Sono ancora emozionato per l'atmosfera che c'era ieri allo stadio di Kaohsiung durante la partita tra Taiwan e Stati Uniti.
Che si respirasse l'evento, ve lo avevo detto fin da ieri. Il fatto e' che poi, un po' perche' mi hanno depresso gli azzurri con una partita davvero scialba contro la Francia, un po' perche' una serie di piccoli inconvenienti (un dischetto che si e' rotto cancellandomi un articolo, un fotografo che ha inavvertitamente staccato la mia connessione a internet…) mi ha fatto ritardare, mi sono barricato in sala stampa. Alle 5 (un'ora prima della partita) ne sono emerso per andare a mangiare qualcosa e mi sono reso conto.
Intanto, non ho mangiato. Perche' era impossibile anche solo pensare di arrivare in cima alla coda che c'era ai vari bar dello stadio. Poi sono rimasto decisamente disorientato dall'eccitazione dei tifosi cinesi. E dal conseguente rumore.
Perche' non si puo' negare che i cinesi siano considerevolmente rumorosi, in quasi tutte le loro manifestazioni. Figuratevi se ne mettete assieme 25.000 in uno stadio.
Ho raggiunto il mio posto in tribuna stampa, guardato con odio dalla gente che rimaneva in piedi perche' arrivata in ritardo e che considerava umanamente che, comunque, era arrivata prima di me. Mi sono seduto per ammirare questo spettacolo. Non mi era mai capitato di vedere tanta gente in uno stadio da baseball fuori dagli Stati Uniti. La claque era in azione sopra i 'dug out'. Sulle tribune, tutti erano dotati di trombetta, che veniva usata per il suo scopo principale o, alternativamente, come percussione. Ad un certo punto, i tifosi cinesi hanno addirittura accennato il Tomahawk Chop reso famoso dai tifosi degli Atlanta Braves.
La televisione indugiava sul Presidente di Taiwan Chen-Shui-Bian, seduto a fianco di un hollywoodiano Aldo Notari, vestito con abito blu dell'IBA e strepitoso cappellino da baseball abbinato ad occhiali scuri da riposo: era veramente identico all'attore Danny Aiello, come da tempo sostiene la stampa americana.
A proposito del mio illustre concittadino, gli ho reso visita nella sua suite presidenziale allo stadio. Mi ha presentato a tutti (la sua interprete, scelta come presumevo con gusto, e un paio di “first ladies” dell'IBA) come: Un amico che viene dalla mia citta'. Poi se ne e' andato a raggiungere il Presidente di Taiwan: Sai, è il protocollo.
Mi ha un po' stupito vedere la gente esaltarsi per la presenza del Presidente, quando solo poche ore prima si era tenuta un'altra manifestazione contro la disoccupazione, con piu' di 2.000 persone coinvolte. Evidentemente, la definizione dello sport come “moderno oppio dei popoli” non stona piu' di tanto.
Oggi i giornali di Taiwan annunciano a sorpresa che, dopo la Cina Popolare, anche la Cina di Taipei diventa membro del WTO. Un evento storico, se si pensa che ora Pechino e Taipei saranno costrette ad avere relazioni formali e, possibilmente, cordiali.
Nei giorni scorsi, invece, la stampa locale aveva dato uno spazio che mi sembra di poter definire esagerato alla nascita di un piccolo pinguino allo zoo di Taipei. Non e' che sia poi questo animale raro, il pinguino. O meglio, a queste latitudini non ce ne sono mica tanti e sono d'accordo, pero' non lo vedrei come un evento cosi' entusiasmante.
Ho pensato ai casi della vita. Io, se fossi cinese, sarei analfabeta. Gia', perche' col talento che mi ritrovo a disegnare, non sarei mai riuscito a imparare a scrivere. E visto che un altro mestiere ho fatto fatica a concepire di farlo anche in Italia, mi spiegate cosa andavo a inventarmi per vivere in Cina? Forse potevo diventare giocatore di baseball, ma anche li' il talento era quello che era.
