Quante volte parlando con amici della nostra passione per il baseball ci siamo sentiti dire che è un gioco troppo complicato, noioso e lento, e noi lì a cercare di difendere la bellezza del nostro sport, spesso con scarso successo. Al nostro interlocutore proviamo a spiegare che il lanciatore prende tempo tra un lancio e l’altro perché aspetta il segnale dal ricevitore, o che il lanciatore tira verso il corridore avversario in prima base per cercare di impedirgli di rubare la seconda base, e non solo per perdere tempo; lo spieghiamo a volte con un entusiasmo tale che ci brillano gli occhi, e quando ci sembra di aver conquistato la sua attenzione ci sentiamo rispondere con la frase che più temiamo: ‘ma una partita dura troppo! E qui rimaniamo di sasso perché, anche amando il gioco del baseball, ci rendiamo conto che non ha tutti i torti.
Quello della durata delle partite è di fatti il problema più grande del nostro gioco: non essendoci la parità, una partita può durare anche cinque ore (ed è capitato!), con i giocatori che si trascinano per il campo esausti ed il pubblico che si riduce a parenti ed amici. Anni fa mi capitò di assistere ad una partita serale dei miei Giants contro gli Houston Astros al 3Com Park di San Francisco: Houston vinse 18 a 1 e mise una ventina di valide, rendendo interminabili i suoi turni d’attacco. Ricordo che feci ritorno in albergo alle 2 passate, uscendo dallo stadio deluso e stanco insieme a pochi intimi; e per passare ad un esempio più recente, la partita tra i Dodgers ed i Giants del 13 aprile scorso è durata 4 ore e 23 minuti finendo quasi all’una di notte con il punteggio di 5-4 per San Francisco al 12° inning, con gli allenatori che hanno dovuto impegnare quasi tutti i giocatori del roster!
Il punto allora è: si possono ridurre i tempi di gioco? Il problema non è di facile soluzione, ed è allo studio della MLB già da qualche anno. L’ostacolo principale è il problema della televisione: ogni partita di baseball è piena di spot pubblicitari, ridurre i tempi delle partite significa anche ridurre gli spot, un bel danno per una televisione commerciale. Ciò non toglie che il dibattito resti sempre aperto e le proposte, alcune un po’ bizzarre, non mancano. Vediamone alcune insieme, scegliendo quelle che, secondo me, sono tecnicamente più praticabili:
· si giocano solo 2 extra inning, in caso di ulteriore parità vince la squadra che ha ottenuto più valide; se anche le valide fossero uguali si può considerare il numero di HR, tripli, doppi ecc..
· nel caso in cui un lanciatore voglia concedere una base intenzionale al battitore avversario basta effettuare un solo lancio tirato al ricevitore posizionato in piedi, e non i quattro di ora (idea presa dal videogioco per PS2 ‘All Star Baseball 2003).
· eliminare i lanci di riscaldamento sul monte, il lanciatore potrà eseguirli solo nel ‘bullpen.
· al manager è concessa una sola salita sul monte di lancio a partita, vietando quelle dei suoi collaboratori; altre visite sono permesse solo nel caso di sostituzione del lanciatore.
· i giocatori hanno l’obbligo di correre sulle basi, non camminare (come succede quando si ottiene una base ball); in caso contrario l’arbitro chiamerà uno ‘strike automatico al prossimo battitore che si trova sul ‘deck; unica eccezione il fuoricampo, nel qual caso il giocatore può trotterellare sulle basi per ricevere la meritata ammirazione del pubblico.
· se alla fine del 7° inning una squadra ha dieci o più punti di vantaggio, la partita è considerata conclusa (manifesta inferiorità).
…….adesso tocca a voi: provate a pensare a qualche altra proposta, seria o meno, ed inviatemela via e-mail, sarò lieto di girarla direttamente a…..Bud Selig!
La mia speranza è comunque che il gioco non venga mai cambiato: sarò un conservatore, un nostalgico od altro, ma penso che cambiare il baseball sarebbe come cambiare la storia…..
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