Italian Baseball Series

Parma, uno scudetto atteso 14 anni

Per una società come Parma, indiscussa regina d’Europa, stonava un po’ aver vinto un solo scudetto negli ultimi 26 anni. Quello del 2010, quello della stella. Poi due finali perse, ma al terzo tentativo ecco che il tabù si spezza e il Parmaclima torna campione d’Italia. L’ha fatto nella notte sammarinese, laddove è ormai tradizione che finisca il campionato: negli ultimi sei anni, tra vittorie dei titani e degli avversari, è stato curiosamente sempre il diamante di Serravalle il teatro delle premiazioni. La squadra di Saccardi è passata da miracolata per il pasticcio di Macerata quando ormai era fuori dai giochi, a indiscussa dominatrice delle finali. Un sussulto, dopo il ko di venerdì in garaquattro, un fuoco di paglia, perché il 6-0 della quinta partita è una sentenza.

San Marino paga la totale inefficienza del proprio attacco: tra garauno, garatre e garacinque ha battuto complessivamente sei valide, appena una stasera con Angulo, un doppio nell’inning di apertura. Ma è stata la serata di Matteo Bocchi e Claudio Scotti, finalmente convincenti e decisivi dopo alcune apparizioni balbettanti tra semifinale e garadue di finale. Dodici gli strike-out in coppia, ben sette del partente nel primo giro di line-up di San Marino. L’unico momento di difficoltà per Bocchi è il quarto inning, quando passa in base Di Fabio e Angulo, ma il terza base biancazzurro viene eliminato a casa base sul contatto in diamante di Alvarez e la possibile quanto flebile rimonta dei titani si spegne sul nascere.

Intanto Parma era già salita 2-0 grazie all’errore di Lopez sulla battuta di Astorri. La regola dei due punti a inning si ripete anche al sesto, con Ascanio che partecipa alla festa con un doppio (0-4) e al settimo quando Alex Liddi si guadagna il premio di Mvp delle Italian Baseball Series con un fuoricampo da due punti che anticipa i titoli di coda. Per vedere la festa, infatti, servono cinque minuti, una rissa sfiorata (dopo quella vera di venerdì) sul doppio gioco di Batista e il “kappa” finale su Diaz. Ci saranno tante storie da raccontare sullo scudetto del Parmaclima, la prima è sicuramente quella di Stefano Desimoni che chiude la carriera nel modo più bello.

Carlo Ravegnani

Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.

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