Ho letto con interesse il tuo commento-critica al mio articolo e sinceramente non l’ho apprezzato, non per le idee che esprimi, sempre rispettabili, ma per il tono e i termini poco rispettosi.
Le idee si possono condividere o no; considerarle anacronistiche fa parte del proprio bagaglio culturale, ma definirle stupide!!
Le opinioni che hai espresso evidenziano una scarsa conoscenza del movimento sportivo in questione, oltre che esprimere delle contraddizioni che vanno, a mio avviso, riviste. ( stranieri si o no?).
nUn errore di fondo è confondere la realtà con la fantasia; con ciò che si vorrebbe fosse e ciò che effettivamente è.
nLa mia professionalità già da parecchi anni mi ha portato a distinguere lo sport come gioco dallo sport come spettacolo.
Tu auspichi, in questo momento, un campionato senza limiti di stranieri, così il pubblico riempirà gli stadi e i mass-media accoreranno; come avviene in America o in Italia per il calcio.
E chi lo impedisce?, ma non succede già, con tutti gli stranieri che abbiamo nel campionato A1? No!!
nn Perché chi dovrebbero essere gli spettatori?, quei pochi che ancora giocano a baseball e qualche genitore, poiché per voler vedere e apprezzare uno sport bisogna conoscerlo e lo conosci se lo pratichi.
Ma quanti sono i praticanti del baseball e del calcio nel nostro Paese? Una differenza marginale? Quanti anni di tradizioni e risultati del calcio in Italia o del Baseball in America sono dovuti passare perché si radicasse nella gente, fino a renderlo un prodotto nazionale?, ti sembra che gli italiani si identificano con il baseball?
nnLo sai che le partite della nazionale di calcio suscitavano maggior interesse che le partite di baseball A1 persino nei dirigenti delle società stesse?
nhai mai sentito parlare di baseball negli stadi di calcio?
nNon trovi che tra noi e l’America ci sia qualche differenza di tradizione e cultura sportiva?
nnNon esiste negli USA l’organizzazione del CONI e le Federazioni, gli sport di base vengono gestiti in maniera completamente diversa sia dalle scuole che dalle società, esistono tantissime leghe indipendenti, con nessuna burocrazia istituzionale o padrone che ne fa il bello o brutto tempo, li non potrebbe esistere una situazione italiana.
nLe grosse società (Mayor) sono delle vere e proprie aziende, con bilanci di tutto rispetto che gestiscono, con dirigenti, tecnici, ed addetti vari, (pagati) ed a tempo pieno, stadi da milioni di dollari; centri di preparazione che sembrano delle città; il marchio ed il marcheting ecc.. trovi qualche somiglianza con l’Italia?
nIl baseball in USA come il calcio in Italia, ha una base di frequentanti che diventano gli spettatori dello spettacolo-sport, perché lo conoscono e ne apprezzano il gioco.
nCiò che tu auspichi ha un costo, prevede investimenti.
nCon cosa lo dovremmo finanziare un campionato come dici tu? Con i soldi del Coni?
nCosa rimarrebbe del poco o nulla che c’è nel bilancio federale per le attività giovanili, per i tecnici per gli arbitri, da dove li tiriamo fuori i giocatori Italiani?
nGià ora importiamo sia tecnici che giocatori, non ci rimane che importare gli spettatori!!
nnNella zona dove opero sono anni che non si vedono arbitri per tutte le categorie giovanili e la serie C, eppure le tasse noi le dobbiamo pagare lo stesso, i nostri campionati giovanili (obbligati da Roma ,nonostante la nostra contrarietà) prevedono trasferte di 180 km di sola andata; dobbiamo rinunciare alle partite per non perdere i giocatori e per motivi economici.
nPraticamente siamo costretti a pagare multe di £ 400.000 alla volta, per non giocare e per non demotivare i ragazzi e le famiglie. Come politica di incentivazione non è male!
nAlla fine di giugno alcune società sono costrette a ritirare le squadre giovanili per mancanza di numero o in alternativa perdono le partite e vengono poi multate di 400.000 alla volta (oltre il danno la beffa).
E dove vanno i nostri giovani atleti le nostre promesse?
Hanno altro da fare che perdere i sabato pomeriggio per una partita di baseball fatta magari in un campo fatiscente in un luogo triste e misero, con squadre tecnicamente impreparate, un gioco lento e noioso, senza arbitri, senza spogliatoi, senza pubblico.
Ma dov’è il divertimento?
n te lo vedi un ragazzo che il sabato, dopo una trasferta di 300 km , partito magari senza mangiare e tornato la sera ,che si va a vedere una partita di serie A1 fino all’ una di notte;ne gli amici, le amiche, il bar, la discoteca?
nChi gioca a calcio, a parte le prospettive, è sempre vicino casa, in tempi accettabili finisce e gli rimane lospazio-tempo per il resto.
Non solo non si trovano ne tecnici ne arbitri, ma nessuno disponibile a farlo, e così il livello delle varie categorie è sempre più basso, i giovani sempre più difficilmente reperibili e quelli che trovi sono, per la maggior parte, le ultime scelte.
E noi che stiamo dibattendo stranieri si stranieri no.
Quale imprenditore accetterebbe di farsi coinvolgere con questi presupposti?
Chi investe vuole un tornaconto e prima di iniziare fa un indagine di mercato, quale sarebbe il risultato?
nNon basta un tornaconto fiscale, anche altri lo possono dare.
E il ritorno di immagine?
Non sono ne anacronistico ne tantomeno stupido; anni di duro lavoro come tecnico e come presidente responsabile di una società mi hanno insegnato molto, ma soprattutto a distinguere la realtà dalla fantasia ed a formare le mie idee e convinzioni sul vissuto ed a battermi per esse.
Abbiamo un problema di persone non solo di idee, viviamo di espedienti, furberie con un apparato burocratico e centralistico che per mantenersi soffoca chi non la pensa allo stesso modo e contrasta nuove idee e attività.
Possiamo così aumentare, quantitativamente che qualitativamente come movimento?
nI mass-media arrivano dopo che si è costituito un movimento forte: poi il professionismo con lo spettacolo ed i soldi.
Non pensi che se avessimo le stesse scelte del calcio avremmo anche noi un ottimo campionato e dei giocatori migliori?
Non si può costruire una casa dal tetto, perchè le fondamenta non siamo in grado di piantarle!!
Un tecnico di calcio, non professionista, percepisce il triplo del tecnico di serie A1 di baseball.
Ma lo vuoi veramente questo professionismo, allora ne devi pagare il prezzo, devi investire lo devi costruire non sognare.
Te le immagini le società di A1 comperare gli stadi per poi gestirli con profitto.
Come ho scritto nel precedente articolo già ora le squadre del massimo campionato sono strapiene di giocatori stranieri evidenziando un livello tecnico (vedi gli incontri internazionali) discutibile come anche tu hai rilevato, hanno perso praticamente tutto.
E il pubblico nel nostro campionato? inesistente se non fosse per i genitori e le fidanzate.
In un paese libero e democratico qualsiasi società sportiva può associarsi e organizzare un campionato stile americano, ma non a scapito di altre società e del movimento giovanile. Non si può fare gli americani con i soldi e sulla pelle degli italiani.
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