Su Yoshimune Wakita, il lanciatore giapponese che sta portando per mano l’Italeri nella sua corsa a sorpresa in testa alla classifica di questo inizio di stagione – con le sue quattro partite vinte ed un pgl di 0.30 (un solo punto guadagnato su di lui) e 39 strikeout in 29.2 riprese lanciate il giudizio del pubblico e dei commentatori non può che essere positivo. Almeno poer il momento. Ma quali sono invece i suoi di giudizi, dopo questi primi mesi di esperienza italiana? Questo il Wakita-pensiero, tradotto per noi dall’addetto stampa della Fortitudo, Andrea Cristiani.
Che tipo di baseball hai trovato in Italia rispetto alle tue esperienze precedenti?
Rispetto agli Stati Uniti il baseball qui è molto più ragionato. Si gioca molto di più, ad esempio, con i sacrifici e ci si basa molto di più sui segnali dei coach. In Italia è molto importante la tattica: insomma è un baseball più simile a quello giapponese.
E il livello tecnico come ti è sembrato? Nelle prime quattro giornate sei apparso imbattibile
E’ presto per dare un giudizio. Intanto trovo positivo il fatto di dover lanciare una sola volta per settimana: questo mo dà il tempo per lavorare ed essere pronto il venerdì sera.
Cosa ne pensi di Bologna, della società, dei tecnici, dei compagni?
Mi trovo benissimo. L’ambiente è splendido, sono tutti molto gentili. Fra l’altro sono contento di essere nella Fortitudo anche per il rapporto che la società ha con Seattle Mariners: questa squadra adesso è la più seguita in Giappone perché ci gioca Ichiro’ Suzuki, il miglior battitore del nostro paese.
In Italia i lanciatori stranieri sono chiamati a recitare un ruolo importante per la loro squadra; spesso sono i partenti ai quali chiedere anche sette-otto inning o addirittura dei complete game, come a Modena. Ti senti in grado di reggere tale ruolo?
Se posso lavorare come si deve durante la settimana penso di poter tenere anche nove riprese. Per un lanciatore le gambe sono tutto, e facendo parecchia corsa penso di poter far bene in questo senso.
Quali sono gli aspetti del Baseball italiano che ti hanno maggiormente impressionato, sia in positivo che in negativo.?
Mi piace molto lo scambio di saluti con gli avversari a fine partita. In negativo noto che ci sono pochi ragazzi a vedere gli incontri.
Fuori dal baseball, come ti trovi in Italia?
Davvero benissimo. Il cibo, ad esempio, è ottimo. E poi anche se non parlo ancora italiano la compagnia non manca di certo. Ho incontrato anche altri giapponesi che studiano e vivono qui a Bologna, spesso mi trovo con loro, e questo mi fa sentire un po’ a casa mia.
Cosa si dice in Giappone dell'Italia?
Negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio boom del made in Italy: soprattutto nella moda e riguardo al cibo. Quanto al baseball, credo che la maggior parte dei giapponesi ignori che esiste un campionato anche in Italia.
Traduzione a cura di Alessandro Guidi
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