
Sport strano, il baseball. E noi giornalisti che ne scriviamo ci dobbiamo per forza adeguare.
Siamo in effetti gli unici (noi giornalisti di baseball, intendo) che possiamo titolare la notizia riguardante lo sciopero americano scongiurato con un “Ma i tifosi sono scontenti”. Presente Tafazzi, uno dei primi personaggi del trio Aldo-Giovanni & Giacomo? Uguale, solo…senza conchiglia.
Eppur si muove, ebbe a dire Galileo Galilei. Frase moderatamente infelice, pare, se per riabilitarlo ci hanno messo un bel 500 anni. Ma frase che si adatta al nostro momento.
Con buona pace di chi sostiene il contrario, i giornali sono tornati a scrivere di baseball.
La “Gazzetta dello Sport” ha dedicato addirittura 2 pagine in poche settimane al nostro sport.
Tranquillizzatevi: nessuno ha intenzione di prendersi dei meriti perchè Simontacchi è arrivato in Major o perchè cade proprio quest'anno il cinquantenario della prima partita della nazionale italiana. Conosco uno che ci potrebbe riuscire, ma in questi giorni è in altre faccende affacendato, per la verità.
Devo dire che sono rimasto sorpreso per lo spazio dedicato al cinquantenario in questione.
Onore al merito a 2 colleghi come Elia Pagnoni (Il Giornale) e Stefano Arcobelli (La Gazzetta dello Sport), che evidentemente alla “memoria” tengono parecchio.
Soprattutto la pagina sulla Gazzetta era molto bella e mi ha fatto piacere rileggere Sandro Cepparulo (al quale mi lega una giovanile lite) scrivere di baseball.
Finito coi complimenti, un'altra considerazione: come mai questi appassionati (perchè tali sono) hanno perso la voglia di 'lottare' perchè il loro sport abbia più spazi? Il baseball di oggi (s'intende: il baseball italiano) non gli piace, ovvio. Ovvio il concetto. Mica tanto il fatto che il baseball di oggi (sempre italiano) se ne renda conto.
Itinerando, mi sono imbattuto lo scorso venerdì in 2 splendidi concetti dei quali voglio rendervi partecipi.
1) I giovani li fanno giocare solo battitore designato
2) Non abbiamo tecnici, perchè quelli che potrebbero farlo preferiscono giocare a slow pitch.
Premesse: bisognerebbe intenderci su cosa si intende per “giovani”, perchè un atleta a 24-25 anni non è proprio giovane. Inoltre, certi amatori hanno più braccio, gambe e soprattutto voglia di alcuni giovani. Non io, magari, questo sì.
Svolgimento: vedete come siamo messi? Ad un problema si dà sempre una risposta che individua uno o più colpevoli e si va dritti per la strada. Perchè ovviamente è più facile dare la colpa agli amatori (altri l'hanno data perchè non ci sono arbitri) che non verificare che ci sono società che i tecnici non li mettono nelle condizioni di provare soddisfazione a fare il loro lavoro…hobby, in molti casi. Ad esempio, tormentandoli col figlio che è un fenomeno e che, se avesse un istruttore migliore, arriverebbe di certo in nazionale. Riguardo ai “battitori designati”: e se in difesa i sedicenti giovani non fossero buoni?
Conclusione: siamo messi male.
Una speranza ce l'ho. E' il progetto “Club Italia Giovanile”.
Con il programma dei P.O. e quello del Club Italia Giovanile i talenti, se ci sono, devono per forza saltare fuori.
Credo sia giusto fare tutti un sentito in bocca al lupo alla ventina di tecnici che si imbarcano nella super fatica. Il nostro futuro dipende anche da loro.
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