La Corea continuerà a soffrirci?

I Campioni d'Asia, che si presentano con una squadra di pro, sono la potenza Mondiale che l'Italia ha battuto più spesso

Martedì 12 novembre alle 14 di Cuba (le 20 in Italia) gli azzurri di Faraone se la vedono con la Corea, che ha recentemente vinto i giochi 'Pan Asiatici' davanti a Taiwan e al Giappone.

Allenata da Kim In Sik, la formazione asiatica si presenta all'Intercontinentale con una formazione selezionata direttamente dalla sua Lega Professionistica.
Della rosa fanno parte solidi veterani come gli esterni Lee Byun Kyu, l'unico coreano ad aver giocato lo scorso Mondiale e gli ultimi Pan Asiatici, e Lee Yong Beom e giovani fenomeni come il formidabile interbase Park Jin Man. Anche se la Corea si è vista 'scippare' il fortissimo prima base Hee Seop Choi (Chicago Cubs) dalla “Arizona Fall League”, le garanzie di vedere in campo una formazione solida in difesa e in battuta ci sono tutte.

Qualche problema la Corea lo potrebbe avere a livello di lanciatori.
Il parco a disposizione di Kim In Sik è di qualità, ma certamente giovane, se si eccettua il veterano Song Jin Woo. Kim Jin Woo gioca pro (nei Kia Tigers) ma ha solo 19 anni, Jung Jae Bok (bastonato dagli Stati Uniti a Messina durante il Mondiale Universitario) ne ha 21, Park Myung Hwan ne deve ancora compiere 25.
Per questo la Corea sta lavorando per portare a Cuba i lanciatori di Triplo A americano Kim Sun Woo (Angels), Park Chan Hwo (Rangers) e Cho Jin Ho (Red Sox), che innalzerebbero in maniera esponenziale la qualità dello staff.

Sia che arrivino i grossi calibri, sia che non rispondano alla convocazione, per gli azzurri non si tratta ovviamente di un avversario morbido.
Tradizionalmente la Corea comunque ci soffre, specie perchè i suoi lanciatori non usano molto la curva, essendo di tradizione “sottomarini”. Se i lanciatori terranno gli azzurri in partita, lo spazio per una sorpresa potrebbe esserci.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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