Elezioni … Bella storia, oppure brutta storia?
O forse ciò che sta capitando -diciamolo francamente, non tutto ciò che affiora è bello ed edificante…- fa parte del solito tran tran?
La sensazione di fondo è in ogni caso una sola: ognuno sta lottando per il cadreghino a modo suo e ciò permetterà di arrivare al volo in clima non conflittuale.
Per spiegare meglio: Massimo Ceccotti ha pieno diritto di ambire al ruolo di presidente federale perchè la sua consolidata milizia nell'ambito del Governo sportivo italiano gli conferisce un ruolo prestigioso. E questo baseball che nell'era Dalla Noce si è cremato la presenza a quattro riunioni della Giunta CONI, per dirla tutta mai rappresentato da alcuno, e che ha problemini-problemoni di ordine economico da gestire (ad esempio la prima rata del Quadrifoglio di Parma, che giunge come una mannaia di fronte ad un bilancio che verrà depauperato del 28{bde1504f71d349e3134767d1346bb2d25fd1c745ee2ca59779c0ca82a0f7a9f5} nel rispetto della povertà collettiva in cui nuota, anzi, annaspa lo sport italiano) avrebbe matematicamente bisogno di un superpartes che sappia zigzagare bene lassù.
Ma Bruno Bertani ha parimenti pieno diritto di pretendere il ruolo di leader, perchè è in ultima analisi il più consolidato esempio di dirigente probo che passi sui diamanti italiani nel terzo millennio.
Ciò che ha fatto lui a Bollate, suona come esempio e come capacità.
E poi c'è tutto il resto: chi lo riteneva il “portaborse di Notari” ai tempi della sua vicepresidenza non se l'è però sentita di affossarlo ai tempi del nuovo conio federale made in Dalla Noce perchè “tutti sanno” che Bertani sa.
E il signore di Bollate in questa campagna promozionale verso la presidenza ha spiegato a tutti che ha la borsa (quella del portaborse) piena di fatti, che si riflettono nelle esigenze del baseball italiano.
Per il bene del baseball, Ceccotti e Bertani avrebbero dovuto coniugare le loro potenzialità ed avremmo avuto il top dei top, forti cioè nella trincea politica ai massimi livelli e nella gestione dello sport quotidiano. Ma la campagna di congiunzione è stata proposta troppo tardi, ed ognuno ha giustamente difeso se stesso, la propria probità, la propria ideologia, amen.
Fraccari, in questo specchio di ideologie trasparenti, si propone invece come il politico.
Ciò che gli altri non hanno voluto, la coniugazione di intenti, lui lo ha invece cercato, proponendo alleanze con assoluto spirito pratico.
Ai pensieri eccellenti, al sostegno indissolubile degli intenti, Fraccari ha invece proposto il tema di fondo, essere forti per governare, garantendosi un partner creativo come Valerio Pradal, l'uomo di marketing che -con la sola presenza- fece vincere Dalla Noce e che in questa circostanza continua ad essere molto chiacchierato. Ma tutti hanno capito l'antifona: tutti cioè, Ceccotti, Bertani ed ovviamente Fraccari, hanno capito che lo schema Notari privo di creatività va rivisitato e corretto, e tutti dunque hanno aperto la via del principio merciologico. Chi siederà sul trono del presidente il 9 dicembre, avrà sicurissimamente al proprio fianco un uomo forte nella strategia della comunicazione e del recupero di risorse da marketing ed iniziative di vario tipo.
E insomma, e fortunatamente per il baseball, non sarà più Pradal l'ago della bilancia.
Ma saranno i nostri principi a decidere: cosa volete, allora, un politico, un pragmatico oppure un pratico alla guida Federazione? Pensatela bene, perchè non si può sbagliare due volte.
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