A scuola di baseball e merengue!

La Repubblica Dominicana, grande vivaio di talenti.

Per ogni ragazzino nato nella splendida isola della Repubblica Dominicana il baseball è molto più di un semplice gioco, è una vera ispirazione e fonte di vita; la sua importanza è paragonabile soltanto allo zucchero di canna ed al merengue, elementi fondamentali nella vita del paese. Introdotto nel 1890 da alcuni commercianti di tabacco cubani, il baseball è presto diventato lo sport e la passione nazionale. Un amore senza limiti, aiutato anche dal fatto che non vengono praticati altri sport ad alti livelli, per cui le attenzioni sono tutte rivolte al batti e corri. Si gioca e si respira baseball un po’ dovunque, nelle strade, nelle scuole, sulle incantevoli spiagge, ovunque vi sia dello spazio disponibile. L’intensità e l’amore per il gioco non hanno eguali in nessun altro paese al mondo, e per ogni ragazzino nato in questa piccola isola sul Mar dei Caraibi, vicino Cuba, il baseball può diventare anche l’unica via di fuga dalla povertà. Ai giorni d’oggi, con la consacrazione di giocatori come Pedro Martinez e Sammy Sosa, può risultare difficile immaginare le difficoltà che hanno incontrato i giocatori dominicani del passato ad approdare nelle Majors: difatti nonostante molti giocatori provenienti da Cuba e dal Portorico avessero solcato i campi da baseball americani già a partire dal 1942, fu soltanto nel 1956 che fece il debutto il primo giocatore nato nella R.D., Ozzie Virgil con la squadra dei New York Giants, e soltanto un giocatore ha avuto l’onore di entrare nella Hall of Fame, il grandissimo Juan Marichal, uno dei lanciatori più dominanti degli anni sessanta. Furono due i principali fattori che ostacolarono l’arrivo dei giocatori: il primo fu un motivo razziale, il secondo fu il fatto che il campionato nazionale si giocava d’estate in contemporanea con quello americano. Soltanto nel 1955 fu presa la decisione di disputare il campionato in inverno, dando così la possibilità ai giocatori di poter competere anche in America. Sebbene il baseball sia giocato in ogni angolo del paese, è una città in particolare a produrre i migliori talenti, San Pedro de Macoris. Questa piccola città portuale che conta appena centomila abitanti e distante 60 miglia da Santo Domingo, ha dato i natali a grandissimi giocatori come Sammy Sosa, 1988 National League MVP; George Bell, 1987 American League MVP; Pedro Guerrero, MVP delle World Series nel 1981; oltre a sfornare grandissimi interni come Tony Fernandez, Julio Franco, Alfredo Griffin, Josè Offerman ed il fenomenale Alfonso Soriano, punto di forza dei New York Yankees di Joe Torre. Oggigiorno circa il 10{eff2ff9f3af925f334329c8b9ea53fe6c5daa9444ded76b8164d043f7eb42175} dei giocatori delle Majors viene dalla Repubblica Dominicana, e non chiamateli immigranti, ma campioni scelti e chiamati dalle squadre della MLB. Una curiosità, il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti limita l’ingresso dei giocatori stranieri nel paese, ed ogni franchigia non può ottenere più di 35 visti temporanei di lavoro, per cui gli “scouts” devono avere buon occhio nella loro scelta!
Per chi riesce a giocare in America non sono comunque tutte rose e fiori: la differente cultura, il cibo, la lingua, la lontananza dalla propria famiglia e dagli affetti, sono tutti fattori da non sottovalutare, in particolar modo per dei ragazzi alla loro prima esperienza all’estero. Questi ragazzi vivono la loro vita con un sogno nel cassetto, il consiglio che sento di dare a tutti loro è di andare a dormire lasciando sempre la finestra aperta, sarà più facile vederli volare nel grande baseball….

Informazioni su Francesco Paolo Falanga 83 Articoli
Sposato dal 1999 con Ester, Paolo ha due maschietti, Federico di 2 anni (lanciatore destro!) e Carlo di un anno (battitore mancino!), che spera prendano la sua stessa passione per il baseball.Commercialista di professione, adora la sua famiglia e la casa con le quali passa tutto il tempo possibile.Come hobby ha la televisione (è un divoratore di eventi sportivi in TV), internet e viaggi, ha passato molto tempo negli Stati Uniti dove ha avuto la fortuna di visitare molti stadi di baseball e di vivere da vicino l'educazione sportiva degli americani.Ha collaborato saltuariamente con qualche rivista in America ed è un grande tifoso dei San Francisco Giants. (Spera di rendersi utile al sito cercando di trasmettere quelle stesse emozioni che prova ancora oggi nel vedere una partita del 'meraviglioso gioco del baseball'....

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