Mi dispiace deludere il giocatore di baseball col quale condivido giorno e mese della data di nascita e la lucidità (esterna) del cranio, ma delle mie divagazioni sul Cacciucco importa a diversa gente. Addirittura, ho ricevuto un invito via e-mail a mangiarlo a Livorno, il Cacciucco in questione.
Fra le altre cose, mi sono definitivamente rassegnato a chiamarlo “Cacciucco” con 4 'c' da quando ho visto che anche la pubblicità Buitoni si è adeguata, con le buone o più probabilmente con le cattive. Tutto sommato, potrei prendere il posto di Abatantuono come testimonial, quando si sarà stancato. Cosa ne dite?
Un'ulteriore precisazione diretta al mio amico di cui sopra: io non sto affatto cercando di scrivere un'altra Guida Michelin. La mia (meglio la nostra) si chiama “Guida Panda” ed è frutto di almeno 3 lustri di ricerca di posti nei quali mangiare o troppo presto o troppo tardi rispetto agli orari canonici dei ristoranti.
Ho scoperto solo venerdì scorso l'esatto funzionamento del condizionatore installato sulla Renault Clio grigia, omologata da cronista itinerante. Quando ormai ero sul punto di recarmi dal concessionario che me l'ha venduta prima che scadesse l'anno di garanzia, ho visto con terrore che sbagliavo semplicemente la direzione del getto d'aria. Così, potrei avere l'artrite alle caviglie nei prossimi anni, per aver avuto aria a 2 gradi sottozero nei piedi per un anno intero nel vano tentativo di rinfrescare l'abitacolo.
A me, oltretutto, queste macchine con l'aria condizionata stanno anche antipatiche. Ho desiderato per anni guidare con il gomito appoggiato che spunta dal finestrino abbassato, icona delle estati della mia infanzia nella campagna laziale, e quando finalmente posso, mi mettono il condizionatore e vanno tutti in giro con i vetri chiusi come d'inverno. Manco fossimo americani.
Mi diceva una mia amica che vive in California, quando ancora era mia amica, che la maggior parte dei guasti che accadono alle auto dalle sue parti sono prodotti dall'eccessivo uso del condizionatore. La gente si ferma in coda, ha caldo, alza l'aria condizionata e la macchina si surriscalda, così ha ancora più caldo, mette l'aria condizionata a manetta e scoppia tutto.
Se mi trasferisco in America, smetto di fare il giornalista e apro un'officina di quelle che vanno a recuperare le auto incidentate.
Come vedete, non difendo sempre gli americani. Lo dico perchè si sta spargendo questa voce che io difendo gli “oriundi” a tutti i costi a discapito dei “bravi ragazzi che studiano e lavorano e sputano lo stesso l'anima in campo”. Bella, questa. Li difendo solo perchè cerco di spiegare un concetto che nel 1982, durante la prima lezione di Diritto della mia vita, ho capito subito al volo: che la cittadinanza italiana si trasferisce per discendenza. Ergo, se anche passano 418 generazioni, uno ha il diritto di vedersi riconosciuto lo status di Italiano.
Comunque, vorrei comporre una canzone dal titolo: “Anche gli oriundi hanno una mamma che vorrebbe venirli a vedere giocare”. Come testo, sarebbe per lomeno dello stesso valore di quello di Sting che diceva che “Anche i russi amano i loro bambini”.
Sarà che sono molto intelligente io. Oltre che sul fatto che lo status di oriundo non esiste, mi scontro spesso con chi sostiene che apprendere il baseball è difficile. Certo, finchè tutto quello che si scrive di baseball è “rl, bv, pgl” e le classifiche vengono pubblicate “Italeri 914, La Gardenia 765” c'è il caso che molti non capiscano di cosa si sta parlando. No, non è che nel baseball si fanno così tanti punti. E' una percentuale: gare vinte, diviso gare giocate e per mille. Perchè non ci limitiamo semplicemente a stilare le classifiche con partite giocate, vinte e perse? Me lo chiedo anch'io.
La mia “collezione” di personaggi conosciuti sul forum e visti di persona aumenta. L'unico neo è che non riesco a riscuotere nessuna delle varie birre che mi sono state promesse.
In compenso, al “Falchi” di Bologna siamo passati dal vino ai super alcolici. Quella che mi avete dato venerdì era grappa, questo non si discute. E nella telecronaca si è sentito: “Liverziani…eh, non è un gran bel week end per lui…certo che resta un battitore pericolo”..BUM…fuoricampo da 3 punti.
Bello constatare al “Gianni Falchi” un'altra cosa. Ho scritto un articoletto per il programma che viene distribuito all'ingresso. Nel testo ricordavo di una simpatica serie di improperi a cui ero stato sottoposto a Parma da qualche centinaio di tifosi della Fortitudo.
Oh, non che ci sia stato uno che ha detto “ma come hanno potuto…io non lo avrei mai fatto”. No, tutti quelli che ho incontrato si sono affrettati a dire “C'ero anch'io”, vantandosene!. E poi mi danno anche del tifoso bolognese, cento chilometri più a est. Mah!
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