Quanta acqua, abbiamo preso a Colonia.
La partita tra Italia e Francia é iniziata con 40 minuti di ritardo. In un certo senso, meno male. Non avevo calcolato che fosse domenica e quando mi sono presentato alla fermata della 'U Bahn' ho avuto un'amara sorpresa. La linea 16, contrassegnata dalla 'K' di Köln, non si sarebbe presentata prima di un'ora. Fatti 2 conti, era ovvio che sarei arrivato in ritardo.
Come detto, peró, la pioggia mi ha salvato. Prima di bagnarmi indecentemente, ovvio.
Qui in Germania si sono illusi per qualche giorno di sole e adesso pensano che non pioverá piú. Cosí gli unici ripari per la pioggia sono i soliti ombrelloni marchiati Motta di cui vi ho giá parlato. Giá, ma se un ombrellone nasce per riparare dal sole, me lo spiegate perché dovrebbe riparare bene anche dalla pioggia? Infatti, non lo fa.
Quando gli elementi si sono proprio scatenati, ho battuto in ritirata verso il solito container per la stampa. Volevo mettermi avanti con il lavoro, ma la connessione ad Internet era interrotta. Una volta avrei fatto tutto a biro, tanto poi il pezzo andava dettato. Oggi, non si puó. O meglio, si potrebbe anche. Peró non si fa.
Non pensate ad una situazione tipo Hal 9000 in '2001 Odissea nello Spazio', ma oggi i giornalisti dipendono veramente tanto dalla tecnologia.
Una sospensione per pioggia qua e una lá, alla fine ci siamo comunque arrivati.
La finale di Bonn, intanto, era iniziata. L'Olanda vince 2-0 ha confermato qualcuno dell'organizzazione. Emergendo da un Hamburger, un azzurro ha bofonchiato: Non siamo interessati….
Lo spirito non era granché, neanche oggi. Ci mancherebbe che gli azzurri fossero contenti.
Se vedessero i vostri commenti, lo sarebbero anche meno. Ho ricevuto un paio di messaggi molto pepati sulla questione oriundi, che riprenderó nel punto di domani. Per ora posso dire questo: ogni azzurro ha dato il massimo. E' ingeneroso affermare il contrario.
Anche allo staff tecnico si puó rimproverare poco, forse nulla.
Il problema non sono gli oriundi. Il problema é che il meglio del nostro baseball (perché su questo non ci sono dubbi) é a rischio di sconfitta contro la Russia. Se serve da consolazione, lo é anche il meglio del baseball olandese.
Non é una consolazione, lo so. E' peró lo spunto per porsi una domanda: sono gli altri che crescono o siamo noi che caliamo? Scrivetemi pure le risposte, perché da domani saró nella condizione di contattarvi personalmente.
Tornando a noi, per avere qualche speranza di vedere almeno un pezzo di finale ho chiesto alla Francia un passaggio. Il manager Coste mi ha accontentato. Spettacolari i giocatori, che ad uno ad uno sono andati a chiedere al Capo Delegazione: "Non eravamo in 34, sull'autobus? Qui ne contiamo 35…".
Felice per il passaggio datomi dai miei amici e compagni d'albergo lo sono rimasto per poco. Fino a quando il loro autista creolo Daniel mi ha chiesto "Vado bene, di qua?". Il suo di qua era la direzione Düsseldorf. Mi ha preso il panico. Prima l'ho sviato, poi sono caduto nel mutismo.
Mi ha risvegliato il lanciatore Cazanobes chiedendomi: "Secondo te, facciamo in tempo a fare la doccia prima della premiazione?" Secondo me? No, caro Cazanobes.
I francesi, come gli azzurri, sono infatti arrivati alla chetichella quando la premiazione stava per iniziare.
Come avvoltoi, i giornalisti olandesi erano tutti lí che speravano che i nostri non si presentassero polemicamente.
Invece gli italiani sono arrivati, dignitosi e in fila indiana.
Oltretutto, nelle tute da riposo i nostri erano largamente i piú eleganti del lotto. Conta niente, ma meritava una citazione.
E' quasi ora di salutare anche Bonn, dopo Colonia. Adesso che ci faccio caso, il terreno su cui é stato sistemato il container per la stampa é in realtá un campo da softball. Auguri, ragazzi dell'organizzazione.
Fare le pulizie non sará mica un compito dei piú agevoli. Siete comunque stati veramente eccezionali. Nessuno di voi legge l'Italiano, ma ve lo dovevo.
Non é ora di salutare voi, invece. La notizia é ufficiale: leggerete un Diario anche domani.
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