I primi passi sul campo d'allenamento in Italia Matt Ceriani li ha compiuti da battitore. L'inizio della sua carriera da professionista non era stato esaltante con la mazza in mano, nel 2002 però nella independente 'Western League' ha messo assieme numeri notevoli. So che i Brewers non mi ritenevano un grande battitore esordisce Ceriani Ma il mio rendimento non troppo buono era anche causato dalle poche possibilità di giocare con continuità che avevo. La battuta è qualcosa che va e che viene, per rimanere costanti ad alto livello si deve giocare con continuità. Il Cus ti collocherà quasi certamente al quinto posto dell'ordine. Senti la responsabilità? Se accadrà, sarà perchè il manager Catanoso si fiderà di me. Io credo di essere un buon battitore, ho affrontato lanciatori professionisti dal Singolo al Triplo A e penso di poter dare il mio contributo.
Come ricevitore ci saranno settimane in cui dovrai accucciarti dietro casa base in tutte le partite: Me ne rendo conto e dico subito che non è un problema. In America ho avuto settimane in cui ho ricevuto anche 7 volte. Fisicamente sto bene, sono pronto.
Perchè un giocatore nel pieno del vigore come te sceglie l'Italia? Perchè è di origine italiana, principalmente. Mio nonno è nato a Como e mi ha fatto un corso intensivo di Italiano prima di venire qui. In provincia di Como ho dei parenti che non ho mai conosciuto e spero di farlo presto. Ho anche l'ambizione di meritarmi la maglia della nazionale. Sono molto stimolato dall'idea di rappresentare l'Italia al Mondiale di Cuba e alle Olimpiadi. Giocare in tornei di quel livello è il massimo per qualsiasi atleta.
Prima di accettare le offerte italiane hai disputato una parte di Spring Training con i Diamondbacks, che in un primo tempo ti avevano assegnato in Doppio A agli El Paso Diablos: E' vero. Ho verificato che non avrei avuto tutte le opportunità di giocare che mi sarebbe piaciuto avere. Sapendo che sono italiano un agente mi ha contattato per dire se mi poteva interessare venire qui e ho accettato subito.
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000.
E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America.
Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita.
Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.
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