Nell’intervista esclusiva a Baseball.it in cui annunciavi la tua candidatura, facevi riferimento a delle idee per la struttura dei campionati. Ci puoi spiegare in dettaglio quali sono le proposte per la serie A di baseball e softball?
Prima di illustrare le idee e le proposte che il gruppo “Conto Pieno 2024” ed io abbiamo preparato per la struttura dei nuovi campionati, vorrei fare un’importante premessa. La decisione del Consiglio Federale uscente di definire già la struttura e le caratteristiche delle prossime Serie A1 di baseball e softball a 27 giorni dalle elezioni lo considero una mancanza di rispetto per tutto il movimento, visto che le Società non sono state “ufficialmente” interpellate o magari solo alcune. Tralasciando il fatto che il malumore dirigenziale verso le politiche federali degli ultimi 8 anni è sempre più forte – così come si apprende negli incontri con tutte le società italiane – sarebbe stato più opportuno aspettare il giorno dopo le Elezioni del 16 novembre per definire i nuovi campionati, permettendo a chiunque venisse eletto di lavorare e pianificare i campionati per il successivo quadriennio. Le società in questi giorni si stanno già organizzando per le attività future e cambiare radicalmente la struttura e le regole delle manifestazioni a pochi mesi dal loro inizio non so quanto sarà fattibile e corretto. Sicuramente il nostro obiettivo per il campionato di Serie A1 di baseball è quello di tornare a giocare, nell’arco del quadriennio, 3 gare settimanali di 9 riprese ciascuna, dando vita così a un progetto serio ed equilibrato che possa essere raccontato e divulgato grazie ad una precisa e attenta attività di comunicazione e di marketing, settori di vitale importanza lasciati troppo al caso negli ultimi anni. Riteniamo altresì di grande importanza che la COG venga gestita e organizzata in stretta collaborazione con le società e che vi sia inoltre una forte interazione e condivisione tra la stessa, i RAAR e gli staff delle Squadre Nazionali per la programmazione della stagione, permettendo così a tutti i protagonisti del movimento di sapere con certezza e in anticipo quello che accadrà nel corso dell’anno.
Una volta c’erano gli ASI, oggi ci sono gli AFI. Pensi che l’attuale regolamento debba essere mantenuto o sarebbe necessaria una riforma?
Credo che sia fondamentale ridefinire una volta per tutte le prerogative dell’atleta AFI in quanto è fondamentale tutelare e valorizzare al meglio la scuola italiana, che spesso e volentieri è stata volutamente trascurata proprio in virtù di questa sigla. Ritengo anche “goffo” il tentativo, avvenuto nell’ultimo Consiglio Federale, di far passare in sordina la eventuale qualifica “AFI” per chiunque abbia un passaporto italiano. Il nostro obiettivo è quello di far trovare sempre più spazio ai giovani e alle giovani atlete sin dalle categorie inferiori, come testimoniato anche dalla nostra idea di inserire l’utilizzo degli Under18 nelle serie inferiori del baseball come condizione vincolante alla promozione
Discorso a parte meritano, inoltre, i campionati giovanili che rappresentano un’opportunità preziosa per il rilancio. Come possiamo valorizzarli al meglio?
Per noi il settore giovanile deve essere divertimento, flessibilità e sviluppo. Questo perché le ragazze e i ragazzi – soprattutto nelle età più piccole – devono venire al campo per divertirsi, socializzare ed apprendere i valori dei nostri sport. Il giocare per “vincere”, che è sicuramente un focus importante, si raggiunge crescendo e sviluppando con il passare degli anni tutti gli aspetti dell’atleta. Non è un caso che da Presidente Federale, se le società lo vorranno, il mio compito sarà quello di iniziare il LTADP, lo Sviluppo dell’Atleta a Lungo Termine, attività che viene utilizzata con successo all’estero, soprattutto nei paesi anglosassoni, che presuppone di basare il sistema di allenamento, di gara e di recupero sul rispetto degli stadi di sviluppo fisico, cognitivo ed affettivo, piuttosto che sulla suddivisione per età. Proprio per questo motivo lanceremo anche laboratori per gli allenatori principalmente in off-season così da confrontare le diverse esperienze e apprendere nuove strategie di allenamento, fisico, tecnico e mentale, grazie anche alle esperienze fornite da ospiti di levatura internazionale. Non è un caso che, per noi, sviluppare il talento a disposizione sia molto più importante della vittoria di un campionato nei settori giovanili. Per questo dovremo anche lavorare sulla formazione dei nostri tecnici per una revisione delle metodologie di insegnamento proprio in quella direzione.
Entrando nello specifico, cosa avete in mente a livello organizzativo?
A livello giovanile il nostro obiettivo è quello di far giocare il più possibile le squadre, attraverso i campionati federali e i tornei che vengono organizzati dalle società nel periodo in cui la stagione è in attesa delle fasi finali. Prevediamo la possibilità di calendari diversificati per quelle regioni dove ci sono poche squadre, con possibilità di ricorso alle fasi a concentramento, e disciplinare tutti i tornei estivi affinché possano rappresentare un riferimento nel corso dell’anno grazie ad una opportuna calendarizzazione concordata con le realtà organizzatrici al momento della stesura dei calendari a marzo, con l’obbiettivo di giocarne in particolare nel Centro Sud. Proprio per questo la Federazione si incaricherà di rilanciare la promozione dei camp estivi per i bambini non tesserati e l’organizzazione dei Tornei «Draft» per i tesserati, format sperimentato con grande successo dai Torre Pedrera Falcons, sempre all’avanguardia in queste attività, nei mesi scorsi, curandone una vasta distribuzione sul territorio. Non è un caso che vogliamo razionalizzare l’intervento nelle scuole al fine di ottimizzare i progetti in essere per avvicinare un maggior numero di ragazzi attraverso una Commissione ad hoc che si occupi della formazione degli insegnanti su tutto il territorio nazionale e dare impulso e vigore all’attività del Baseball5 sfruttando ogni occasione rappresentata da eventi, fiere, manifestazioni in piazza al fine di ampliare la conoscenza dei nostri sport soprattutto verso chi non ci conosce.
Quando si parla di settore giovanile non si può non parlare delle Accademie Federali. Che cosa avete in mente da questo punto di vista?
Da quando è stata sciaguratamente chiusa l’Accademia di Tirrenia da parte dell’attuale Presidente FIBS – una scelta ancora inspiegabile, considerato che era invidiato da tutto il mondo sportivo italiano – sono nate 12 Accademie Federali sparse sul territorio che spesso non hanno dato i risultati sperati nella ricerca e sviluppo del talento. Per questo inizieremo monitorando il lavoro svolto e i risultati ottenuti dalle singole Accademie, operando un’attenta ed oggettiva analisi in base al concetto costo/beneficio e ottimizzando il progetto e magari pensare ad allargare il progetto anche alle ragazze del softball. Sarà anche necessario instaurare un’opportuna comunicazione con le società di appartenenza degli atleti coinvolti e coinvolgere nel progetto tecnici e dirigenti, creando una sorta di formazione parallela che interessi tutti i protagonisti del nostro movimento.
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