Il campus della Florida Atlantic University, che ospita la terza amichevole degli azzurri in Florida, è praticamente una città a sè. All’arrivo con i pulmini, dopo 45 minuti di viaggio dall’albergo, i ragazzi della Nazionale rimangono affascinati dalla bellezza dello stadio di casa della squadra di baseball, all’interno del campus, e non riescono a nascondere la delusione quando vengono informati che l’amichevole verrà disputata su un campo di allenamento laterale.
Mentre i nostri si allenano in battuta e in difesa, abbiamo la possibilità di fare un giro turistico del campus; oggi è domenica, e le strade sono praticamente deserte, ma un po’ di gente si trova all’ingresso del cinema multisala, anch’esso all’interno della zona universitaria. Nello stadio dell’ateneo con sede a Jupiter giocano anche un paio di squadre di leghe minori, come testimoniato dai loghi sui cancelli; gli avversari degli azzurri, invece(e per fortuna) sono un gruppo di giocatori dell’organizzazione dei Marlins, e anche solo a vederli palleggiare per due minuti si capisce che oggi le cose non saranno tanto facili. Ovviamente, pur essendo Florida Atlantic un ateneo non grandissimo, il campus dell’università è enorme; oltre al già citato cinema c’è anche un campo da golf, e rispetto a dove siamo noi, in lontananza si vedono gli enormi palazzi in cui risiedono gli studenti.
La nazionale italiana ultima gli allenamenti di battuta e difesa, mentre il fisioterapista Bragadini massaggia la spalla di Avagnina, il secondo lanciatore azzurro di oggi, e il braccio di Frezza, che solo all’ultimo momento il manager Massellucci decide di inserire nel lineup. Alle 13 si comincia, e fin dall’inizio si capisce che la superiorità, soprattutto atletica, dei nostri avversari è netta, e che sarà impossibile giocare alla pari; quello che stupisce in particolare la panchina azzurra è l’elevatissima velocità sulle basi dei nostri avversari.
Il risultato della gara è da subito fuori discussione; quando al termine mancano pochi lanci arriva a Jupiter, sede del campus di Florida Atlantic, un gruppo di tecnici che fanno parte della delegazione della Nazionale italiana seniores, che si sta anch’essa allenando in Florida. Sal Varriale e gli altri rappresentanti degli ‘azzurroni fanno quattro chiacchiere con lo staff della preolimpica, mentre i ragazzi, finita la partita si buttano su alcuni cesti di panini.
Dopo pochi minuti si parte in direzione dell’albergo; in serata, il gruppo si reca al ristorante italiano Paolo’s, gestito da un amico siciliano di Jim Mansilla, ex allenatore delle nazionale azzurra negli anni 80. Il posto è piccolino, ma all’interno si respira aria di baseball ‘italoamericano; sui muri sono appese decine di foto che ritraggono personaggi del mondo del baseball che sono venuti a cena qui, fra cui, soprattutto, l’ex grande manager dei Dodgers Tom Lasorda, notoriamente amante della cucina italiana, e a quanto pare presente spesso qui. Al ristorante ad aspettare gli azzurri c’è lo stesso Mansilla, ora coach della squadra di baseball del Miami-Dade Community College; l’ex coach azzurro presenta allo staff della nazionale un anziano signore anch’egli ospite del locale, che si qualifica come ‘braccio destro di Lasorda da 50 anni. Fra pizza, pasta e caffè espresso, per altro tutti di ottima qualità, e in grande quantità, per un paio d’ore torniamo tutti in Italia con l’immaginazione, anche se ci divertiamo a notare le ‘leggere imprecisioni della cartina della nostra penisola disegnata sui menù; nel frattempo, il gestore del locale ci racconta orgogliosamente, chiaramente in italiano, delle sue conoscenze illustri e di quando, tramite Lasorda, nel suo locale fu invitato Mike Piazza, ai tempi membro dei Dodgers, anch’egli immortalato in alcune delle foto appese al muro.
Pochi minuti prima del rientro in albergo, mentre gli azzurri ultimano il loro pasto, Mansilla propone a Massellucci di chiedere ai ragazzi se qualcuno di loro è interessato a fare un provino per Miami-Dade, oggi; nella hall dell’hotel il manager azzurro riferisce la cosa ai giocatori, e alcuni di loro sembrano entusiasti, e pronti a rinunciare al previsto giorno di riposo. Tutti comunque si ripromettono di pensarci durante la notte, visto che, e di questo tutti si rendono conto, l’occasione è ghiotta.
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