Era di Amarone quel bicchiere?

Pensieri segreti di un telecronista quando la gara non ha più nulla da dire

Vorrei chiarire un concetto: a me non sta antipatico nessuno e non sono tifoso di nessuna squadra. Certo, sono nato e vivo a Parma e ho passato le prime 15 estati della mia vita a Nettuno, per cui qualche ricordo legato a queste squadre ce l'ho. Ma finisce qui.
Compirò 40 anni ad agosto (a tal proposito, faccio espresso divieto a chiunque di farmi gli 'auguri' in una ricorrenza così ferale…) e l'età dei poster dei giocatori in camera l'ho passata. Fra l'altro, gli unici poster di sportivi ad aver mai trovato posto in camera mia sono quelli del ciclista Francesco Moser e di Gianni Rivera.
Vi chiedo: abbiate pietà di un povero cronista itinerante.

E' ricominciata la stagione dei simpatici viaggi a Bologna il venerdì pomeriggio, quando l'autostrada A1 ribolle di auto stra cariche per l'imminente fine settimana al mare e di camionisti nervosi, che il fine settimana al mare se lo sognano. Come me, del resto.
E' bello superare auto con a bordo gruppi di amici che ti guardano come dire “razza di sfigato, dove vai il venerdì pomeriggio da solo?” e scorgere in lontananza la macchina della società autostrade con l'inevitabile cartello luminoso che preannuncia una coda.

A proposito di code, quella in cui mi sono imbattuto venerdì 18 è stata strepitosa: iniziava sulla rampa di accesso all'autostrada del casello di Parma. Erano le 18 e mi sono fatti 2 conti: un bel 3 ore, arrivo alle 9 e Willy Bargawan mi morde.
Poi le auto hanno ripreso a muoversi e in effetti a Bologna ci sono arrivato che erano da poco passate le 7.

A Bologna non vuol dire al 'Gianni Falchi', però. Nel tentativo di costruire la rotatoria più grande dell'Europa occidentale, mi hanno infatti sbarrato la via d'accesso allo stadio che, dopo 17 anni passati a vagare nella zona sud della città, lo scorso anno Alessandro Labanti mi aveva insegnato.
Oltretutto, ci ho messo un po' a collegare il fatto che i ripetuti cartelli che indicavano 'via Firenze' mostrassero il percorso alternativo, per cui mi sono infilato nell'ennesima coda. Quando ho capito, ho effettuato un'inversione “ad U” quantomeno creativa e ho avvistato lo stadio.

Pensieri durante una telecronaca di baseball quando la partita non ha più niente da dire: Che vino era il rosso che mi hanno offerto? Era in un bicchiere di carta, quindi anche se sbaglio posso sempre dire che sono loro a non mettermi nelle condizioni giuste per degustare. Era anche un po' freddo, se vogliamo essere noiosi fino in fondo.
Sarà stato Amarone? Mah, troppo pregiato per portarlo allo stadio. Però il gusto forte era quello e anche l'effetto tipo proiettile che mi ha prodotto nello stomaco vuoto.
A quel che succedeva in campo mi ero disinteressato da tempo. E poi chi me l'ha offerto è di quelle parti, quindi può essere…


Potenza dei cellulari GSM, avere i Vertici Federali in Spagna è come averli in riva al Mar Tirreno. Non è stato perso il contatto tra vertici e porta voce, insomma, nonostatnte la trasferta della nazionale 'Probabili Olimpici'.
A proposito della selezione P.O., ho notato in giro che la valutazione sulla bontà dell'iniziativa per molti la dà la cifra di 'virgulti' della squadra del cuore che sono stati convocati.
Riuscire a pensare che i tecnici che formano le selezioni scelgano i ragazzi che loro ritengono più promettenti rimane evidentemente uno sforzo ancora difficile da fare.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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