La Danesi vince facile in garatre (11-4)

Spinta da De los Santos e Tovar, la formazione tirrenica supera il Modena senza problemi

La paura di perdere dura lo spazio di mezzo inning, il tempo di andare in attacco e una partita sulla carta impegnativa si trasforma in un'agevole vittoria per la Caffé Danesi. I grandi protagonisti della serata sono i due stranieri in forza alla squadra di Bagialemani, parliamo di Tovar e De los Santos, che quando c'è da spingere un punto a casa lo fanno con una puntualità disarmante. Tutto l'attacco comunque ha dimenticato in fretta i lanci di Ventura della sera precedente, chiarendo che le quattro valide in otto riprese di venerdì sono stati più che altro un incidente di percorso.
La partita si risolve nelle prime due riprese; Masin non comincia nel migliore dei modi, tutt'altro, Canate batte subito un doppio all'esterno centro, raggiunge la terza su errore del ricevitore in un tentativo di pick off, e va a casa su una volata di sacrificio di Munoz. Ma al cambio di campo la Danesi da fuoco alle polveri, e per Modena è buio pesto. Toriaco crolla prima di cominciare, cinque valide e una base prima di scendere di pedana, dopo 0,1 riprese lanciate e cinque punti al passivo; al suo posto Lucena, che riesce a chiudere in qualche modo un primo inning biblico (durata 40'). Al secondo Modena incassa altri tre punti, a seguito di altrettante valide. La partita è virtualmente chiusa, ed a questo punto l'obiettivo è quello della manifesta inferiorità, che non viene raggiunto e la durata del match finisce per superare le tre ore. Nel finale consueta girandola di cambi, Lucena al quinto viene rilevato da Cesario, Masin viene sostituito da Censale prima e da Diego Ricci poi, salutato quest'ultimo da un caloroso applauso per essere diventato per la prima volta papà proprio nei giorni scorsi. Auguroni. Scampolo di partita anche per Colaceci, che chiude il nono senza affanno.

Informazioni su Mauro Cugola 547 Articoli
Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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