Ventuno anni compiuti a gennaio, Mario Chiarini rappresenta sicuramente uno dei talenti emergenti del baseball italiano. Venerdì scorso al 14° inning di gara-1 a Nettuno, è stato lui a spezzare un' incredibile maratona con un lunghissimo fuoricampo da 3 punti che ha regalato un' importante vittoria alla Semenzato Rimini.
“Sono andato tranquillo nel box – racconta Chiarini – e quando ho visto la dritta interna di Vigna l'ho girata. E' andata bene e sinceramente è stata una bella soddisfazione per me e per tutti i miei compagni. Vincere a Nettuno fa sempre piacere e poi proprio contro Vigna che l'anno scorso ci ha quasi tolto lo scudetto da solo… Ci siamo tolti un bel dente.”
Con 3 homer battuti in questa stagione, Chiarini è il battitore più potente della Semenzato. E se Mike Romano il clean-up ce l'avesse già in casa?
“Questo non lo so e comunque non spetta a me dire se sono il bomber della squadra. Sono giovane e ci vuole calma per questi discorsi, per il momento cerco solamente di fare nel miglior modo possibile quello che mi dice l'allenatore.”
Dall'inizio del campionato Chiarini viene impiegato quasi sempre nel ruolo di DH. Come ti trovi in questo ruolo?
“E' difficile perchè ci vuole più concentrazione rispetto agli altri ruoli che ti permettono di stare sempre lì con la testa in attacco e in difesa. Andare a battere ogni 2-3 inning non è facile perchè può capitare di distrarsi e di non essere perfettamente concentrato. Comunque l'importante è giocare.“
Coach Romano è molto soddisfatto del rendimento offerto finora da Mario Chiarini, rapportato soprattutto alla scorsa stagione.
“Diciamo che adesso sono più maturo mentre un anno fa ero decisamente più istintivo. Ora prendo più lanci, aspetto quello giusto mentre l'anno scorso volevo spaccare il mondo al primo lancio. In questo mi ha aiutato molto essere veramente uno della squadra.“
E' tornata di moda l'oriundite, proprio a scapito di voi giovani.
“E' quello che ho sempre pensato. Se nel campionato italiano ci sono dei buchi da coprire si ricorre agli oriundi ma poi si cade sempre sul discorso della qualità. E' inutile che venga gente che guadagna molto di più rispetto a noi italiani se poi in campo fa molto di meno di quello che dovrebbe fare. Tutto questo quando in A2 ci sono tanti ragazzi di talento che se aiutati a crescere nelle società di alto livello, sarebbero sicuramente all'altezza di tanti oriundi che ogni anno sbarcano in Italia.“
E la tua esperienza negli States?
“Mi ha lasciato parecchi rimpianti. E' un passo che ho fatto troppo presto, avrei dovuto aspettare ancora un paio di anni. Sono andato là praticamente senza esperienza perchè giocare negli juniores in Italia non conta nulla rapportato al loro modo di giocare. E questo l'ho pagato. Comunque è stata un'esperienza bellissima perchè vivere a contatto con i giocatori di Major era sempre stato il mio sogno. Comunque non si sa mai…“
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