Ho percorso con studiata calma la strada che portava dal dug out al piatto di casa base. Mi sono posizionato nel box di battuta e ho guardato per terra. Ho notato che avevo i sandali e ho capito che non poteva essere una cosa seria. Però per una trentina di secondi ci ho creduto. Poi ho provato solo a colpire la palla, che è stranamente piccola, per chi da parecchi anni gioca solo a softball. Così come la mazza: mi sono fatto influenzare da quelle che usano i bomber e ho preso una vera e propria clava, non una 'baum bat' 32.5, più umana e adatta alla mia età.
Cosa sto raccontando? Ma il mio primo 'batting practice' con la nazionale!
Durante i giorni di riposo si è creato in allenamento un clima estremamente rilassato, tanto che i coach hanno lanciato l'idea di una sfida di battuta che con spirito abbastanza salace Manuel Cortina ha ribattezzato della “sezione medievale”.
Già lo scorso anno a Messina avevo avuto la tentazione di partecipare, ma quest'anno mi son detto che mi dovevo togliere questa soddisfazione. Con in pedana un azzurro che non fa il lanciatore d'abitudine, ma quando lancia lascia un segno indelebile nelle partite e…nei forum, ho fatto qualche contatto, un paio di swing a vuoto, una l'ho mandata contro la parte superiore della gabbia e per poco non la riprendo in fronte.
Agli azzurri ho dato soddisfazione, tanto che esiste documento fotografico che mi dovrebbe pervenire e giuro di divulgare.
Alla fine ero davvero soddisfatto, ma anche un po' depresso. Prima di me infatti ha girato la mazza Antonio Munoz, che mi ha confermato una cosa della quale per altro ero già convinto: “Solo Dio può decidere chi gira la mazza in un certo modo”.
Se anche mi allenassi 8 ore al giorno per 8 anni di fila non credo riuscirei mai ad arrivare a quei livelli.
Cosa dite? Che trai suo 590 fuoricampo tra campionato cubano e attività internazionale e i miei 3 a livello di categoria allievi c'è una certa differenza? Ma io facevo solo filosofia…
Comunque, in vista del prossimo batting practice ho iniziato ad allenarmi seriamente. Oggi seduta in palestra. Ora l'unico scoglio da superare resta quello dell'alimentazione.
Comunque, non so se per aver visto girare me o Munoz o semplicemente perchè le cose dovevano andare così, gli azzurri si sono messi a battere molto meglio e ieri contro la Francia hanno finalmente giocato una partita da applausi. Non diciamo nulla di nulla: tra poche ore si gioca con l'Olanda e la qualificazione non è ancora conquistata, però abbiamo (consentitemi il plurale) giocato da Italia 2 partite e la speranza è di andare avanti fino alla fine della settimana. Poi facciamo i conti.
Tra gli idoli che questo diario ha portato a notorietà nel corso degli ultimi 2 anni merita certamente uno spazio Theo, il barista del locale che apre nel pomeriggio all'interno dell'Haarlem Zuid. L'altra sera si è trovato il bar invaso da una masnada di americani e americane (mi dicono giocatori di calcio, ma viste le abitudini ho qualche dubbio sulla loro tenuta atletica) che hanno consumato birra (e altro) a litri.
Theo, che è un cinquantenne con occhiali, look da professore di filosofia timido e un po' complessato, era abbastanza irriso dai giovani virgulti iper vitaminizzati (e ubriachi persi). Quando poi ha deciso di chiudere i rubinetti della birra, apparentemente è stata sfiorata la catastrofe. Qualcuno ha tentato addirittura l'assalto 'proletario' alla birra, che Theo ha subito scongiurato chiudendo le valvole che collegano la 'spina' del banco alle botti. Poi si è messo a distribuire conti da 120 euro a foglietto e, mani sui fianchi, si è acceso una sigaretta.
Quando per la stanza si è sparso quell'odore così tipico dei concerti rock e che a me (ex chierichetto) ha sempre ricordato l'incenso, ho avuto la definitiva dimostrazione che Theo è un grandissimo.
Una scarica di 'bi-bip' ha annunciato in mattinata il prepotente ritorno all'azione del mio amico degli 'sms', che ha avuto notizia certa oggi del fatto che colei che è l'oggetto del suo desiderio da 2 anni buoni è finalmente single. Una telefonata dell'amica del cuore dell'oggetto in questione al mio amico ha fatto nascere in lui l'insano dubbio: “Secondo me, erano assieme”.
E' un dubbio col quale vi voglio lasciare. Aspettando di vedere se questo giovane Werther padano ha in serbo qualche colpo capace di sorprenderci.
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