Il mio parere sull'intervista a Simontacchi

Manuel Zagatti ci invia le sue considerazioni sull'intervista del forte lanciatore italo americano apparsa sulla Gazzetta dello Sport. La pubblichiamo integralmente.

Egr. Sig.ri oggi ho avuto il piacere di leggere l'articolo apparso su Gazzetta dello Sport all'ex azzurro Jason Simontacchi, il quale tanto per non stare a discutere troppo sulla questione degli oriundi o meno, ha dichiarato di non essersi mai sentito un italiano (tant'è che ha ammesso di non aver mai voluto imparare una sola parola della nostra lingua) e di essersi sentito in colpa di essere stato convocato a Sidney per le Olimpiadi al posto di uno più meritevole (forse voleva dire un vero italiano). Lui ha aiutato la ns. nazionale e noi lui…
Secondo me, le parole del pitcher di Sant Louis mettono definitivamente in chiaro la questione convocazioni (mi riferisco anche ai Mondiali Universitari), devono essere convocati gli italiani veri e solo chi si sente tale.
Un esempio: se convoco un giocatore come Newman, è naturale che Lui sia più orgoglioso in quanto parla la ns. lingua, vota come me (non nel senso politico, che non voglio sapere), lavora nella ns. comunità insomma un quasi italiano. Se per esempio invece mi convocano un Menna o un Tomassi (che magari giocheranno anche loro solo un anno in Italia) che cosa gliene frega? E' solo una vetrina per farsi vedere da altre nazioni e basta. Una volta tornati negli States gli rimarrà un vago ricordo della loro avventura italiana e vestire la maglia della Nazionale sarà stata per loro, un'esperienza come un'altra.
Insomma, tanto lo sappiamo tutti che ormai gli olandesi hanno surclassato e che siamo inferiori a tante altre Nazioni, ma perdere 10-0 o 20-0 da Cuba, cosa cambia? Cambia appunto che possiamo schierare gente cresciuta nelle nostre Società e che giochi un baseball, diciamo più italiano, insomma con le ns. pecche e i ns. difetti. Sono d'accordo nel convocare un giocatore come Imperiali che baseballisticamente parlando è cresciuto qua. Ma chi lo vuole un oriundo che magari ha fatto una toccata e fuga se poi veniamo ricompesati come dall'intervista rilasciata dall'ex lanciatore riminese? Noi per lui non contiamo niente e pensare al fior fiore degli articoli e alle interviste che gli avete dedicato nel Vs. sito nell'angolo riservato alle Majors…
Allora, cari Tecnici federali smettiamola di convocare “oriundi per caso” in Nazionale e proviamo a inserirli solo dopo che abbiano disputato più di una stagione in Italia.
Chissà se Cristopher Madonna si ricorderà di Noi?
Ribadisco che i veri italiani nei pro americani (leghe minori) rimarranno:
Toro Rinaldi (una spanna sopra tutti gli altri), Rigoli, Liverziani, Castrì, Mazzanti, Imperiali ecc…
Simontacchi non è mai stato un italiano e mai lo sarà…è solo un americano con una lontana discendenza italiana e dopo questa sua intervista spero che le Olimpiadi di Atene se le guardi solo per TV (in chiaro riferimento all'intervista su baseball.it intitolata “Ci vediamo ad Atene” di M. Claire).

Un Saluto
Manuel Zagatti

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