Tempi duri per i Braves. La squadra di Atlanta, nell’ultima settimana, ha visto tre importanti membri del suo staff di lanciatori(Tom Glavine, Mike Remlinger e Chris Hammond) andarsene verso altri lidi, e ciò non ha certo fatto piacere a John Smoltz, reduce dalla sua prima stagione come closer dei Braves. Ci metterò un po’ a rendermi conto di non averli più come compagni – ha detto Smoltz – Quando ho deciso di rimanere ad Atlanta ho fatto quello che pensavo fosse meglio per me. Visto che non ho un genio in una bottiglia che mi suggerisce cosa fare, ho fatto una scelta che al tempo pensavo mi avrebbe dato le migliori possibilità di vincere. Nel frattempo, il general manager dei Braves John Schuerholz e il presidente della squadra Stan Kasten hanno offerto la loro versione di come si sono svolti i negoziati con Glavine. Abbiamo grande rispetto ed ammirazione per il giocatore – ha detto Schuerholz – e abbiamo cercato di trattarlo nel migliore dei modi. I due hanno spiegato che l’offerta di Atlanta era di 3 anni e 30 milioni, con un’opzione per il quarto anno del valore variabile da 6 a 10 milioni. Tuttavia, i Braves, che stanno attraversando un periodo non felicissimo a livello economico, volevano che Glavine accettasse di differire alle stagioni successive parte del denaro che avrebbe dovuto ricevere durante il primo anno, e nonostante un incontro durato 6 ore che si è tenuto martedì scorso, le due parti non sono riuscite a risolvere alcuni disaccordi relativi a quanto Atlanta avrebbe pagato il giocatore dopo il suo ritiro.
Infine, il rilievo degli YankeesMike Stanton si è dichiarato ‘scioccato per aver ricevuto dalla squadra una sorta di ultimatum, che lo obbligava ad accettare immediatamente un contratto da due anni e 4.6 milioni di dollari, pena il taglio. Stanton, che ha contribuito ai 3 titoli degli Yankees negli ultimi 6 anni, ha rifiutato, e i newyorchesi non gli hanno offerto l’arbitrato sul salario, rendendolo a tutti gli effetti un free-agent.
Giornalista pubblicista e collaboratore di Baseball.it dall’ottobre 2000, Matteo è un grande appassionato in genere di sport, soprattutto del mondo sportivo americano, che segue da 10 anni in modo maniacale attraverso giornali, radio, web e TV (è uno dei pochi fortunati in Italia a ricevere la mitica ESPN).Per Baseball.it ha iniziato seguendo le Majors americane. Ora, oltre ad essere co-responsabile della rubrica giornaliera sul baseball a stelle e striscie, si occupa di serie A2. Inoltre, nel 2002, per il sito e l’ufficio stampa FIBS ha seguito da inviato lo stage della nazionale P.O. in Florida, la Capital Cup e i mondiali juniores di Sherbrooke (Canada), il torneo di Legnano di softball, e la settimana di Messina, a cui ha partecipato anche la nazionale seniores azzurra. Nel 2003 è stato invece inviato agli Europei Juniores di Capelle (Olanda). Nel 2001 ha anche collaborato alla rivista “Tutto Baseball e Softball”.Per quanto riguarda il football americano, da 3 anni segue il campionato universitario e professionistico americano per Huddle.org, oltre ad essere un assiduo collaboratore alla rivista AF Post. Nel 2003 partecipa al progetto radio di NFLI, ed è radiocronista via web delle partite interne dei Frogs Legnano.Dopo aver collaborato per un periodo di tempo ai siti web Inside Basketball e Play it, nel 2001 ha seguito i campionati di basket americani (NBA e NCAA) per Telebasket.com, in lingua italiana e inglese. Ora segue la pallacanestro d’oltreoceano per Blackjesus.it.Più volte apparso come opinionista di sport americani a Rete Sport Magazine, trasmissione radiofonica romana, lavora stabilmente nella redazione di Datasport, dopo una breve esperienza in quella di Sportal.Nel 2003 ha lavorato anche per l’Ufficio Stampa delle gare di Coppa del Mondo di sci a Bormio.Ha 26 anni, è residente in provincia di Lecco e si è laureato in scienze politiche alla Statale di Milano. La sua tesi, ovviamente, è legata allo sport: il titolo è “L’integrazione dei neri nello sport USA”. Il suo sogno è dedicare tutta la vita al giornalismo sportivo, in particolare nel settore sport USA.
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