Che giornata, ragazzi.
Dire che la permanenza negli Stati Uniti si è chiusa alla grande, è decisamente minimizzare.
Andiamo comunque con ordine. E non necessariamente cronologico.
Non vedevo l'ora di raccontarvi che ho parlato con Howard Johnson. Avete presente, HoJo? Il grande dei Mets? Se non lo avete presente, non seguivate il baseball americano negli anni '80.
Io però c'ero. Voglio dire, ero esaltatissimo a quel tempo. Stavo sveglio la notte per ascoltare le cronache delle partite, ho festeggiato la vittoria delle World Series del 1986 e nel 1989 sono andato anche a New York a vederli. E HoJo era il mio preferito.
Oggi il mio ex idolo era lì che si faceva intervistare da me. Incredibile.
Cioè, sarebbe stato incredibile se non lo avesse fatto. Lui è un professionista, io sono un professionista e oggi lavoravamo. Il particolare che vi stavo nascondendo è che io ero lì che svolazzavo a 1 metro da terra. Lo avrei voluto abbracciare, ma per fortuna sono arrivato a capire che mi sarei fatto compatire. Mi sono limitato a chiedere se potevo fare una foto assieme a lui.
“Pensa, eri un tifoso e adesso sei un suo amico” mi ha detto Sal Varriale. Imprevedibile, la vita. Davvero.
Cioè, può succedere che, giusto per fare un esempio, un Commissario di Polizia ottenga la considerazione dell'ultima persona che tu penseresti si potrebbe interessare a lui e, del tutto assurdamente, ti crolla il mondo addosso. Poi prendi un aereo e voli direttamente in un sogno. Imprevedibile, la vita. Proprio.
Non preoccupatevi. Ci sono solo un paio di persone trai miei lettori abituali che possono capire a cosa mi riferisco.
Una è il mio amico con il quale dialogo via 'sms'. Oddio, oggi l'ho un po' trascurato e spero che questo messaggio cifrato mi riconquisti il suo affetto.
La sua situazione, per altro, non si sblocca. E io ho ricevuto solo pochissime risposte al mio questionario “deve insistere o mollare”. Ma attendo fiducioso e semmai, ripeto, in Novembre da Cuba ricominciamo.
L'altro momento memorabile di oggi è il barbecue con il quale i 'Figli dell'Italia' di Stuart ci hanno salutato.
A parte il fatto che ci sono azzurri che sono ossi durissimi, quando si tratta di competere per un hamburger o un hot dog, è stato tutto stupendo. Dalla qualità del cibo all'atmosfera ad una torta commovente contanto di marchio FIBS che il sensazionale Frank Baldino ha fatto confezionare per l'occasione.
Baldino ha detto queste parole: “A sentirvi parlare delle vostre Nettuno, Parma, Bologna e Grosseto mi avete fatto ricordare i miei 20 anni e vi sarò sempre grato per questo”. E a me, credeteci o no, si sono riempiti gli occhi di lacrime.
Credo che per tutti noi il contatto con i Figli dell'Italia sia stato indimenticabile. Vi dico la verità: all'inizio vedevo questo obbligo della cena serale con loro…un obbligo, appunto. E allergico come sono a lacci e lacciuoli, un po' ero insofferente. Perchè la mattina la passo al campo, al pomeriggio devo scrivere…insomma, alla sera mi piacerebbe andare in giro. Questo pensavo, una settimana fa. Oggi la sola idea che domani sera non sentirò John Di Mola dire “Allora, Riccardo hai informto la stampa italiana?” mi fa stare un po' male.
Quanti abbracci, questa sera. Gli addii sono sempre un po' tristi. Vorrei scrivere qualcosa di memorabile, al riguardo, ma mi viene in mente tutta roba che sa di “partire è un po' morire” e allora preferisco pensare che non sia stato un addio, bensì un arrivederci.
Addio o arrivederci, stiamo per partire.
Ho un sacco di persone che mi dicono che “adesso che torno mi devo mettere a lavorare”. Come se fossi venuto qui in vacanza.
Riconosco che tra una miniera belga e la Florida per lavorare c'è una bella differenza, ma chiedetelo al mio fedelissimo “Travel Mate 525 TE” della Acer (non è pagata, state tranquilli) quanto tempo abbiamo passato assieme.
Prima di andare devo nominare ancora qualcuno. La prima è Deborah Silver, fotografa della PSL news. Ci siamo divertiti moltissimo, con lei. Ha scattato un'infinita di foto in più rispetto al suo ordine di servizio e poi ha promesso che ce le avrebbe mandate per e-mail. Non che abbia mantenuto, per il momento. Ma è stata simpaticissima.
Ci sono poi i miei amici nettunesi, che non mancano mai di farmi pesare il mio pronostico sull'ultima finale.
Oggi ero lì che mi versavo un caffè quando sono arrivati in 3. “Fai un brindisi?”. Perchè no.
“Allora, brindiamo ad un altro scudetto…magari con qualcuno che prima della finale ridica che vincerà il Rimini di sicuro”.
La consolazione è che i miei articoli li hanno letti proprio tutti…
Ragazzi, io spero che sia una grande stagione di baseball. Io e gli altri 31 componenti della spedizione ne siamo sicurissimi. Vorremmo convincere di questo anche tutti voi che siete lì. A volte le cose basta volerle.
Forse il punto è questo. Siamo proprio sicuri che tutto il baseball italiano voglia una grande stagione?
Pensateci un po' su e poi magari fatemi sapere. Il mio indirizzo e-mail è sempre lo stesso. Anche se adesso lavoro per la Federazione.
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