Sono in camera che sto guardando in televisione Lazio-Parma di calcio.
Non preoccupatevi: sono ancora a Cuba. La partita viene trasmessa da “Rai International” e così inizio la giornata con un po' di calcio, per proseguirla con molto baseball.
C'era grande entusiasmo nella comitiva italiana ieri dopo la vittoria sul Brasile.
Per rispondere a diverse e mail che mi sono arrivate al riguardo, è evidente che l'errore commesso dai nippo brasiliani (che comunque parlano tra di loro in portoghese) è stato decisivo nella vittoria azzurra. Ma merita comunque di essere sottolineata la reazione che l'Italia ha avuto e che l'ha portata a chiudere la gara in una ripresa.
Con questo, è arrivata solo una vittoria e la qualificazione alla seconda fase è ancora lontana, ma la soddisfazione resta legittima. Oggi poi contro Taiwan sarà un'altra storia.
A proposito delle vostre e-mail, scrivetemi tranquillamente. In qualche modo (o nel diario, o personalmente) risponderò a tutti.
Parlando invece del torneo, ho iniziato con un pronostico azzeccato: “Per me, la favorita non è Cuba, bensì Panama”. Pronti via, Panama ha perso contro la Corea 5-3. Che diventi favorita la Corea? Il torneo, ripeto, è lungo.
L'atmosfera qui a Varadero è rilassata e splendida. Clima perfetto, la spiaggia, le aragoste (spedizione guidata dai vertici federali: dollari 21 a testa, la “Guida Panda” dovrà certamente contenere una sezione cubana e il nostro amico Bob Hope leggerà e sarà orgoglioso del fatto che le sue pizze parmensi costano come un'aragosta caraibica…) e l'allegria. Il personale dell'albergo “Arenas Blancas” mi guarda e sorride: “Italiano, sempre con quel telefonino…”.
La cosa commovente dei cubani è che vedono gli italiani come una loro versione più laboriosa. In realtà, pensano a noi con tenerezza, perchè molti di loro non si capacitano di come sia pensabile, con tante risorse a disposizione, essere nervosi, arrabbiati e ambire ad avere di più. Qui è così, è un altro mondo. Ai cui ritmi ci si adatta fin troppo alla svelta, in effetti. Non oso immaginare che impressione mi farà la pianura padana, al mio ritorno.
La mia curiosità congenita (d'altra parte, faccio il giornalista) mi porta ad indagare sulla percezione che i cubani hanno della loro situazione. Con cautela, perchè non vorrei fare la fine di un mio illustre predecessore, i cui commenti su Cuba non vennero graditi granchè.
Parlare con il personale degli alberghi non aiuta. Nessuno di loro farà commenti che potrebbero portare a perdere un lavoro da privilegiati, grazie al quale si mangia abbondantemente 3 volte al giorno. Perchè oggi la situazione a Cuba è questa e ammetto che mi vergogno un po' a verificarlo. Mi vergogno come “occidentale”, intendo.
Un operaio cubano guadagna 8 dollari al mese, un operario italiano tra gli 800 e i 1000. Ma l'operaio cubano deve acquistare molto di quello che gli serve per vivere allo stesso prezzo dell'operaio italiano. Ma c'entra solo il “bloque” (l'embargo) americano o l'unicità di Cuba ha portato a costruire una struttura di stato che, pur affascinante, in realtà non è plausibile? Io non so se posso rispondervi. Sono solo un cronista di baseball.
Commenta per primo