Alla fine ritroviamo 3 delle abituali 4 frequentatrici dei 'play off'. Come dire: il campionato 2003 non ha poi rivoluzionato il baseball italiano. Vero, però ci ha insegnato qualcosa di importante: a tutti può capitare di perdere un turno del giro della giostra.
A star fuori questa volta saranno in 2, tra le 5 squadre indicate unanimemente all'inizio come le candidate alla post season: il Cus Parma e il Nettuno, guarda caso le 2 formazioni più provate dai problemi di mercato.
Nettuno non ha potuto contare su 2 pezzi da 90 come Lanfranco e Palazzetti per il monte di lancio e si è trovata a convivere con la 'fuga' del lanciatore straniero Ozuna. Parma ha perso dopo poche settimane il ricevitore titolare Ceriani, tornato precipitosamente negli Stati Uniti, e ha dovuto gestire tutta la stagione con 2 'rookie' inesperti e leggerini in battuta.
Non si può comunque dire nemmeno che il mercato di queste società sia stato inappuntabile. Le cessioni di Parisi al San Marino e Balgera al Rimini da parte del Cus entrano nel territorio dell'imperscrutabile, così come la rinuncia da parte del Nettuno ad un partente sicuro e affidabile come Cipriano Ventura.
Nettuno e Parma hanno in comune anche altri problemi. Un'interbase troppo falloso è il primo: Schiavetti ha commesso 23 errori in 45 partite e Bautista ha toccato quota 26 (contro i 12 del 2002!) in 54. Giusto per citare il migliore, in 50 partite Munoz del Modena è arrivato a quota 2.
A completare una stagione disgraziata, Nettuno e Parma hanno dovuto convivere con infortuni eccellenti (Olenberger e Nyari nel ducato, Censale in riva al Tirreno) sul monte di lancio.
Con tutto quel che ha dovuto patire, credo che la vera sorpresa della stagione sia La Gardenia Grosseto. Perso il suo miglior lanciatore italiano (Riccardo De Santis), superata una vera e propria rivoluzione dello staff tecnico, gestita l'assenza di Steven Rodriguez ed Hecker, la squadra allenata dal cubano Medina ha centrato i 'play off'. Dopo la pausa per l'attività internazionale l'avrebbero detto probabilmente in pochi.
Ora però Grosseto se la deve vedere con la capolista Italeri Bologna in semifinale e il compito sulla carta è troppo impegnativo. Solo un miracoloso recupero di De Santis potrebbe equilibrare le forze in campo.
Certo, l'Italeri non è la “gioiosa macchina da guerra” di qualche settimana fa. Ha perso (a Rimini e Modena) 2 serie in fila dopo averne vinte 16 consecutive e il segnale non è incoraggiante. La superiorità della banda Mazzotti non è però in discussione.
L'altra sorpresa, quella per antonomasia, è la GB Ricambi Modena. Non pochi davano la squadra allenata da Mauro Paglioli come candidata alla retrocessione e invece ce la ritroviamo terza. Frutto dell'effetto Munoz, ancora una volta il migliore di tutti (media battuta 402 e, come dicevamo, solo 2 errori in difesa) ma anche della grande stagione di Canate e Rosado (49 e 52 punti battuti a casa) e di un monte di lancio che ha fatto della solidità di Lucena, Toriaco e Nava il giusto corollario alla strepitosa stagione di Ventura (2.34 media pgl, secondo dopo Vigna, e 116 strike out, terzo dopo Sangilbert e Olenberger).
Se la vedrà con una Telemarket Rimini che oggi come oggi appare la vera alternativa a Bologna per il successo finale. Onore al merito, i Campioni d'Italia hanno saputo reagire a qualche errore in fase di campagna acquisti (il più evidente l'ingaggio di Malavè, presunto bomber ripartito con una media battuta di 207) e alla fuga della sua superstar David Nilsson. Una reazione che appare evidente nei numeri. Dopo uno sconcertante 3-9 iniziale il Rimini ha messo a segno un record di 33-9 che la dice lunga sul livello del rendimento avuto dai Pirati.
Quel che rende difficile battere Rimini è un monte di lancio solidissimo, che ha in Cabalisti e Sandy Patrone 2 dei migliori 3 italiani del campionato (l'altro è Cretis) e che può contare, unica formazione delle 4 elette, su 2 pitcher stranieri.
La stagione di Modena e Rimini, è giusto evidenziarlo, è la stagione dei 2 allenatori che si contenderanno il titolo di manager dell'anno, ovvero l'esordiente Mauro Paglioli e il veterano Mike Romano.
Considerazione finale: questa annata 2003 che sta per affrontare il suo atto finale è senza ombra di dubbio la più equilibrata da tempo immemorabile. Segno che il baseball italiano ha metabolizzato il torneo a 10 squadre, che al momento rappresenta la dimensione ottimale del nostro movimento di vertice.
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