Play-ball. Mai come oggi è proprio il caso di dirlo. Da stasera infatti si fa sul serio e poco importa se le protagoniste sono le stesse dell’anno scorso. Così è se vi pare, e le altre si attrezzino meglio per rompere questa egemonia. Dunque riflettori accesi su Rimini-Grosseto e Bologna-Nettuno, che sono pronte a lottare senza esclusione di colpi per conquistare l’agognata finale scudetto.
Cominciamo dallo Stadio dei Pirati, dove va in scena la stessa semifinale per la terza stagione consecutiva. Due vittorie dei Pirati, zero dei maremmani il bilancio. L’inerzia potrà cambiare? Analizziamo pregi e difetti delle due rivali ma solo il campo potrà rispondere. La Semenzato ha cambiato molto, ha rinunciato al tris d’assi Vatcher-Liverziani-Sheldon e a un ottimo pitcher come Marchesano, eppure ancora una volta ha messo dietro tutti. Segno di una programmazione sempre attenta e oculata della società, ma anche di una squadra che ha dentro di sè lo spirito vincente. Ed è proprio su questa mentalità che i riminesi cercheranno di puntare. Non è un caso, se si va a rivisitare la regular season, che la Romano-band abbia chiuso sul 4-2 con tutte le rivali play-off: un 12-6 che è addirittura migliore dell’11-7 totalizzato contro Anzio, Modena e Firenze. Insomma, quando c’è odore di grande sfida la Semenzato si trasforma. Di cosa ha bisogno per ribadire la sua superiorità? Di un monte di lancio solido e concreto, che possa garantire almeno sette-otto riprese dai pitcher partenti, ma soprattutto di un rendimento alto nel box della sua coppia americana Carr-Buccheri, vero ago della bilancia del line-up.
Passiamo al Gardenia. Ancora una volta i grossetani hanno dimostrato di essere la quarta forza del campionato, ma hanno tutte le carte in regola per ribaltare un confronto che li vuole sempre sconfitti nel recente passato. Il monte di lancio è sicuramente più lungo di quello dei rivali (8 pitcher contro 6), così come il line-up è sicuramente più potente (36 fuoricampo a 25). Di cosa ha bisogno? Di grande aggressività nel box per costringere ad alzare il numero di lanci i partenti avversari e di un monte in grado di reggere alla pari in ogni partita. Incognite? L’effettivo recupero di Heredia e i problemi fisici di Ermini e Bindi.
Punto a capo. Volete vedere una sfida da scintille? Appuntamento al Gianni Falchi (e al Borghese da lunedì). Anche in questo caso va in scena la rivincita della scorsa stagione, quando Bologna vinse la prima sfida, ma poi incassò quattro sconfitte in fila. Stavolta però la Fortitudo può giocarsi molte carte in più. Innanzitutto Shinada non sarà al 100{bd68548c7c47c03458f3b47d4894539bd98c6612cd5bb58ea0fdc8bb62d2cee4} ma quasi, non certo come il Wakita al 10{bd68548c7c47c03458f3b47d4894539bd98c6612cd5bb58ea0fdc8bb62d2cee4} del 2001. E poi l’organico biancazzurro è decisamente il più forte e competitivo del recente passato, così come l’entusiasmo e le aspettative che si sono respirate in questi mesi non hanno precedenti. Insomma, o stavolta o mai più, anche perchè il 4-2 della regular season (con strascici polemici a non finire) legittima sogni di gloria. Di cosa ha bisogno? Di confermare una tendenza decisamente positiva contro Cipriano Ventura, storicamente in difficoltà contro le mazze bolognesi. E poi di ritrovare quella solidità sul monte che ne ha contraddistinto un campionato praticamente impeccabile per diciassette weekend su diciotto.
Peccato che dall’altra parte della barricata ci sia un certo Nettuno, squadra che in semifinale non sbaglia mai. Ma proprio mai, nell’ultimo decennio. E i campioni d’Italia non hanno certo intenzione di abdicare, anzi. Il confronto con l’Italeri è sentito come non mai dopo le scaramucce di qualche mese fa e la squadra di Bagialemani ha preparato con scrupolo le strategie. Di cosa ha bisogno? Naturalmente di una vittoria a Bologna, per poi sfruttare a dovere la forza del suo fattore campo. E per riuscirci dovrà rispolverare la proverbiale aggressività nel box di battuta, costringendo i pitcher avversari a fare gli straordinari, giocarsi al meglio garauno, gara chiave della serie, e cercare di rendere meno indispensabile possibile Vigna nel ruolo di rilievo.
Tutto questo davanti a un computer. Per fortuna la parola passa al campo, capace sempre di confermare, smentire, sorprendere, entusiasmare. Sarà così anche stavolta: buoni play-off a tutti. E vinca il migliore!
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