La vittoria ottenuta sabato sera in gara 3 contro la Danesi Nettuno è stata la numero 150 in carriera per Rolando Cretis, il pitcher romano chiamato da Mauro Mazzotti a dare solidità ed esperienza al monte dell'Italeri Bologna nella caccia allo scudetto tricolore.
Centocinquanta vittorie sono un bel numero, ma la prima la ricordi ancora?
La risata che arriva dal cellulare fa capire lo spirito di questo veterano dei diamanti italici dallo spirito di eterno ragazzo.
“Onestamente no, sicuramente giocavo per la Roma, ma proprio non riesco a ricordarmi. Forse arrivò già nel 1979 oppure nel 1985. Dovremmo vedere le statistiche, ma temo che allora gli score fossero fatti sulla pietra. Meglio lasciar perdere. Sono contento della mia carriera sino ad ora. Mi sono sempre preparato con molta attenzione, fortunatamente non ho mai avuto infortuni gravissimi, ed il baseball mi ha dato soddisfazioni grandissime“.
Anche in maglia azzurra hai avuto belle esperienze, hai partecipato alle Olimpiadi di Barcellona ed Atlanta, hai qualche ricordo particolare?
“Partecipare ad un Olimpiade per uno sportivo credo sia veramente il massimo. Tra le mie gare con la maglia dell'Italia ricordo una vittoria contro la Korea nel 1999, un'altra contro il Messico a Cuba, mi pare nel '97 ed anche una sconfitta per 2-1 contro la Korea a Rimini“.
In questi anni il baseball è cambiato, come vedi questa trasformazione?
“Il livello attuale è certamente buono. Gli italiani sono cresciuti, mediamente siamo su buoni livelli ed in giro vedo diversi giovani in gamba. Forse gli stranieri sono meno forti rispetto a certi giocatori visti in passato, parlo sia a livello di lanciatori che di battitori; é vero che si batteva con le mazze di alluminio, però credo che anche con il legno avrebbero fatto cose eccezionali. Tra quelli che ho visto sino ad ora il solo De Los Santos, pur se contro di noi non ha brillato, mi ha fatto una grossa impressione“.
Dopo i due scudetti vinti a Grosseto, quest'anno potresti regalarti il terzo, non ti pare?
“Gli anni a Grosseto sono stati fantastici, ho lasciato un sacco di amici ed ho un bellissimo ricordo dell'ambiente. Ho lasciato la Maremma a malincuore, ma si erano create alcune complicazioni che hanno impedito la mia permanenza. Certamente sono approdato in una squadra che vuole vincere il titolo. L'eliminazione dello scorso anno brucia ancora, anche per il modo nel quale è avvenuta. Quest'anno la squadra si è rinforzata e le esperienze passate hanno maturato il gruppo. L'Italeri è sicuramente un team molto forte con un attacco devastante ed una difesa soida in grado di lottare sino alla fine per il titolo“.
E giocare in una squadra con un attacco devastante ed una difesa solida aiuta anche i lanciatori anche se sono un po' avanti con gli anni …
“Ti ringrazio per aver sottolineato che non sono più un ragazzino. Si è vero, giocare in questa Italeri rende il mio compito più facile. Sali sul monte con meno pressione e puoi giocare più rilassato. Da parte mia ho preparato questa stagione con scrupolo ed attenzione. Non ho ancora deciso se sarà la mia ultima stagione. Non ho programmato il futuro, vivo alla giornata, ma voglio far bene per la Fortitudo e per me stesso; a fine stagione voglio avere la coscienza a posto e sapere di aver dato tutto, poi tireremo le somme“.
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