Obiettivi giustamente ambiziosi alla vigilia, una partenza disastrosa, troppi contrattempi durante il campionato ed una grande rincorsa il cui sforzo è stato probabilmente pagato nei play-off. Questa in estrema sintesi la stagione della Telemarket del dopo stella, una stagione che ha visto i Pirati arrivare ad un passo dal traguardo sia in Coppa Campioni, l'obiettivo principale del 2003, sia in campionato, dove però gli ex Campioni d'Italia si sono imbattuti nello scoglio Modena in semifinale dopo cinque finali scudetto consecutive. Dunque una bella incompiuta, che avrebbe potuto fare tanto ma che alla fine si è ritrovata con il classico pugno di mosche in mano. E' stata la stagione del doppio pitcher straniero, una scelta strategica forse anche condivisibile in chiave Coppa Campioni e perchè no, anche in vista di un play-off serrato come poi i fatti hanno dimostrato. Il problema per i Pirati è stato nel non aver azzeccato gli interpreti di questo ruolo, perchè Tonkin, personaggio comunque importante fuori dal campo, in pedana non ha reso secondo le aspettative, e perchè il vero obiettivo della società neroarancione per il mound è saltato all'ultimo momento, costringendo i dirigenti riminesi a ripiegare sul ritorno di Sanchez, confermatosi grande condottiero in regular-season ma non un vincente nei play-off. A tutto questo aggiungiamoci la breve illusione Nilsson, fuggito due giorni prima dell'inizio della rassegna continentale, i troppi contrattempi per l'arrivo di Rivera e gli incredibili sprechi nella semifinale con il Modena, e il gioco è fatto.
“Tutti dicevano che ci mancava una mazza straniera nel line-up – commenta il coach Mike Romano – invece io ero convinto che il doppio lanciatore straniero sarebbe stata la chiave in positivo della nostra stagione. Purtroppo i fatti ci hanno dato torto, visto che con loro sul monte abbiamo perso la finale con gli olandesi e tutte e tre le gare di semifinale contro il Modena. Peccato perchè dopo lo straordinario girone di ritorno disputato dalla squadra ero sicuro che saremmo arrivati fino in fondo, invece tutta la tensione accumulata nella rimonta l'abbiamo pagata a caro prezzo nei play-off. E peccato perchè sia Tonkin che Sanchez, visto quello che avevano dimostrato nel passato campionato, sembravano i lanciatori giusti”.
Inevitabilmente il pensiero di Romano torna per un attimo alla serie con i canarini: “Mi ero fidato ciecamente di Sanchez in garasette e invece Martin non aveva più nulla nel braccio. Avrei dovuto tirarlo giù dopo il primo lancio ma non potevo certo far entrare un altro pitcher a freddo, purtroppo Sanchez è rimasto sul monte un turno di troppo, quello di Garcia Bellizzi, e da quel momento si è capito come sarebbe andata a finire, anche se nel corso della partita tutti quanti hanno avuto almeno una grossa possibilità per far girare la gara a nostro favore. Quei sedici rimasti in base sono difficili da digerire”.
Da uomo di sport quale è sempre stato, Mike Romano non dimentica di rendere onore agli avversari della stagione: “Complimenti al Modena che ha giocato un grande campionato e che in semifinale contro di noi non ha sbagliato nulla dimostrando sempre di crederci fino in fondo. E complimenti al Bologna. Una squadra costruita per vincere il campionato ma si sa che poi bisogna dimostrare sul campo di meritare la vittoria e loro lo hanno fatto fin dalla prima giornata”.
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