Oggi cominciano i play off. Il torneo entra quindi nel vivo e, contestualmente, si avvicina la sua fine.
Mi dispiacerà lasciare questa zona verdeggiante, che era il cuore amministrativo della Germania Occidentale, quando ancora ne esisteva una Orientale.
Confesso di non essere sicuro di come funzionano le cose oggi. Di certo so che i Ministeri ci sono ancora, perchè incontro quasi tutte le mattine gli impiegati intenti alla 'pausa cappuccino' (uno statale è uno statale anche in Germania….).
Ieri è stata una bellissima giornata, per me.
Premetto che ho deciso per dedicare l'unico giorno libero della mia permanenza tedesca alla cultura. Così mi sono portato a metà mattina (l'altra metà, ebbene sì, l'ho dormita di gusto…finalmente la temperatura lo consentiva) a Bonn, non prima di aver sventato un farneticante tentativo della nazionale ceca di coinvolgermi in un loro allenamento.
In città avevo in programma la visita della Munsterbasilika, la Cattedrale.
L'edificio che la ospita, che raccoglie elementi gotici e romanici, è di estremo interesse, ma l'interno è stato tutto rifatto nel 1800. Onestamente, mi ha preso abbastanza poco. Ho così ringraziato il Parroco Wilfried Schumacher e mi sono portato alla casa di Ludwig Van Beethoven.
Ovviamente, non è necessario aver frequentato il conservatorio, per conoscere il “vecchio Ludovico Van”. Io sapevo che era nato nel 1700 in Germania, ma che la sua città di origine fosse proprio Bonn, lo ignoravo. La casa dove il grande genio venne alla luce è in una zona nella quale oggi non abita più nessuno: ci sono solo negozi. Cosa che, di fatto, è diventata anche casa sua, dove si vende veramente di tutto, dai 'cd' alle magliette. Più interessante sarebbe presenziare ad uno dei concerti in onore di Beethoven che si tengono nella sala adiacente. Ma il primo c'è il1 0 agosto e dubito che ci sia la disponibilità di baseball.it a lasciarmi qui fino ad allora.
Risalendo la strada pedonale su cui si trova la casa di Beethoven ho incrociato un locale italiano chiamato “La piccola pizzeria”. Perchè no?
Mi sono così concesso un pranzo che, per la verità, potevo fare martedì prossimo a casa: pizza 'Parma' (col prosciutto cotto, però…BARBARI!), Lambrusco emiliano, tiramisù e caffè espresso. Il tutto all'abbordabilissimo costo di 32 marchi…adesso che ci penso, a casa martedì avrei speso di più.
Durante il pranzo ho risolto il dubbio che avevo, cioè se trascorrere il pomeriggio a Maastricht o ad Aachen. Mi sono detto che una volta a Maastricht, quando avevo assaporato l'emozione di esserci stato, non potevo far altro che tornare indietro. Aachen, per noi Acquisgrana, aveva altre attrattive, essendo stata la capitale del Sacro Romano Impero.
Chi sia Carlo Magno posso dare per scontato che lo sappiate tutti…o meglio, io uno che potrebbe non saperlo lo conosco, ma alla fine della fiera se anche non mi legge non mi preoccupo, anzi.
Era il Natale dell'800 quando Papa Leone Terzo diede all'ex Re dei Franchi la possibilità di chiamare il suo Impero 'Sacro'. Il regno Carolingio era una sorta di antica versione dell'Europa di Maastricht, come estensione. I confini erano assicurati dalle cosiddette “marche”, paesi 'cuscinetto'.
Carlo Magno, che i bambini italiani conoscono alle elementari come “Quello che ha inventato la scuola”, divenne dopo la sua morte (arrivata oltre i 70 anni, incredibile per l'epoca) un personaggio di culto quasi maniacale. Per questo oggi sono conservate, come reliquia, parte di un suo polso e la sua calotta cranica. Macabro, eh? Un pochino, dal nostro punto di vista.
Il tutto è in visione nella sala del tesoro, adiacente all'imponente Duomo di Acquisgrana. (costo per la visita, marchi 5)
Dalla stazione alla zona monumentale è una passeggiata. Attenzione solo ad una cosa: se volete vedere il trono di Carlo, dovete aggregarvi ad una visita guidata (in Tedesco e al costo di marchi 3).
La zona attorno alla Cattedrale e fino al Municipio è bellissima. Si respira la nascita della Cultura (volutamente maiuscola, la 'C') occidentale, anche se degli originali è rimasto poco, a causa di una serie di incendi e di qualche bombetta anglo americana. Però tanto la Cattedrale (oggi in restauro) che il Municipio (in tedesco 'Rathaus') sono stati ricostruiti in maniera impeccabile.
Il Municipio guarda sull'imponente piazza del Mercato, dove stazionano centinaia di persone, chi ai tavolini degli immancabili bar, chi semplicemente a zonzo. Non mancate, quando passate di qui, di dare un'occhiata alla Puppenbrunner, la fontana delle marionette.
Il viaggio di ritorno, a parte il tentativo di prendere l'autobus per la stazione in direzione sbagliata, sventato fortunatamente dall'autista, è stato tranquillo.
Da Aachen a Colonia si va in 50 minuti (costo 40 marchi andata e ritorno, mica poco). La DB (Deutsche Bahn) dà un servizio apparentemente impeccabile, ma per i tedeschi “E' sempre in ritardo”. Tenete conto che per un tedesco essere in ritardo è mancare l'orario concordato di un minuto. Qui quando si dà appuntamento ad una ragazza si dice: “Cara, sono a casa tua alle 21 e 23”. E provate ad arrivare ai 25, se avete il coraggio.
La stazione di Colonia mi ha fatto venire un po' di magone. Era piena di diciottenni con lo zaino sulle spalle e la tessera 'Inter rail' in tasca. Che nostalgia! Se penso che fino a poco tempo fa c'ero anche io….Come dite, che sono passati 20 anni?
Adesso che ci penso, 20 anni non sono pochissimo tempo….
Secondo le previsioni di amazon.com, irradiate sui tabelloni delle stazioni della U-Bahn, oggi la temperatura dovrebbe calare. Speriamo senza scherzi di temporali o cose simili, che il programma dei quarti è moderatamente serrato.
Ci sentiamo dopo Italia-Spagna. Hasta la victoria, siempre!.
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