide e .261 di media battuta. E adesso anche lui in corsa per la Presidenza della FIBS.
“Ci stiamo facendo distrarre dal vero fulcro del problema, con argomenti come lo svolgimento delle partite da 7 o 9 inning, se giocare di venerdì o di sabato, o se giocare son la palla bianca o gialla. Sono argomenti di distrazione di massa, i problemi sono altri… e non possiamo far finta di non vederli. Siamo diventati un nulla cosmico, non esistiamo più. Almeno 20 anni fa quando sapevano che giocavi a baseball ti chiedevano se facevi il battitore o il lanciatore, ora ti chiedono, ma in Italia si gioca a baseball e softball? Non lo sapevo. Purtroppo, il giudizio del nostro movimento all’esterno è semplicemente spietato. Non abbiamo via di scampo, dobbiamo darci una svegliata”.
Incalzato sul programma, il candidato Sforza dice: “Ce ne sono molti su Internet, quello di Fraccari del 2008, quello di Change Up del 2016. Tutti belli, ma senza avere l’esecutività del progetto sono parole su un foglio di carta. Ho fatto parte del La Cremona e ho condiviso una visione che parlava semplicemente di Brand Italia e di Prodotto, rivalutando ciò che ci è rimasto. Rileveremo un brand e dovremmo rivalutarlo come successo e succede a molti altri marchi. Si tratta di brand storici, ma ormai senza valore commerciale. Ripartiamo da lì”.
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