Comunque, tornando al loro sistema di scrittura, si tratta di qualcosa di veramente incredibile. E molto complesso. A logica, mi vien da dire che il cinese medio e' molto piu' acculturato di noi, perche' solo per imparare a convivere con quei ghirigori che loro chiamano parole bisogna studiare tanto.
Ho notato poi che nei programmi televisivi le scritte in sovra impressione scorrono in verticale, anziche' in orizzontale.
Se leggere la loro lingua e' impossibile, capirla non e' molto piu' facile. Mentre stavo guardando tranquillamente Italia-Francia mi si e' avvicinato un bambino e mi ha rivolto la parola. Ovviamente, non ho colto nulla e gli ho sorriso, facendo segno che non capivo. Allora mi ha ripetuto la stessa cosa urlando. Gli ho mostrato il mio pass e lui se ne e' andato. Pero' non ha mollato. Dopo 2 secondi e' tornato e mi ha fatto un gram discorso, ovviamente a me incomprensibile. Gli ho anche detto “Non capisco” in tutte le lingue che conosco. All'italiano, lui ha reagito scimiottando “non capisco…non capisco”. Poi ha cercato un nuovo contatto, quindi ha notato che stavo cominciando a diventare insofferente e se ne e' andato. Una scena drammatica.
Sviluppi interessantissimi a latere del mio ruolo di consulente sentimentale. Il mio amico con problemi di cuore mi manda talmente tanti 'sms' che, in un caso, ha sbagliato numero.
Fin qui, niente di strano. La cosa bellissima e' che il contenuto del messaggio in questione era “E' femmina” e lo stesso e' arrivato ad una donna che aspettava notizie sulla nascita del figlio di un'amica e che aveva appena saputo che…”E' maschio”. Due gemelli, si e' chiesta la poverina? Che il triangolo di messaggi diventi un quadrilatero?, mi chiedo io.
La vita di noi idoli delle folle non e' facile. Le mie amiche hostess mi seguono passo passo e ogni tanto la cosa diventa imbarazzante. Ieri, ad esempio, una di loro mi ha offerto delle patatine fritte. Io ne ho prese 2 per cortesia ma la ragazza si e' quasi offesa. “Sei troppo gentile” le ho detto “Mangiale tu”. Niente da fare: e' andata al bar, ha preso un tovagliolo di carta, lo ha steso sul mio tavolo e ha versato meta' del contenuto delle sue patatine per darmele.
Un'altra gira con un gagliardetto dell'Italia appeso alla cintura in mio onore e, visto che è l'addetta al trasporto del microfono durante le conferenze stampa, quando chiedo di fare una domanda la faccio felicissima. Ieri il lanciatore azzurro Michael Marchesano si e' particolarmente divertito, al riguardo.
Una considerazione sulla nazionale.
L'atteggiamento di “Quelli del Baseball” nei confronti della squadra azzurra e' l'esatta dimostrazione del perche' il movimento non riesce a diventare una cosa seria. Presidenti che si permettono di dire cose del tipo: “Io a quelli li' i miei giocatori non li do”, giocatori stessi che non vanno al Mondiale per “Problemi di lavoro” (ragazzi, ma fatemi il piacere: se non andate in nazionale cosa giocate a fare?), soloni che sperano che la nazionale perda perche' nessuno li ha invitati a Taiwan.
A questo proposito, annuncio con orgoglio che io sono l'unico giornalista della storia del baseball italiano ad aver viaggiato al seguito della nazionale a spese della testata che rappresento. Chi ha elementi per dire che non e' vero, mi scriva.
Oggi e' il giorno di riposo per le squadre. Non per me, ovvio. Anche se dovrebbe comunque rimanere il tempo per dare un'occhiata più da turista a Kaohsiung.
Ieri sera, intanto, ho rotto gli indugi e sono entrato in un ristorante esterno all'albergo. Al di la' del fatto che bisogna esprimersi a gesti, non e' andata neanche male. E il prezzo della cena è stato un affarone: 160 dollari di Taiwan, ovvero poco piu' di 10.000 lire.
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