Ultima giornata americana per la preolimpica

Si ritorna al Pro Player Stadium per un'altra gara dei Marlins

Solo alcuni degli azzurri della preolimpica accolgono la proposta dello staff di tornare all’enorme mall già visitato alcuni giorni fa, mentre la maggior parte dei giocatori preferiscono rimanere in albergo, chi a rinfrescarsi in piscina, chi a chiacchierare nella hall. L’allenamento è previsto per le 12, ma pochi minuti prima di mezzogiorno il manager Beppe Massellucci informa tutti che la I-95, l’autostrada che unisce Fort Lauderdale, sede dell’hotel degli azzurri, e Pompano Beach, il luogo dove i nostri hanno tenuto le loro sedute di lavoro, è bloccata a causa di un incidente; visto che alle 17 è previsto l’incontro con la nazionale maggiore, il manager comunica ai ragazzi che l’allenamento è annullato. I ragazzi accolgono la notizia, ad essere sinceri, con discreto entusiasmo, e alcuni di loro, compreso il vostro cronista, ne approfittano per andare in spiaggia e fare un tuffo nell’oceano Atlantico; alla ‘Fort Lauderdale Beach” non c’è tantissima gente, forse anche perché si tratta di un giorno feriale, ma è sempre un bello spettacolo. Tutta la squadra, , comunque, alle 15 si fa trovare pronti in albergo per il pranzo; al solito ristorante troviamo la 100esima persona che ci chiede se siamo la nazionale italiana di calcio, e come gli altri 99 anche questo si stupisce quando gli diciamo dell’esistenza di squadre di baseball italiane.
L’incontro con gli azzurri della seniores arriva puntualmente alle 17.30, e tutti insieme si parte verso il Pro Player Stadium, per assistere alla gara tra Marlins ed Expos; questa volta, rispetto a lunedì, la partita è un po’ più combattuta, ma ancora una volta i padroni di casa vengono sconfitti, davanti a un pubblico che raggiunge a fatica le 5000 unità, la serata peggiore in termini di spettatori nella breve storia della franchigia, pesantemente decaduta a pochi anni dal titolo del ’97. A vedere la scena desolante dello stadio vuoto viene da pensare che la ‘contraction” potrebbe partire proprio da qua, piuttosto che toccare posti in cui c’è sicuramente più interesse come ad esempio il Minnesota. A proposito di contrazione; fra i pochi tifosi di Miami ne vediamo uno che porta una maglietta degli Expos con la scritta del nome del giocatore coperta, e al suo posto ‘Bud Selig”; viene da pensare che quel tifoso ha poco da prendere in giro, e gli basta darsi un’occhiata intorno per accorgersene…Rispetto all’arrivo all’ultimo minuto dell’altra volta, oggi siamo in discreto anticipo, e questo ci permette di vedere la parte finale delle batting practice. Mentre aspettiamo di poter entrare, facciamo quattro chiacchiere con uno degli uscieri, e provochiamo l’ilarità di un suo collega indovinando dall’accento la sua provenienza newyorchese; il signore ci dice uno dei tanti emigrati qua dalle grandi città della costa est, e che qua c’è poco interesse per i Marlins(come se non l’avessimo già capito…), che contano di accogliere circa 3000 persone; non come a New York, dice, dove alle partite degli Yankees è sempre tutto esaurito. Ci racconta inoltre di come per i Dolphins, la squadra di football, lo stadio sia sempre strapieno.
La nazionale italiana, anzi le nazionali italiane, sono inquadrate spesso dallo schermo gigante dello stadio; non che sia una cosa difficile, in termini di probabilità. I posti che i Marlins ci hanno riservato al loro stadio sono buoni, sicuramente migliori di quelli di lunedì, e siamo in un’area dove l’arrivo di un a foul ball non è improbabile; infatti dopo qualche inning arriva una pallina nella nostra direzione, e Buda, uno dei ragazzi seduti più in alto rispetto agli altri, è il più lesto ad arrivarci. Dopo la sua presa, un usciere dello stadio gli si avvicina e gli consegna un ‘certificato di autenticità”, che testimonia che si tratta veramente di una pallina utilizzata in una partita dei Marlins; peccato non essere in posizione utile per poter arrivare su un fuoricampo, perché secondo quanto scritto sul tabellone, in quel caso l’organizzazione permette al fortunato di avere la pallina firmata dall’autore della battuta.
Mentre giriamo per lo stadio, fra i negozi di souvenir e le chilometriche file per hot-dog e bibite(sembra che ci sia più gente lì che sulle tribune), ci ferma una signora, che ci chiede che squadra siamo, e poi di firmare qualche autografo per dei bambini, e alcuni degli azzurri, ovviamente, lo fanno subito. La partita volge verso il termine; qualcuno si fa una foto con Billy the Marlin, ‘il pesce preferito dalla Florida”, come lo chiama lo speaker, altri cominciano ad avviarsi verso le uscite; al termine della gara alcuni si fermano nel parcheggio nella zona di uscita dei giocatori per chiedere qualche autografo, e fra gli altri si vede Ozzie Guillen, ex giocatore ora coach dei Marlins.
Dopo qualche minuto, però, è ora di riprendere i pulmini e tornare in albergo; domani alle 10 si parte verso l’aeroporto. L’avventura americana della nazionale preolimpica è ormai giunta al termine.

Informazioni su Matteo Gandini 704 Articoli
Giornalista pubblicista e collaboratore di Baseball.it dall’ottobre 2000, Matteo è un grande appassionato in genere di sport, soprattutto del mondo sportivo americano, che segue da 10 anni in modo maniacale attraverso giornali, radio, web e TV (è uno dei pochi fortunati in Italia a ricevere la mitica ESPN).Per Baseball.it ha iniziato seguendo le Majors americane. Ora, oltre ad essere co-responsabile della rubrica giornaliera sul baseball a stelle e striscie, si occupa di serie A2. Inoltre, nel 2002, per il sito e l’ufficio stampa FIBS ha seguito da inviato lo stage della nazionale P.O. in Florida, la Capital Cup e i mondiali juniores di Sherbrooke (Canada), il torneo di Legnano di softball, e la settimana di Messina, a cui ha partecipato anche la nazionale seniores azzurra. Nel 2003 è stato invece inviato agli Europei Juniores di Capelle (Olanda). Nel 2001 ha anche collaborato alla rivista “Tutto Baseball e Softball”.Per quanto riguarda il football americano, da 3 anni segue il campionato universitario e professionistico americano per Huddle.org, oltre ad essere un assiduo collaboratore alla rivista AF Post. Nel 2003 partecipa al progetto radio di NFLI, ed è radiocronista via web delle partite interne dei Frogs Legnano.Dopo aver collaborato per un periodo di tempo ai siti web Inside Basketball e Play it, nel 2001 ha seguito i campionati di basket americani (NBA e NCAA) per Telebasket.com, in lingua italiana e inglese. Ora segue la pallacanestro d’oltreoceano per Blackjesus.it.Più volte apparso come opinionista di sport americani a Rete Sport Magazine, trasmissione radiofonica romana, lavora stabilmente nella redazione di Datasport, dopo una breve esperienza in quella di Sportal.Nel 2003 ha lavorato anche per l’Ufficio Stampa delle gare di Coppa del Mondo di sci a Bormio.Ha 26 anni, è residente in provincia di Lecco e si è laureato in scienze politiche alla Statale di Milano. La sua tesi, ovviamente, è legata allo sport: il titolo è “L’integrazione dei neri nello sport USA”. Il suo sogno è dedicare tutta la vita al giornalismo sportivo, in particolare nel settore sport USA.

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